In ricordo di Vasco Sassetti

7
12283

Qualche giorno fa se ne è andato Vasco Sassetti, vignaiolo autentico in quel di Montalcino. Ma non solo. Vasco è stato un grande affinatore di formaggi. Fino a qualche tempo fa pure un norcino. Conoscerlo per me ha significato fare un tuffo salvifico nella semplicità contadina che impregna le cose e gli umori, quella schietta e umorale, senza prosopopea o puzze sotto al naso. Quella che si fa ricordare. Vasco era intriso della sua campagna; finanche la sua fisionomia sapeva di lei. E’ stato uno dei primi produttori ilcinesi che ho conosciuto, 14 anni fa, nella sua Osteria del Bassomondo, a Castelnuovo dell’Abate, immancabile al tavolo di lato della sala, a pranzare con tutta la famiglia. Altre occasioni seguirono, e al Bassomondo ancor oggi difficilmente rinuncio durante le mie trasferte in loco, foss’anche per acquistare un pezzo dei suoi celebri formaggi. Straordinaria la bontà di quei caci, spesso inarrivabile quella degli stagionati. Ricordo poi la visita alla sua cantina odorosa, e il sapore forte e sanguigno dei vini in affinamento. Appunto, i vini. Vini che non sono programmati a tavolino, casomai tutto il contrario: terrosi, viscerali, a volte sgrammaticati, ti urlano in silenzio tutto l’attaccamento alla propria terra. Assaporarli rappresenta un viatico ineludibile per capire l’essenza del Brunello in un bicchiere. Non te la mandano a dire la loro appartenenza, e a quei bicchieri generosi, maschi, veraci, resta attaccato il ricordo mio più bello di un uomo dalla personalità mite, amabilmente schivo, che combatteva con le armi della sola esperienza sul campo le battaglie per la visibilità e il mercato. Vasco ha rappresentato una idea di ruralità che va disperdendosi. A quella idea non appartiene l’altezzosità, bensì il privilegio dei gesti piccoli e delle parole semplici.

L’ultima volta è stata al Vinitalì, nell’aprile scorso. Apparentemente (ne rimasi sollevato) in forma e molto disponibile, abbiamo parlato a caldo della valanga di notizie spiacevoli che si stava abbattendo in quei momenti sulla Montalcino vitivinicola. Ha risposto con flemma e misura, ché mi sono persino sorpreso. L’ho accompagnato poi al suo stand (assieme all’enologo di sempre Claudio Gori) e lì ho potuto constatare i progressi ultimi nella produzione: un inusuale garbo espositivo faceva capolino dalla proverbiale scorza austera del sangiovese “sassettiano”. Sì, il Brunello 2003 di Vasco Sassetti è uno dei migliori del tribolato millesimo. Vi si respira autenticità, senza infingimenti. Quel bicchiere ci insegna come la sapienza vignaiola la si misuri soprattutto nelle annate difficili. Restano i vini, restano i ricordi. Restano le parole di un pezzullo ispiratomi qualche anno addietro da un folgorante Rosso di Montalcino. Lo intitolai “Vasco’s song” e terminava così:”… con quell’aspetto un po’ arruffato, la barba distratta, il capello allergico al pettine, la testa che ragiona per i fatti suoi, (Vasco) sembra proprio appartenere ad un altro mondo, un mondo lontano dai suoni e dal caos, che in cuor tuo intuisci puro e incontaminato. Della terra quella figura di uomo, e quei vini, raccontano l’anima. A loro modo. Interpretandola. Ti raccontano una “visione contadina”, questo è, che resiste e che respira. Non c’è momento della mia scrittura in cui non aspiri, a quel mondo, di appartenere“.

