Luciano Ciolfi si cimenta “nell’ardimento” individuale dopo un periodo di sana gavetta, trascorso a lavorare per una decina d’anni presso altre cantine del territorio. Nel 1999 matura la scelta delle scelte: mettersi in proprio, per cercare di governare le vigne che furono del nonno ed instradarle alla qualità. Si reinventa così imprenditore agricolo, approdando all’imbottigliamento con l’impervia vendemmia 2003. Niente male no, come prova d’ammissione nel beneamato mondo vitivinicolo?
A MARGINE
Rosso di Montalcino 2014
La sensuale carnosità del frutto stimola ed esalta candore e spigliatezza, la succosità del tratto gustativo allunghi e dinamismo. Da bere e ribere, sans souci.
IN VERTICALE
Tonico e sanguigno, dalla timbrica ferrosa, è vino vibrante e contrastato, segnato da una viva corrente acida e da un tannino incisivo. La ricchezza strutturale e la propensione alcolica, figlie legittime del millesimo, restano ben incanalate entro uno sviluppo coeso e senza “sfrangiature”.
Brunello di Montalcino Bramante 2014 (campione di botte)
Sfumato ed impreziosito da un delicato ricamo floreale, è una sottigliezza apparentemente fragile ad alimentarne la spontaneità. Con il passo sciolto e la trama giocata ”in sottrazione”, l’indole confidenziale rispecchia con coerenza i naturali presupposti di un’annata dialettica.
Brunello di Montalcino Bramante 2013 (campione di botte)
Bella interpretazione di una vendemmia ispirata: punto di maturità ottimale nel frutto ed una freschezza -sia aromatica che gustativa- tale da far la differenza. Bevibilità ed eleganza vanno a braccetto, contribuendo alla riuscita di un vino decisamente a fuoco e ben disegnato.
Brunello Riserva Bramante 2013 (in botte da 10 hl nuova)
Il rovere imbriglia le trame di un vino “carrozzato”, di adeguata densità e fiero temperamento. Tannini ed acidità scalpitano ancora, chiedendo tempo. Non senza ragione. E’ un vino di spessore infatti: quel tempo se lo merita.
Brunello di Montalcino Bramante 2012 (in bottiglia dal mese di settembre 2016)
Buona dolcezza di frutto e buon componimento, senza graffi, a fuoco. Rende un’idea di purezza. Al gusto conserva tono, ampiezza ed equilibrio. Davvero interessante, a sancire una crescita di personalità e di consapevolezza rispetto a certe discontinuità del passato.
Brunello di Montalcino Bramante 2011
Qui un’idea di peso e di volume in maggiore evidenza rispetto al solito. E’ “abbracciante”, largo, pieno, con una dote tannica rugosa e con un lieve deficit in sfumature. Meno articolato del 2012, quel che non gli manca è la presenza scenica.
Brunello di Montalcino Bramante 2010
Succoso, acido, un po’ rigido nell’incedere ma quantomeno fresco e ficcante, è uno dei Brunello più affilati mai prodotti da Sanlorenzo; e se manca dell’espansione che segni la differenza, l’orgogliosa sua reattività lascia lampeggiare un futuro on its side.
Brunello di Montalcino Bramante 2009
Una certa esuberanza nelle forme e il malcelato temperamento alcolico non incidono più di tanto sull’assetto aromatico, dove note di macchia mediterranea e spezie fini vivacizzano da par loro il quadro. Un pizzico di dolcezza in esubero sposta invece l’asse dell’equilibrio al palato, contribuendo a fargli assumere un tratto gustativo dai toni fin troppo concilianti.
Brunello di Montalcino Riserva Bramante 2006
Bel “portamento” aromatico, e bella silhouette: intriganti accentature fumé a commento di un gusto ritmato, incisivo ma anche sensualmente armonioso, in grado di rilasciare succo e sapore. Il miglior conseguimento di Sanlorenzo attualmente in bottiglia. Il primo, in ordine di tempo, a fare intendere di possibilità e di potenzialità.
Brunello di Montalcino Bramante 2005
Fresco ed affusolato, i sentori di ghianda annunciano evoluzione (controllata) ma la trama è ravvivata da una corrente acida ancora “in tiro”. Sì, è vero, qualcosa lì in mezzo manca, ed è ciò che toglie piena continuità al sorso. Se non altro, a giovarsene, sono la scorrevolezza ed un’idea di sana bevibilità: il segno di una vitalità che non sfiorisce.
Nella prima foto la famiglia Ciolfi riassunta in tre generazioni: il nonno Bramante (recentemente scomparso), il padre Paolo e Luciano.
Le foto in esterna sono state scattate durante un inusuale tramonto invernale, dove i colori del cielo si confondevano con quelli della terra, rendendo al contesto una attraente quanto primitiva selvatichezza.
Grazie Fernando!!!
a presto
L