Bentornato Taste Alto Piemonte 2022

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Bisogna riconoscere che per l’edizione della ripartenza di Taste Alto Piemonte, dopo due anni di stop forzato, il Consorzio Tutela Nebbioli Alto Piemonte ha fatto davvero le cose per bene. Ottima comunicazione, accurata promozione dell’evento e soprattutto una organizzazione della tre giorni (28, 29, 30 maggio nella tradizionale sede del Castello di Novara) impeccabile e puntuale. Un evento pensato e organizzato per dare il massimo sia agli appassionati sia ai professionisti, con un ventaglio di proposte davvero ampio. Oltre ai tradizionali banchi degustazione con i produttori, si poteva scegliere tra una mostra fotografica sui volti del vino, masterclass a tema, cene con i produttori, visite in cantina, e per il pubblico professionale era presente una accogliente e tranquilla sala stampa dove poter degustare con la massima concentrazione e il servizio impeccabile dei sommelier AIS oltre cinquanta etichette delle varie denominazioni altopiemontesi. Il tutto coadiuvato da un ufficio stampa cordiale e fattivo, in grado di promuovere l’evento a livello mediatico mesi prima con una campagna molto strutturata sui social e sui canali informativi tradizionali.

La grande voglia di rimettersi in gioco si percepiva dall’energia positiva tra i produttori, dalla presenza di giovani aziende nate da pochi anni e dalla prima partecipazione di alcuni produttori di alto livello che erano sempre mancati nelle edizioni passate, quest’ultimo un ottimo segnale per la compattezza della promozione di questa zona molto particolare del Piemonte vinicolo.
A fronte della defezione di Nervi, importantissimo l’ingresso tra le aziende presente di nomi come Le Piane, Proprietà Sperino e Travaglini.

E veniamo ai vini: in generale, rispetto alle edizioni pre-covid, è possibile individuare un percorso di costante, distribuito aumento della qualità media dei vini. Pochissimi i campioni stanchi, quasi nessun vino scomposto, ma soprattutto colpisce l’aumento dei vertici assoluti, con un numero davvero sorprendente di vini di altissimo livello, figli – non a caso – di aziende storiche, dotate di un grande bagaglio di esperienze di vinificazione e di conoscenze del terroir. Questo fa capire come l’Alto Piemonte, a fronte di enormi potenzialità dei suoli, vada approcciato con grandissimo rispetto e tanta esperienza.

GLI ASSAGGI

Qua di seguito una rassegna degli assaggi effettuati presso la Sala stampa, integrati a margine da alcune degustazioni sparse presso i banchi dei produttori.

Ancora un grazie all’ottimo lavoro dei sommelier AIS Piemonte.
I vini sono raggruppati per denominazione. Ho segnato con (***) quei vini che a mio avviso si sono segnalati come vertici di altissimo livello.

Colline Novaresi Vespolina DOC Ardita 2021 – Damiano Cavallini
Vinosissimo, tutto giocato sulla freschezza “di vendemmia”, note pepate, dolcezze giovanili, bocca semplice e morbida.

Colline Novaresi Vespolina DOC Mauletta 2016 – Ioppa
Il naso è più discreto rispetto alla media delle vespoline assaggiate, scuro e speziato, non esplosivo ma più rilassato, caratteristica forse dovuta all’invecchiamento maggiore tipico aziendale. Gran sapidità e retronasale pepato.

Colline Novaresi Vespolina DOC Afrodite 2021 – Chiovini&Randetti
Profumi aperti, allegri e speziati tipici del vitigno. Freschissimo, giovane e loquace. In bocca è quintessenziale delle doti speziate e fruttate della vespolina, fresco e semplice.

Colline Novaresi Nebbiolo Doc Motziflon 2018 – Brigatti Francesco
Rubino trasparente e brillante, in bocca è fine, lieve, raffinato, bilanciato tra sapidità e levigata compiutezza.

Colline Novaresi Nebbiolo Doc Giulia 2018 – Enrico Crola
Rubino trasparente. Al naso una elegantissima nota floreale, di rosa leggermente appassita; un po’ più severo in bocca, ancora giovane, ma ottima lunghezza, finale solido e coerente.

Colline Novaresi Nebbiolo Doc Valentina vendemmia tardiva 2017 – Il Roccolo di Mezzomerico
Rubino più concentrato e scuro, naso morbido con toni dolci. È una interpretazione nebbiolesca più sul versante della potenza, di spinta e di alcol, con note di legno in evidenza. Emerge la grande materia, anche se affaticata.

Coste della Sesia Nebbiolo Doc Castellengo 2014 – Centovigne
Difficile da interpretare, vino sofferto. L’annata fu tremenda (molto piovosa) e nel bicchiere viene rispecchiata in una espressione dolente, altalenante tra maturità e una materia un po’ scarica.