FERNANDO PARDINI

7 COMMENTS

  1. Ciao Fernando
    solo adesso a notte inoltrata ho letto con attenzione il Tuo ..beh lasciami andare poesia Contadina, termine che amava tanto un Nostro comune Amico GINO! Hai saputo cogliere con parole Vere l’esenza di Vasco, sappi che non ha mai smesso di essere un abile norcino, l’altro anno per il piacere Suo e dei Suoi Amici ha fatto anche il salame di pecora e una ammazza fegato di Cinta da lasciare senza fiato.
    Sì, i Suoi vini erano la sua Anima, io ho solo dato la possibilità a loro di esprimersi nel tempo. Il tavolo, sì quel tavolo a cui tante volte ho avuto l’onore di mangiare assieme di fare programmi, beh sempre con il Suo valido ingegno di Sana confusione, che ha sempre riportato nel Suo Vino Vero Essenza del Suo essere, i suoi calzoni a mezz’asta, la cerniera sempre abbassata, il Suo capello indomito, la barba quando si ricordava di raderla. Ma sempre SE STESSO ! Grazie Fernando, a presto, a camminnare nelle Vigne di Vasco con un calice del Suo Vino Sangiovese Frutto della Sua Terra! Ma come diceva sempre lui: ” Io un ci capisco nulla nel Vino ma mi piace”.
    Essere Se stesso sino in fondo!!!
    Grazie Grazie Grazie.

  2. Ecco un mio pensiero verso un Grande Vignaiolo

    Ciao Vasco ricordi, ricordi, ricordi, ventitre anni fa ci siamo incrociati, annusati, tu diffidente io appena iniziato alla, beh… viti cultura e enologia? Parolona! Tuo padre che era un Viticultore come ha coniato tale parola Gino Veronelli, mio padre putativo, quante battaglie con Tuo Padre che assaggiava tutte le vasche e mai, mai che non trovasse la migliore a quei tempi destinata al Brunello, e io piccolo enologo in prestito alla enologia, mi rifiutavo di venderla a Lui, da lì una immediata armonia di affinità con Te, persona pura commerciale, ma fondamentalmente attaccato, radicato alla TUA Terra di cui conosci ogni frammento, ogni persona. E Tu mi hai insegnato in tanti anni, ma forse pochi, che sono le persone che fanno le grandi uve, il vino non è solo che una conseguenza di una grande uva.

    Beh lo abbiamo dimostrato sino a tre anni fa, vinificando in quattro diversi posti, in situazioni … folli, ma Grandi Vini, come ci hanno detto gli altri non certo Tu, che con la Tua modestia mi hai insegnato come gli altri Ti esaltavano, Ti portavano alle stelle per i Tuoi prodotti, ricordo con Te degustazioni in Svizzera, Germania, in azienda, da Te dove parlando strettamente Ilcinese hai sempre chiaramente detto : “io un ci capisco nulla, ma a me sembra un buon vino, ed è fatto con le mie migliori uve, raccolte anche dopo due tre settimane che gli altri avevano finito la vendemmia!”

    Questa vendemmia non è stato possibile frenare la Tua fretta, ma io ho compreso ed accettato il Tuo stato di animo, volevi, scusa Vuoi che la Tua uva nella Tua ultima opera di arte sia in cantina e faccia il Suo corso per un Grande Vino! Grande vino che Tu e io immodestamente abbiamo sempre difeso, nella nostra idea: Sangiovese, botti grandi, uscire spesso un anno dopo gli altri perché… disorganizzati? o semplicemente convinti che non era pronto! Cinque anni fa la grande crisi, i Tuoi, permettimi Vasco i “Nostri” in grande crisi perché non moderni, senza aggiunta di barriques, solo Sangiovese, le Tue battaglie con i giornalisti, che venivano alla Tua Osteria del Bassomondo a pranzo e Ti dicevano bene dei Tuoi/Nostri vini ma che non avrebbero mai incontrato i loro favori e Tu! Duro convinto della verità di fare il vino con GRANDI UVE!

    Abbiamo avuto momenti difficili di scontro e devo ammettere che Giovanna è stata una grande bilancia nei Nostri confronti, con la Sua semplice realtà di Grande Donna, quante volte Ti ha detto: “se fino a ora Claudio insieme a Te ha fatto dei buoni vini perché cambiare! Parlate.” Quante battaglie scontri, divergenze, ma sempre uniti in tanti anni, anche ora mi chiedi umilmente…. Ma come è andata la vendemmia? Io Ti conforto perché è la verità, ma Voglio averti vicino sempre con me perché tanto mi hai dato e mi darai professionalmente, ma sopratutto umanamente.

    Perché il vino non è solo chimica ma è qualcosa in più che Tu mi insegni anno dopo anno, passione, voglia di sentire, ascoltare vedere, poesia e soprattutto, pragmatismo.

