E l’affermazione troverebbe ancora maggiore evidenza se si avesse l’opportunità di confrontare in uno stesso contesto vini, anche ben riusciti, di annate precedenti come la 2011 e la 2012, con vini della vendemmia 2013 : il confronto, a tratti, potrebbe risultare impietoso. A favore della ’13, ovviamente. Perché il respiro, l’integrità, la tonicità e la freschezza, sia acida che tannica, che ispira ed alimenta gli esemplari migliori derivati da questa annata non lasciano adito a dubbi: siamo su alti livelli. E su alti livelli resteremo anche nel prossimo futuro, quando un provvidenziale periodo di affinamento avrà giocato a favore di equilibrio e di armonizzazione.
Ebbene questa bellissima degustazione, didattica ed emozionale al tempo stesso, ha fatto emergere a piena luce la cifra stilistica, gli approdi espressivi e le potenzialità di alcune etichette di punta dell’enologia toscana, muovendosi con disinvoltura fra Chianti Classico nelle tipologie Riserva e Gran Selezione, per approdare poi ad una serie di IGT di chiara fama. Lo ha fatto prendendo a riferimento – attenzione – vini che sono in procinto di uscire sul mercato, o che sul mercato usciranno fra un po’. Per questa ragione, vini decisamente “attuali”.
Ah, tanto per essere chiari fino in fondo: stiamo parlando di Sangiovese, e questo è. O perlomeno questo è nella stragrande maggioranza dei casi, dal momento in cui alcuni dei vini qui raccontati potranno contemplare, assieme a una quota decisamente maggioritaria di sangiovese, percentuali minori di altre uve autoctone come colorino, canaiolo, malvasia nera e via discorrendo, ed è il caso soprattutto di certi Chianti Classico.
Infine, l’ordine accordato al racconto rispetta pedissequamente l’ordine di apparizione in sede di degustazione (cieca).
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PARTE PRIMA
ROCCA DELLA MACIE – CHIANTI CLASSICO GRAN SELEZIONE SERGIO ZINGARELLI 2013
Sì, le celebri “terrazze” delle Macìe, a Castellina in Chianti, reinnestate a vite nei primi anni Duemila, iniziano a lanciare i primi concreti segnali in termini di identità. Ciò che in questo 2013 si evidenzia grazie al candore fruttato – portatore sano di suadenza, eleganza e calor buono -, ad uno spettro aromatico ampio e dispiegato (anche sul versante floreale), ad un tatto vellutato scandito da un gusto morbido e levigato solo leggermente veicolato dalle dolcezze dei legni e dall’alcol.
Un vino, insomma, che non nasconde le proprie intimità e la cui personalità può vantare oggi ben altri sottotraccia ed attributi, aldilà della corazza protettiva offerta dalla inappuntabile manifattura tecnica.
I FABBRI – CHIANTI CLASSICO RISERVA 2013
Nel “sentimento” di fondo, più che nella complessità, dimora il suo potere attrattivo. In quel profilo fresco ed affusolato, in quel portamento elegante cadenzato dal fiore e dall’agrume, in quella purezza essenziale c’è il segreto che non scordi.
CASTELLO D’ALBOLA – CHIANTI CLASSICO RISERVA 2013
La buona sensazione tattile instrada poi un sapore continuo e coerente, dove il ritmo gustativo resta scandito nella contrapposizione fra accenti balsamici e vegetali ed altri più dolci e maturi, un “contraddittorio” ancora da risolversi sul piano dell’equilibrio ma dal quale lampeggia di già una connaturata attitudine alla piacevolezza.
CASTELLO DI VOLPAIA – CHIANTI CLASSICO RISERVA COLTASSÁLA 2013
Il riappropriarsi della nobile allure passa oggi attraverso la qualità del disegno, l’articolazione, i ritrovati equilibri, la cura estrattiva, a concretizzare vini profondi e fruttati, di fedele aderenza territoriale.
Così è per questo avvincente Coltassàla 2013, dallo sviluppo tonico e incalzante, innervato da stimoli sapidi e corroborato da una espressività aromatica variegata e seducante, che spazia dai frutti neri alle spezie, dalle erbe chiantigiane all’agrume.
