Ma per certe cosa bisogna essere convinti, e i Reitzle e con lui sua moglie Nina Ruge, famosa anchor-woman, lo sono stati. E così nel 2014 è arrivata la voglia e poi la decisione di fare viticoltura seria. Venne consultato Carlo Ferrrini, enologo di chiara fama, che iniziò con i vitigni internazionali: un ettaro di cabernet franc, uno di cabernet sauvignon, poi merlot, petit verdot e 3000 metri quadri di alicante. Del resto, per molti appassionati esteri dei nostri vini, l’immaginario è inizialmente colpito dalle etichette culturalmente riconducibili all’universo Bordeaux e Il pensiero corre subito a Bolgheri. ll progetto è stato dunque quello di puntare a realizzare un Sassicaia figlio di questo territorio, con le inevitabili differenze (prezzo compreso). Un progetto che ha dato vita al Loto.
I vini
Una cura particolare viene dedicata alla coltivazione del vermentino: il risultato è il Gioia, che nell’annata 2019 esprime un naso di bella finezza, ampio ed espressivo, con note di fiori di campo accompagnate da spunti più dolci di miele d’acacia. Un attacco saporito e una certa morbidezza alcolica accompagnano la beva fino a un finale che mostra ancora qualche giovanile spigolo. L’annata 2018 sfoggia un indubbio fascino, fra spunti minerali e pirici, e una ventata di fiori dolci e macchia mediterranea. Al palato è forse meno sfaccettato ma comunque piacevole.
Il Luna 2019 è un rosato a base di sangiovese e merlot in quote paritarie che gioca su note piacevoli di melone e melograno, con una beva scorrevole e di espressività discreta al palato.
Il Volo è un vino dal rapporto qualità prezzo assai interessante (sui 10 euro al pubblico) ottenuto da cabernet sauvignon e petit verdot (40% ciascuno) e un saldo di alicante. La sua prima annata, la 2019, colpisce per generosità e opulenza, mettendo in mostra balsamicità, spunti di ciliegia nera e di carruba in un naso profondo più che ampio. Denso ma anche succoso subito all’ingresso in bocca, mostra dolcezze senza appesantimenti, e morbidezza alcolica.
Il Sereno è un Colline Lucchesi Doc, inserito quindi nel solco della tradizione toscana che implica il confronto con le caratteristiche del sangiovese, presente all’80% assieme a un saldo di colorino, canaiolo e ciliegiolo. Dopo un naso all’insegna della maturita del frutto, sa mettere in mostra una beva di bel dinamismo, consistente e saporita, ricca di toni pungenti. Nel Sereno 2017 l’anno di vita in più favorisce equilibrio e un piacevole amalgama dei toni, impreziositi da belle sensazioni di erbe aromatiche, La beva è succosa d ampia, leggera sul palato, e piena di energia nel finale. Il Sereno 2016, di buona profondità olfattiva, sconta un finale un po’ scomposto
Infine, il Loto. È il vino di punta su cui si ripongono speranze e ambizioni. Un esempio classico di uvaggio bordolese (cabernet sauvignon 50%, merlot 40%, petit verdot) realizzato con una selezione severa delle uve, attenzione nelle fermentazioni, affinamento di un anno e mezzo in barrique e soggiorno di sei mesi in cemento. Il 2016 è lento ad aprirsi e concentrato, mette in mostra un frutto importante, densità e potenza, imbrigliate nel finale da un tannino finissimo. Il Loto 2017 si esprime all’insegna dell’eleganza e della buona profondità non priva di maturità nei toni; l’ingresso al palato è compatto, e la beva si distende mantenendosi spessa e acquisendo larghezza. Il finale è segnato da un tannino finissimo e vibrante. E il Loto 2018 fa dell’eleganza la sua cifra stilistica: accarezza il naso con un delicato bouquet floreale in cui spiccano le note di viola. Poi colpisce con un carattere diverso in bocca, potente e progressivo senza essere ingombrante.
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