Valli Ossolane Nebbiolo Superiore DOC Prunent 2019 – Cantine Garrone
Naso dai richiami marini, abbottonato, ma in bocca si apre con l’esplosività del frutto rosso fresco (ribes) e speziatura affilata e minerale. Lungo, diritto, verticale e al tempo stesso gioioso di frutta e di pepe. Bellissimo. (***-)

Valli Ossolane Nebbiolo Superiore DOC Prunent 2018 – La Cantina di Tappia
Rubino intenso. Naso affaticato da note evolute di ciliegia sotto spirito. Non convince in bocca.

Boca Doc 2018 – Carlone Davide
Naso fresco di agrumi (chinotto) e speziatura pepata, molto intrigante. Il sorso è piacevolissimo, espressivo, tra frutta e spezia, bel vino, lungo e coerente! (***)

Boca Doc 2017 – Barbaglia
Naso scuro, roccioso, è una interpretazione più scura e ombrosa del Boca. Bocca ancora assai tannica, un vino tosto ma ben fatto e coerente.

Boca Doc 2017 – Le Piane
Naso sfumato e lieve, molto discreto, si fa aspettare mentre intesse una trama lievissima e pepata. Bocca fine, cesellata, longilinea e verticale, colpisce per la lunghezza e l’equilibrio delle note speziate, mai eccessive. Discrezione e eleganza (***)

Boca Doc 2016 – Poderi Garona
Bel naso giocato tra fruttato e floreale; in bocca è succoso e molto lungo. I segni della maturità cominciano a affacciarsi (cuoio) ma lo sostiene saldamente la sapida struttura.

Boca Doc Vigna Cristina 2012 – Podere ai Valloni
Naso elegantissimo e morbido, equilibrato. Non denuncia per niente la sua età, se non per il calore tosto dell’annata 2012, ha un finale dall’allungo impressionante di agrume vivo (sanguinella). Il miglior finale in un vino assaggiato in questo Taste, e il mio coup de coeur. Splendido. (***+)

Bramaterra Doc 2018 Antoniotti Odilio
Trasparente classico, naso raffinato e discreto. Note sanguigne e floreali, bocca super espressiva, pepata e vitale, allungo sapido, saporito, bellissimo. (***+)

Bramaterra Doc 2018 – Colombera & Garella
Apre con una discrezione massima al naso, lievità di viola e piccoli frutti, di una finezza unica. Bocca coerente, sublime, bilanciata tra frutto fresco e sapidità pepata. Di una perfezione che lascia di stucco. (***+)

Bramaterra Doc 2017 – La Palazzina
Lato pepato in bella evidenza, bocca un po’ calda nell’impatto ma che si allunga grazie alla spinta sapida.

Bramaterra Doc 2017 – Le Pianelle
Trasparente all’occhio e al naso con discrete note di spezie. Lo sviluppo in bocca è “pinotneresco”, coerente, sapido, polposo. (***)

Fara Doc Bartòn 2019 – Gilberto Boniperti
Fruttato giovanile e allegro, è ancora giovanissimo e da aspettare almeno un anno, deve assestarsi ma promette bene.

Fara Doc 2017 – Francesca Castaldi
Tradizionale, nebbiolesco d’antan, concreto, contadino, vero. Spalla calda e finale giustamente tannico. Concreto. Buono.

Gattinara Docg 2017 Il putto vendemmiatore – Cantina Delsignore
Raffinato naso nebbiolesco, riesce con maestria a tenere a freno l’annata calda. Vino compiuto e ben fatto.

Gattinara Riserva Docg San Francesco 2017 – Antoniolo
Complesso, scuro, affilato come una lama, verticale e puro. Rende pienamente l’idea di essere davanti a una cavallo di razza dalla classe immensa. Lunghissimo in bocca, pietroso, indomito. Vino straordinario. (***+)

Gattinara Riserva Docg 2016 – Travaglini
Gran classe, ma forse l’alcol copre leggermente l’espressività; sembra un po’ affaticato, nonostante la stazza. Di fattura più pensata che istintiva.

Ghemme Docg Dei Mazzoni 2018 – Mazzoni Tiziano
Mano tradizionale, serena. Sfaccettature aranciate nel bicchiere. In bocca è sublime, amicale, coerentissimo, lungo. Raggiunge il vertice passando dalla serenità contadina. Che spettacolo. (***+)

Ghemme Docg Vigna Ronco al Maso 2018 – Platinetti Guido
Succoso, giovanile, fruttatissimo, impeccabile nello sviluppo e amichevole. Spezia e frutto integrati in equilibrio mirabile. La perfezione fatta semplice. (***+)

Ghemme Riserva Docg Vigna Cavenago 2015 – Mirù
Naso che richiama l’agrume, forse un po’ stanco, note evolute.