CASTELLO DI VOLPAIA – CHIANTI CLASSICO GRAN SELEZIONE IL PURO 2013
Ebbene, il Puro 2013 ha aperto una breccia importante nel cuore delle mie perplessità, al punto tale da costituire la sorpresa più bella di questa luminosa degustazione settembrina. E questo grazie alla superiore finezza, alla sensualità e alla trasparenza espressiva. E in tutto ciò che si può cogliere da quella trama sciolta, succosa e di grande respiro. Come se non bastasse, ti vien proprio di berlo e riberlo.
BADIA A COLTIBUONO – CHIANTI CLASSICO RISERVA CULTUS BONI 2013
Qui è un rubino d’ordinanza, di brillante trasparenza e luminosità, che ti invita volentieri all’ascolto. Con il ventaglio dei profumi già dispiegato nel verso della freschezza fruttata, con una trama tutta giocata in sottrazione ed innervata da una ficcante corrente acida, avrai il conforto di una beva reiterata che ti farà dimenticare in fretta la leggera latenza in complessità. Insomma, avrai il conforto di una bella compagnia.
Nota a margine: da uve sangiovese in netta prevalenza, con saldo di ciliegiolo, colorino, canaiolo, mammolo, fogliatonda, malvasia nera, sanforte e pugnitello coltivati nei vigneti Argenina e Montebello a Monti in Chianti. Come a dire tutto lo scibile, o quasi, della “ampelografica varietalità” chiantigiana.
LAMOLE DI LAMOLE – CHIANTI CLASSICO RISERVA 2013
Fresco, fragrante, “croccante”, di sincera schiettezza, questo Chianti Classico Riserva 2013, con la sua viva succosità, è al servizio del sapore e della piacevolezza. Il tutto espresso con eleganza e savoir faire. E nelle intimità di un vino coinvolgente i sentori dell’iris ammantano di purezza il quadro dei profumi, contribuendo maledettamente bene a raccontare la propria terra con il linguaggio della autenticità.
ROCCA DI CASTAGNOLI – CHIANTI CLASSICO GRAN SELEZIONE STIELLE 2013
Poi la decisione, negli anni Duemila, di convertire l’intero appezzamento a sangiovese, per rientrare nei ranghi della denominazione di origine Chianti Classico e, nelle intenzioni della proprietà, per rientrarvi con tutti i crismi della razza pura. Bene, se la versione 2009 di Stielle (seconda annata di sempre come sangiovese in purezza) resterà a lungo negli annali del bere bene chiantigiano (e non solo), questa nuova versione targata 2013 non sarà da meno. La sua eleganza ha radici profonde, potresti perderti. I profumi sono “parlanti”, affettuosi, coinvolgenti. In bocca è un soffio di bontà dalla freschezza balsamica e dalle perfette proporzioni, la cui complessità resta dissimulata in un andamento agile, dinamico, di sola anima.
CAPRAIA – CHIANTI CLASSICO GRAN SELEZIONE EFFE 55 2013
Ed ecco che, a distanza di circa venticinque anni da quell’impianto, la sperimentazione in atto ha condotto non soltanto alla vinificazione quanto all’imbottigliamento a sé stante. Ed ecco quindi spiegata quella timbrica “scura”, austera, grintosa e introspettiva che caratterizza le fasi giovanili di questo Chianti Classico, approdato nel 2013 alla terza vendemmia di sempre, la cui eleganza è una eleganza “di portamento”, da ricercarsi soprattutto nel sottotraccia minerale, nella grana sapida del tannino, nel grip e nella persistenza.
Nel frattempo, un fondo di spezie, grafite e sottobosco accompagna l’eloquio di questa nuova annata, il cui passo reattivo e signorile appare ancora parzialmente da sciogliersi. Eppure sai già che potrai attenderne gli sviluppi con incrollabile fiducia, perché se c’è una cosa che ti ispira, fra le tante, un vino così, quella cosa è il futuro.
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Nella foto (di Lorenzo Coli): l’autore assieme a Ernesto Gentili e Claudio Corrieri
Note finali: i dovuti ringraziamenti vanno in primis ad Ernesto Gentili, amico e collega di chiara fama, per avermi reso partecipe di un evento importante; in secundis a Claudio Corrieri e allo staff del Ristorante Lo Scoglietto di Rosignano (LI), per la location, la simpatia e i cibi.
Degustazione effettuata nel mese di settembre 2017