La Morra è una realtà articolata, innervata da tanti e tanti produttori e con la sua bella specificità di storie, blasone e carisma da mettere sul piatto (e nel bicchiere). Dolcezza fruttata, pienezza fruttata, “accoglienza” fruttata: sintesi nebbiolesca che delinea Barolo di foggia elegante, sinuosi e garbati nelle versioni migliori, pacificamente “accomodanti” in quelle meno ispirate. Qualcuno semmai non vi rintraccerà la cosiddetta “seconda parte di bocca”, ovvero quella complessità e quel rilievo gustativo capaci di innescare la fatidica marcia in più. Salvo eccezioni, aggiungo io, che pure ci sono. E’ così che lo “stile” La Morra si muove agilmente su rotte tenere e fruttate, dando voce e credito ad una immediata piacevolezza, istintiva, confortevole, a scapito magari della profondità.
Nello specifico, più assennato affidarsi a una disamina maggiormente articolata, come quella che timidamente proponiamo qui sotto. Qua e là potrete imbattervi in suggestioni derivate da selezioni o Riserve di altri millesimi, in uscita quest’anno sui mercati. E non senza sorprese. Certo è che, ribadendo il refrain di cui alla puntata dedicata a Monforte, mai come in questa circostanza risulta importante la scelta. Per rintracciare quei vini maggiormente equilibrati ed articolati, e nel contempo più refrattari alle insidie del millesimo, capaci di agganciare alla proverbiale piacevolezza di La Morra qualche privilegio in più, come il dettaglio, la progressione, o una vibrazione più profonda.
Ah, il fitto panorama ha consigliato di dividere in due parti la trattazione su La Morra. Al solo scopo, supremo, di salvaguardare il benessere psicofisico del lettore, anche il più impenitente. Quella che segue è la prima delle due.
BOSCO AGOSTINO
Barolo La Serra 2007
Polpa e materia non mancano. Discreto contrasto e carattere, tratto gustativo rigido, sviluppo tonico e “impettito”, confezione curata ed allungo solo discreto. Ha bisogno di tempo, come La Serra insegna.
Un bell’intruso: Barolo Neirane 2007
Eleganza e compostezza al naso; la matura sensazione fruttata resta ben inglobata in un registro delicatamente balsamico e finemente speziato. Proprio una bella silhouette se lo bevi: aperto, godibile, espressivo, va in profondità concedendosi “brividi” sapidi e sentori di erbe aromatiche, tattilità setosa ed apprezzabile naturalezza.
BOVIO GIANFRANCO
I suoi Barolo sono curati, espressivi, docilmente alcolici, senza che si scada mai nell’accademia e senza mai perdere di vista i connotati tipici dei vini dei luoghi, qui declinati con modi garbati e a volte raffinati.
Barolo Gattera 2007
Caldo, alcolico, polposo e “accogliente”. Frutto maturo nell’aere, qualche rilassatezza di troppo nelle trame. Non spinge come vorrei insomma, ammarando largo e pacioso. Fiori appassiti e toni iodati, da par loro, vivacizzano il quadro rendendone piacevole la compagnia.
Barolo Arborina 2007
Rovere & caffè, calore e materia, china e frutto maturo; non troppo dinamico a ben vedere, ché preferisce sciogliersi in un generoso abbraccio alcolico.
Barolo Rocchettevino 2007
Rovere, ferro & liquirizia, e una insistita scia balsamico-vegetale che si riflette anche al gusto. Tannini incisivi, leggermente asciuganti. Certo la polpa non manca, ma la persistenza è solo discreta.
CASCINA BALLARIN
Barolo Tre Ciabot 2007
Ancora contratto, dà l’idea di potersi ben sciogliere. Nel frattempo coglierai stimoli di erbe aromatiche e spezie al naso, un rovere contenuto negli accenti (che lascia margini al “dialogo”) e una buona materia di base.
Barolo Bricco Rocca 2007
“Freddo” e compassato nell’assetto aromatico ma animato da una interessante corrente sapido-minerale al gusto, appare un po’ avanti nell’evoluzione svicolando dalle evidenze “tonde” e fruttate tipiche di La Morra per lasciar affiorare un più intrigante chiaroscuro di sapore, ciò che avrebbe solo bisogno di una maggiore continuità gustativa e di una più convincente tonicità.
CASCINA DEL MONASTERO
Barolo Bricco Luciani 2007
Buona trasparenza aromatica per profumi ariosi e confidenziali. Di contro più dispersivo nei sapori (e stretto dai tannini). Un coté liquirizioso e un roverello “puntuto” ne irrigidiscono lo sviluppo, pur non disperdendo le doti dell’equilibrio. L’alcol, presente all’appello, tenta di addolcire gli spigoli.
Barolo Annunziata 2006
All’attacco è forte l’analogia con il pinot nero: merd de poule che passa e va, poi rose, agrumi e lamponi. Librato, certamente sottopeso ma assolutamente circuitore, è un pirata gentile in terra di Langa. Perde tono solo con l’aerazione, da quando intendi i legni tarparne il respiro della prima ora e il frutto virare su note di pesca e torrone.