Lessona Doc 2018 – Massimo Clerico
La trasparenza. Alcol forse leggermente sopratono, ma anche note fini di fragola. In bocca è sapido, fiorito, tannico il giusto, perfetto e coerente nello sviluppo. (***)

Lessona Doc Pidin 2015 Pietro Cassina
Attenzione che il naso inganna: in apertura sembra un vino poco comunicativo, poi se lo ascolti bene viene fuori una bella nota di tabacco; in bocca cambia completamente registro, è agrumato fin nell’osso, sapido e lungo, sfaccettato e interessante. Old style.

Lessona Doc San Sebastiano allo Zoppo 2013 – Sella
Uno dei vini più vecchi della batteria assaggiata, ma solo per l’anagrafe. Naso freschissimo e croccante di frutti, fiori e mineralità, capolavoro di bilanciamento. In bocca è compatto e minerale, di ottima persistenza. (***)

Lessona Doc 2016 Proprietà Sperino
Morbidezza e compattezza al naso, fiori appassiti (rosa), bello sviluppo in bocca con i tannini messi al posto giusto e un bel finale.

Sizzano Doc 2017 Cantine Comero
Agrume fresco (bergamotto), in bocca è fresco e rilassato, un vino sereno, coerente di bello sviluppo.

Sizzano Riserva Doc Roano 2015 Vigneti Valle Roncati
Piccoli frutti, lampone, ciliegia, speziatura pepata. Bellissimo sviluppo, perfetto equilibrio tannico, finale agrumato Un signor vino. (***)

 

A MARGINE
Senza pretese di sistematicità, ecco alcuni altri assaggi tra i banchi dei produttori.

Antoniolo La casa vinicola di Gattinara presentava una batteria di quattro rossi dal livello qualitativo impressionante. I tre cru 2017 Le Castelle, San Francesco e Osso San Grato danno un’idea disarmante della perfezione e dell’espressività dei vini di casa Antoniolo. Polposo e sfaccettato Le Castelle, più accigliato e affilato il San Francesco, profondissimo e complesso il San Grato. Davvero una gamma incredibile.

Carlone Oltre al Boca assaggiato in sala stampa, da notare una fantastica Vespolina 2020, fittissima, con richiami freschi mentolati, una vera sorpresa. In questa edizione di Taste i vini di Carlone mi hanno convinto molto (nella precedente edizione di Taste li avevo trovati con qualche problema di messa a punto). Davvero una bella gamma, ottimo segnale.

Platinetti Del suo fantastico Ghemme ho già detto. Ma va detto anche che (come al solito) la sua vespolina 2021 è forse la migliore in assoluto (quest’anno la insidia solo quella di Carlone). Ottimo il Barbera 2019. E poi è doveroso parlare del Guido 2020, da vigneti allevati nell’antica forma “a maggiorina” con un mix tradizionale di uve diverse, bianche e nere. Dovrebbe essere il vino semplice “da merenda”, in questa annata 2020 è complesso, scuro, inchiostroso, di espressione sicura e coerente, forte e tenero allo stesso tempo. Splendido, da non perdere.

Le Piane Oltre al Boca ’17 assaggiato in Sala Stampa, tra i vini aziendali va assolutamente ricordato e cercato il Le Piane, croatina in purezza. Annata 2018 in questo caso, è un vino-paradigma per il tipo di lavorazione delicata che permette di estrarre dal ruvido vitigno piemontese il suo lato croccante, speziato, fruttato, senza che tutto rimanga contratto dalla naturale carica tannica in dote alla varietà. Al momento questa 2018 è ancora un po’ giovane ma ha potenzialità che stupiscono. Fantastico.

Podere ai Valloni Boca. E basta. Dopo avere assaggiato il 2012 e esserne stato impressionato in sala stampa, ho voluto riassaggiarlo al banco. 90% nebbiolo, saldo di vespolina, nonostante sia un 2012 è appena sbocciato, rosa e freschezza, rosa e poesia. Compiuto, storico, incredibile per sviluppo, per fittezza tannica, per nobiltà. Questo vino riesce a toccare corde impensabili, come certi momenti della musica classica per chi la ama. Fa venire giù le tue difese emotive. Tutto qua.

PER CONCLUDERE

Complimenti ancora all’organizzazione del Consorzio Nebbioli Alto Piemonte, Taste ci era proprio mancato e è tornato più bello che mai. Ottimo segnale la presenza di Le Piane, Sperino, Travaglini; è la strada giusta, fare squadra tutti insieme. Un piccolo sogno per il futuro? Vedere tra i produttori anche Paride Iaretti e Alberto Arlunno (Vigneti Cantalupo), sono i nomi che ancora mancano e sono necessari a una manifestazione così. Dai che si può fare!

Consorzio Nebbioli Alto Piemonte www.consnebbiolialtop.it

GALLERIA

 

 

 

 

Paolo Rossi

Paolo Rossi (p.rossi@acquabuona.it), versiliese, laureato in lettere, lavora a Milano nel campo editoriale. Nel vino e nel cibo ricerca il lato emozionale, libertario, creativo. Insegue costantemente la bottiglia perfetta, ben contento che la sua ricerca non sarà mai appagata.

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