CORTONA (AR) – Ci sono manifestazioni enogastronomiche che vale la pena di raccontare, perché non fanno soltanto bene alla pancia, ma anche allo spirito e che fanno conoscere ed amare un territorio. È il caso di Chianina e Syrah, kermesse tenutasi a Cortona dal 23 al 25 marzo e che, con la scusa del bere e del mangiare – che poi è sempre un buon motivo – ha portato il visitatore a scoprire le bellezze di una terra ricca, dove l’agricoltura, e di riflesso anche la proposta enogastronomica, fanno da volano per una intera comunità.
Alla sua terza edizione, Cortona e Syrah, come da manuale, ha messo insieme una grande Doc ed una strepitosa Igp per dar vita a una tre giorni fatta di appuntamenti sì golosi, ma anche culturali, organizzata nel migliore dei modi, tanto da poter essere presa come esempio da chi di mestiere si occupa dell’ideazione di eventi. Ma cosa c’è di tanto speciale in questa manifestazione? Per prima cosa l’organizzazione, eccellente in ogni dettaglio. E poi il programma, affatto scontato e pulsante di vita, entrambi opera di Terretrusche, in collaborazione con il Comune di Cortona, il Consorzio Cortona Vini ed altri importanti partner.
La partenza al teatro Signorelli di Cortona è stata calda e divertente, con un concerto di musica classica, “Piano solo Syrah”, che ha fatto breccia su tutti: al pianoforte l’artista mantovano Fabrizio Paterlini, poco conosciuto in Italia – ahimè – ed invece molto apprezzato all’estero, che ha saputo tenere bene la scena facendo commuovere e sorridere, perché è proprio questo il potere indiscusso di Bacco. Nelle sale del teatro, invece, banchi di assaggio alla presenza di sommelier per far degustare al pubblico -sia prima, durante e dopo- il Syrah di queste terre.
Il venerdì è stata la giornata clou, con la degustazione di Chianina nel chiostro di Sant’Agostino, gli incontri sul presente e sul futuro del turismo in Val di Chiana e con l’orizzontale condotta dal giornalista Antonio Boco. Grazie alla degustazione, nel corso della quale sono state assaggiate otto etichette di Syrah annata 2011 di otto diverse aziende, si è potuto non soltanto approfondire questo vino-vitigno, ma anche riflettere, grazie ad un guizzo del relatore, sulle similitudini fra la zona bagnata dal lago Trasimeno e la Valle del Rodano in Francia, dove le uve syrah e grenache, proprio come in questo lembo di Toscana, la fanno da padrone. È stato anche interessante osservare un certo cambiamento (ben accetto, anzi apprezzatissimo) nell’utilizzo dei legni in passato rispetto ad ora: sempre meno infatti sono coloro che ricorrono a barrique nuove, rivolgendosi sempre più a quelle di secondo e terzo passaggio, a legni grandi o anche al solo acciaio, per favorire l’espressività di un vitigno se vogliamo fragile, che se troppo a contatto con il legno tende spesso ad omologarsi, lasciando scorrere via le sue piacevoli, connaturate caratteristiche intrinseche.
Il venerdì, all’auditorium di Sant’Agostino, è stata la volta anche di una cena tra stelle e grandi della ristorazione, soprattutto toscana: nove chef per una cena a tutta Chianina e Syrah con la direzione di Fausto Arrighi, già ai vertici della Guida Michelin Italia.
Una serata per far conoscere la versatilità di questa carne, ed il suo prestarsi in cucina per mille usi, che ha regalato alcuni piatti davvero eccellenti, come la tartare a firma Bracali che si è affidato – ed ha fatto bene – alla carne di Simone Fracassi, noto macellaio aretino, e l’ha abbinata alla polvere di lamponi, la versione “marinara” di Matteo Donati, che ha maritato i nervetti di Chianina con il baccalà e poi, ancora, la ricetta di Silvia Baracchi, la stella di Cortona, semplice ed eccellente com’è nel suo stile, composta dal filetto di Chianina alla vinaccia di Syrah, purè di fagioli affumicati e cipolla scottata.
L’ultimo giorno, per dare visibilità anche ad altri ristoranti di Cortona e presentare i vini delle aziende che fanno parte del Consorzio, l’auditorium di Sant’Agostino si è vestito ancora a festa per ospitare sia ristoratori, sia produttori, entrambi ai banchi di assaggio: al visitatore la possibilità di godersi un viaggio appetitoso attraverso le ricette, naturalmente sempre a base di Chianina, proposte dai presenti in forma di mono porzioni o finger food da abbinare alle etichette dei vignaioli.
La coda di Chianina alla vaccinara del ristorante Il Cacciatore, ad esempio, ha dimostrato che non basta dire coda alla vaccinara per aprire le porte del paradiso.
Insomma, tirando le somme, una manifestazione che ti catapulta letteralmente in Cortona, facendoti conoscere la sua antica storia – da non mancare, ad esempio, una visita alla meravigliosa Annunciazione di Beato Angelico al Museo Diocesano della città – ed il suo saper ben accogliere i turisti, grazie anche ad un’offerta per tutti i gusti e le tasche.
E a tal proposito, concludiamo il racconto con un altro piacevolissimo incontro fatto in questa occasione, quello con il gin a marchio Sabatini, un gin tutto toscano che nasce in queste terre, aromatizzato con le botaniche che proprio attorno a Cortona crescono rigogliose. Un gin per tanti versi femminile: particolarmente aromatico, tendente al dolce, morbido al naso ed in bocca, in cui la lavanda esplode accanto al ginepro, al coriandolo, all’iris, al finocchio selvatico, alle foglie di olivo, al timo, alla salvia e alla verbena.
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