CHIARLO MICHELE
Barolo Cerequio 2007
Tratti balsamici e sentori di erbette aromatiche tentano di “arieggiare” un quadro obbligato dalle insistenze del rovere speziato e del goudron. Gusto più allentato delle attese, debitore dei legni, più da centrocampo che da attacco e verticalizzazioni.
CORDERO DI MONTEZEMOLO – MONFALLETTO
Barolo Gattera 2007
L’alcol punge ma non mi dispiacciono la disposizione al dialogo, la freschezza del frutto (dai sorvegliati risvolti esotici), il garbo espositivo. Il tutto senza toccare chissà quali livelli di complessità. Avvolgente, largo, speziato, persino ammiccante ma molto piacevole.
Barolo Monfaletto 2007
Impronta moderna, fruttata e levigata per un vino preciso, tutt’ammodino, dai ritorni speziati. Alcol che avvolge con generosità e tende a “laccare” il frutto, tatto morbido e allungo indeciso.
Barolo Riserva Gorette 2005
Sia pur esotico e ammiccante, non disperde succosità e piacevolezza, mostrando un invitante lato sensuale; bel contrasto fra montata tannica e fondo dolce del frutto. Si difende.
DAMILANO
Barolo Cerequio 2007
Profilo “scuro” e arcigno, rovere e radice di liquirizia; bocca potente e tannini graffianti. Molta irruenza che all’aria si stempera su toni più dolci ed accomodanti, rivelando uno stato evolutivo un po’ avanzato per l’età che ha.
Barolo Brunate 2007
Rovere e frutto, accenti tropicali ai profumi, alcol e legni a rimbalzarsi la generalizzata sensazione di dolcezza; tratto gustativo avvolgente, rilassato, non propriamente reattivo.
FRANCONE
Barolo 2007
Dai vigneti Bricco Rocca e Sarmassa (da non confondersi con il Sarmassa di Barolo) ecco qua un Barolo “segaligno” e stilizzato, dalla matrice mineral-floreale e dai tipici rimandi iodati, che fan tanto La Morra. Trama più “dritta” che docilmente fruttata, irrigidita dalla montata tannica, a cui contribuisce una presa del rovere ancora da perfezionarsi.
GAGLIASSO MARIO
Barolo Torriglione 2007
Coordinato nell’eloquio ma fin troppo compresso dal rovere, sembra preferire il gioco a centrocampo anziché promuovere allunghi o “verticalizzazioni”. Un vino a suo modo lineare, piacevole e carnoso, ma poco incline alle sfumature.
Barolo Riserva 2005
Rovere piccante, polpa e alcol, tannino “foderante”, media reattività. Difficile scorgere luce ora.
GRASSO SILVIO
Barolo Ciabot Manzoni 2007
“Imprinting” moderno di frutto e rovere al naso: intenso, concentrato, tostato & vanigliato. Una nota di violetta e una acidità in rilievo tendono a ravvivarne il profilo gustativo. Certo non fa della progressione e della persistenza le sue armi migliori, insidiate come sono da tannini arcigni.
Barolo Bricco Luciani 2007
Volume e dolcezza di frutto in evidenza per un profilo tattilmente levigato, materico, leggermente torronato al gusto, fenolico nei ritorni. Scia “impegnativa” di grafite e vaniglia.
MARCARINI
Barolo Brunate 2007
Sfumato, leggiadro ed evocativo. Sottile e circuitore, carnoso e sensuale. Sapidissimo e minerale. Frutto puro. Uno dei Barolo dell’anno.
Barolo La Serra 2007
Umori di china, fiori appassiti e menta. Sviluppo profilato, persino “ossuto”. Un briciolo di dolcezza alcolica a rimpolpare le trame. Buona progressione ed elettiva sapidità. Tannini seri. Non lunghissimo ma efficace.
Nota: in giro si mormora di una certa aleatorietà fra bottiglia e bottiglia, nel caso dei Poderi Marcarini, a cui contribuirebbero sostanzialmente tappi malefici e infìdi. Premesso che non è raro che questi vini “soffrano” di momentanee riduzioni, per superare le quali è necessario ossigenare un po’ bicchiere e bottiglia, nel caso si trattasse di tappi diciamo che è un peccato: questi vini, quei tappi malefici e infìdi, non se li meritano proprio!
MARENGO MARIO
Barolo 2007
Bel frutto qui, lato minerale interessante, discreta profondità aromatica, buon grip, finale sapido e serrato: finalmente un La Morra di “scheletro e schiena diritta”, sotto l’egida di uno stile moderno (leggi centralità del frutto) ma senza esagerare
Barolo Brunate 2007
Viola, polpa e materia. Generoso, avvolgente, pieno e fruttato, su scie cioccolatose e balsamiche. Non la scioltezza delle migliori edizioni, non il cambio di passo a cui spesso ci ha abituati. Brunate è un vigneto eccezionalmente ben esposto: fin troppo, in certe annate.
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