    Vasco potrei parlare giorni di Te, della Grande Fiducia che mi hai donato, ma voglio solo fare conoscere a chi non Ti consoce quanti grandi Brunello hai creato, con la semplicità di una Grande filosofia che mi hai donato: fare un Grande Vino con Grandi Uve. Ricordi quando dieci anni fa hai scoperto il Monte Cucco? Vi era la corsa ai terreni di Montalcino verso l’Orcia e Tu, semplicemente, era domenica come oggi, mi hai telefonato, dicendomi, ma se io vado di là dall’Orcia non è che i terreni sono uguali? Mah, vediamo… dissi come risposta. Dopo una settimana eri ad acquistare i primi 5 ettari, ma come!? Anche in questo Sei eccezionale, semplice pragmatico, hai fatto il compromesso su una cedola del blocchetto degli assegni, hai capito l’importanza dell’attimo e non Ti Sei perso d’animo e così hai creato il Tuo sogno nel Monte Cucco. Questo anno abbiamo vinificato le prime uve d.o.c. Monte Cucco, grandi uve!

    Sono fiero, lusingato della Nostra Amicizia, mi hai dato anche la maniera di avere nel mio lavoro il grande biglietto da visita che è Vasco Sassetti, che come dico che sono l’enologo della Tua azienda nei paesi tedeschi mi stendono il tappeto rosso, come tutti i Grandi, non hai per il momento avuto uguali grandi riconoscimenti nel Tuo paese, in USA sei arrivato anche lì a grandi riconoscimenti, ma lo dice la storia… nessuno è mai profeta in patria sua.

    L’ultimo atto della Tua enorme energia lo hai voluto donare a tutti Noi di cui hai stima, riconoscenza e fiducia, nei Tuoi ultimi momenti, Tu che Sei giunto al momento dell’arrivederci, sotto il grande albero, hai la forza di volerci, parlare uno a uno, per chiarire il Tuo volere sull’azienda, sul lavoro, in una maniera del tutto altruista, senza pensare all’egoismo che non esiste in Te, mi hai dato le tue ultime volontà per portare avanti, quanto hai lasciato ai Tuoi Cari, che possano così portare avanti, le Tue vigne, la filosofia del Tuo vino, con serenità e dolcezza, come una cosa del tutto normale, perché è normale in effetti questo passaggio, Grazie.

    Vasco Sei un Grande, mi insegni ogni volta qualcosa e io mi impegno a dare alle Tue Uve la migliore strada da percorrere. Sino ad adesso abbiamo dato il massimo, da ora in avanti ancora di più perché lo meriti, per la voglia, il coraggio, l’energia che hai e profonderai per la Tua, Terra, Terra, Terra.

  3. ciao Vasco sei stato grandissimo, ho conosciuto i tuoi vini in germania da un collezionista ne aveva una catasta immensa
    ne rimasi sorpreso in tale occasione assaggiai i tui vini me ne sono innamorato grandi grandi superbi.
    Ciao grazie delle emozioni che mi hai dato in vita ed in bottiglia ciao lido

  4. Agli appassionati polacchi di enoblog ho appena suggerito la lettura, tramite il traduttore on line google, di questo bel pezzo. Ogni volta che si parla di lui, della sua osteria, dei tavoli di legno all’aperto e del vino che comincio’ a vendere sfuso, piango ancora di commozione, perche’ mi ritrovo quarant’anni piu’ giovane. Un uomo così non muore mai. E’ profondamente radicato e vive, non e’ mai morto, nel mio cuore.

  5. Voglio bene anche a te e a tutti voi de l’Acquabuona, Fernando, per aver ospitato i miei primi scritti sul vino, per quelle bottiglie del vostro primo vino che hanno siglato una lunga amicizia, non vi dimentico mai. Vasco sapeva unire la gente con i suoi lunghi tavolacci di legno massello sotto la scala con i vasi di fiori. E voi siete rimasti così, proprio come voleva lui. In vino verits.

  6. Beh, questo tuo pensiero è proprio bello, oltre che gentile. Lambendo pericolosamente la zuccherosità e la dolce malinconia, meglio fermarci qua. Ci siamo capiti e la stima – savasandir – è reciproca.

    fernando

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here