La risposta non è così semplice né immediata, ma provo a tirare le fila di una ventiquattr’ore consacrata ad un vino-vitigno di cui poco sapevo ma che mi incuriosiva. In assaggio, al chiostro di San Niccolò nel centro di Spoleto, 45 vini di 27 aziende umbre hanno offerto un quadro completo della produzione, che in tutta la regione vede impegnati 50 ettari vitati destinati ad una varietà dalle caratteristiche ben precise, come una resa per ettaro piuttosto limitata (che significano 50-60 ettolitri), una maturazione molto tardiva che porta la vendemmia fino ad ottobre inoltrato, una spiccata acidità e profumi erbacei e floreali che con l’invecchiamento possono virare verso sentori balsamici e di idrocarburi.
Ho degustato circa trenta campioni e ciò che è emerso è una diversità piuttosto marcata, anche se un filo conduttore in
In che direzione stiano andando i vignaioli che nel Trebbiano Spoletino stanno ancora investendo non è apparso molto chiaro, e solo il tempo potrà svelare l’arcano. Pensiero mio è che dovrebbe essere accolto ed apprezzato per la sua istintività ed immediatezza e per il suo essere un buon compagno della tavola, senza ricercare in lui ciò che forse non potrà mai dare, ovvero complessità.
Di seguito gli assaggi che hanno lasciato un bel ricordo.
Il naso rivela un bel mix tra sentori minerali e floreali. La bocca è carnosa e persistente, fresca di un’acidità equilibrata ed invitante.
Il bouquet è ricco, ferroso, composto da fiori di camomilla e succo di pesca. Il sorso è asciutto, piacevolmente tannico e succoso.
Trebbiano Spoletino Doc Superiore 2017 – Agricola San Sabino
Trebbiano Spoletino Igt Umbria Le Tese 2016 – Romanelli
L’impatto al naso rivela una leggera ma piacevolissima ossidazione, affiancata da sentori di fiori bianchi e note minerali. All’assaggio è fragrante, “sgrassante”, dal tannino delicato e dall’acidità spiccata e piacevole, ciò che dà vita ad un vino dalla fatidica spinta in più.
Contributi fotografici dell’autrice