Vino Nobile di Montepulciano DOCG Riserva 2005 – Contucci

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Sottozona/Cru: Pietrose – Montepulciano (SI)

Data assaggio: febbraio 2009

Il commento:

L’intrico limpido dei profumi, ottimamente scandito e coinvolgente, mi sorprende per classe e portamento: bellamente ciliegioso, con quella nota mineral-ferrosa a donare contrasto e profondità, se ne esce da un naso fresco e colloquiale, carnoso e profilato.

Al palato il vino mantiene compostezza, anima e disegno, con una dolcezza tannica invidiabile. Ad unire personalità, appigli territoriali e garbo espositivo, ecco poi cosa succede: una delle migliori Riserve dei ricordi miei! Grande godibilità e naturalezza espressiva, di vino succoso ma trattenuto negli accenti, con la flemma di chi non teme di mostrare le proprie nudità, mantenendo altresì intatta la proverbiale, rigorosa sua compostezza. I tannini qui sono trama sottile, la compagnia generosa e bella. I classici umori boschivi, dal tratto “nordico” e compassato, vengono rilasciati con calore e temperamento rari, e contribuiscono da par loro a riscoprire, nelle intimità di un vino di stampo tradizionale, una identità fiera (ancor oggi latitante in troppi vini della nobile denominazione toscana) nella quale l’anima del sangiovese (con due briciole di colorino e canaiolo a contorno) torna a brillare di luce propria, senza tentennamenti, senza costrizioni, senza filtri. Non una incertezza, non una reticenza (e una eclatante pulizia d’impianto, contrariamente ad alcune edizioni del passato per le quali la presa del rovere, fors’anche la qualità, non poteva dichiararsi integerrima). Questa nuova selezione della famiglia Contucci scopre amorevolmente le proprie carte, stabilisce distanze e comunica autenticità. L’eloquio appare chiaro e il messaggio saggiamente ammonitore, dal momento in cui il mandato territoriale affidatogli viene qui onorato con singolare nettezza. Nel frattempo, l’immedesimazione è totale.

A 25 euro o giù di lì il conforto di una visione: quella di un vino che respira storia (quasi la trasuda) e ti ripaga in dignità e bellezza. Sì, Montepulciano ha figli legittimi.

La chiosa:

Mi chiedo se stia nelle atmosfere sospese e struggenti di una cantina antica del centro (storicissimo) di Montepulciano, nei modi pacati e gentili (quasi d’altri tempi) della famiglia Contucci o nella coriacea resistenza agli accomodamenti che ne ha accompagnato la pluricentenaria storia vinicola il segreto di un privilegio, l’evidenza di una riscoperta. Certo è che dopo l’assaggio fulminante di alcune riserve della casa (1985, 1995, 2005), in compagnia dell’amico e collega “espressico” Giampaolo Gravina, sono portato a pensare che la storia non sia passata da lì invano. E mi domando, eccome se mi domando, come mai in tempi più recenti quella stessa storia (storia pilotata) avesse tentato di rubricare sbrigativamente l’azienda fra quelle old fashioned, capace sì di vini caratteriali ma oltremodo umbratili e spigolosi – alias poco accattivanti –  al cospetto dei millantati canoni stilistici consacrati dalla moderna enologia imperante.

Ebbene, in quei vini emblematici e parlanti, riservati come i loro creatori, sta la risposta. Ed è una risposta data al tempo e alla storia, e a tutti coloro – nessuno escluso – che hanno ordito trame a favor di dimenticanza. Sai cos’è? è che a quei vini fai fatica ad associare un tempo, perché a ben vedere loro il tempo lo trapassano! E nell’unire istinto a complessità ti consegnano il conto. Lo fanno con discrezione ed eleganza, senza prosopopea ed alterigia. Perché sanno attendere. E nel rinnovato fulgore tipico di una seconda gioventù tratteggiano una parabola stilistica da non disperdere, che non ha bisogno di urlare la propria presenza. Perché in fondo qui hai nel dettaglio e nel chiaroscuro, e nella dinamica reattività di un bere amico, le armi pacifiche a garanzia di un riscatto e di un ricordo che si fa “resistente”.

FERNANDO PARDINI

3 COMMENTS

  1. Gentile Fernardo Pardini
    leggiamo quanto Lei scrive sul nostro vino e sulla nostra Famiglia, Le siamo veramente grati nell’aver centrato ed esplicitato quanto noi da sempre facciamo con orgoglio, ma come Lei giustamente evidenzia, senza prosopopea.
    Se qualcuno apprezza questo modo di comportarci siamo felici e ci fa capire che stiamo adempiendo al nostro compito di Famiglia più antica di Montepulciano.
    Buon lavoro e a presto
    Alamanno Contucci

  2. Ho sempre sostenuto, fin da tempi non sospetti, ancora prima di partecipare come esperto a Sapori di Toscana su Italia 7, che il vino del Dottor Alamanno fosse il miglior Nobile e sicuramente il più coerente con la grande traduzione enologica di Montepulciano. Mi fa veramente piacere, vedere che questa mia antica opinione viene finalmente condivisa dagli addetti ai lavori, prima wine spectator ed adesso Voi, forse finalmente stiamo tornando ai veri valori della vita. grazie per l’ospitalità. federico caruso

  3. chiedo scusa correggo una distrazione: è stato Decanter a considerare la riserva del Contucci come in assoluto il miglior Nobile di Montepulciano tra quelli usciti nel 2008 e non wine spectator. scusate e grazie ancora. federico Caruso

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