Vigne Deriu. Respiro sereno di Sardegna

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Vigne DeriuNon capitano spesso vini in cui si riconosce il carattere delle persone che li hanno fatti;  i vini di Gavino e Margherita Deriu sono così: li rispecchiano appieno. Assaggiarli rimanda direttamente al loro carattere: accogliente, pacato, sereno, solido.
Sardegna, a meno di 20 chilometri da Sassari, lungo la statale che porta verso Cagliari; la casa e le vigne dei Deriu si trovano a Codrongianos, sulle colline del Coros punteggiate di pascoli e campi di grano, a circa 300 metri d’altitudine.
Tutto iniziò con Tiu Filippu, il padre di Gavino, che piantò le prime vigne per vendere il vino sfuso. Fece in tempo, dopo decenni, a fare la prima vendemmia destinata all’imbottigliamento in proprio, la 2006, e a lasciare il testimone al figlio. Se ne andò l’anno dopo, con la vigna ormai in mani salde.

Di Tiu Filippu rimane la vigna vecchia, ed è la prima cosa che Gavino Deriu  indica quando presenta la sua azienda: là ci sono splendidi cloni di cannonau, che danno vino elegante e austero. Poi negli anni Gavino ha impiantato il vermentino, il moscato e anche un po’ di cabernet, e l’azienda ha fatto grandi passi in avanti, arrivando ad esportare fino negli USA e a conquistare nell’estate 2013 la medaglia d’oro all’Internationale Weinpramierung di Zurigo per il vermentino. Eppure, per far conoscere il suo lavoro, Gavino Deriu parte dalle origini, dal vino sfuso, che continua a produrre ancora oggi per la clientela locale. Sul far della sera arrivano alla spicciolata i clienti:
«Gavì, vinu a bi nd’hat?»
«Eia, siamo una cantina, sennò…»
«Allora unu de biancu e kimbe de nieddu!»

filari Deriu

Ce ne fossero in giro vini sfusi così, a questi prezzi: 2,40 euro al litro sia per il bianco sia per il rosso; il vermentino è buono, caldo e largo in bocca grazie a una leggera sovramaturazione che Gavino gli fa fare per averlo più pastoso; il rosso è un cannonau della vendemmia 2012, trasparente, fruttato beverino, piacevolissimo. Poi 3,30 euro per il rosso superiore da cabernet e cannonau, e 4,70 per il moscato dolce.

Tra un cliente e l’altro c’è tempo per una visita alla cantina nuova, con le vasche in acciaio dove Gavino spilla il cannonau 2012, che poi svolgerà la parte finale dell’affinamento nei tini in cemento. Fruttatissimo al naso, inizia a far vedere un lato minerale, mentre in bocca è già morbido e piacevole. Di caratura ancora superiore il cannonau atto a divenire riserva 2012: proviene dalla vigna vecchia piantata da Tiu Filippu nel 1974 partendo da cloni tramandati in famiglia: rubino intenso e vivissimo, naso più sobrio e di classe, frutta, china, erbe mediterranee, in bocca è raffinato, vellutato, scorrevole, ancora un po’ da attendere; farà un breve passaggio in botte. L’impostazione di Gavino, che è assistito dall’enologo Angelo Angioi, è quella di non forzare le estrazioni e di perseguire l’eleganza e la bevibilità.

Gavino Deriu Prima di passare ai vini imbottigliati, mi guida fuori, nelle vigne, dove un bellissimo sole sta per tramontare dietro le alture calcaree intorno a Sassari. La tenuta oggi conta 9 ettari, di cui 6 vitati; gli chiedo se ha intenzione di piantare altre vigne. «Bisognerà vedere cosa vuol fare Filippo, mio figlio. Ha 17 anni e studia agraria… Se avrà la passione di lavorare la vigna allora…»
Da Tiu Filippu a Filippo… e con orgoglio Gavino mostra, in un angolo della vigna, il vivaio che lui stesso ha realizzato, prendendo dai migliori ceppi della vigna del padre le marze da innestare sul selvatico. Un piccolo vivaio di moscato, e un piccolo vivaio di cannonau. «Questa è una cosa che faccio per passione, per salvare i cloni di famiglia; tra l’altro l’Anas costruirà una strada passando dalla nostra proprietà, e dovremo espiantare buona parte della vigna vecchia… Ma è un lavoraccio; con gli innesti fatti in loco, attecchisce solo il 50% delle marze.» Il piccolo vivaio è come un laboratorio a cielo aperto, vi si possono osservare le diverse risposte delle marze al portainnesto; alcune piante in un anno producono un Vigne Deriutralcio enorme, da 2 centimetri e mezzo di diametro, altre invece non si adattano e muoiono, altre attecchiscono regolarmente. Colpisce la passione che Gavino ci investe, ed in effetti lì c’è la storia della sua famiglia, il patrimonio genetico di una vigna che si apre alle novità, ma mantiene salde radici nel passato.
Il sole che tramonta disvela la sapienza nel progettare i diversi settori vitati: le parti più in alto, che a una prima occhiata sembravano le migliori, adesso sono in ombra a causa della conformazione del colle vicino: e infatti non sono piantate a vite; in futuro c’è l’intenzione di coltivare qui gli ulivi. Le porzioni vitate intanto si prendono tutto il sole, fino al completo tramonto.
Nei filari dove è passato il trattore a lavorare, la terra è rotta in grosse zolle riarse; è un terreno argilloso-calcareo, in grado di dare personalità e mineralità ai vini.

Gavino passa tra i filari e potrebbe stare ore a raccontare, a indicar viti, tracce di animali, segni delle stagioni, del fatto che preferisce allevare il vermentino a guyot, e il cannonau e il cabernet a cordone speronato… Non si tira indetro alle domande, parla con trasporto e mentre lo ascolti ti rendi conto di cosa voglia dire passione per la terra. Tu magari non te ne accorgi ma lui ti fa notare che in un campo in fondo al podere, dove oggi ci sono le stoppie del grano mietuto, si vedono spuntare germogli di vite selvatica: lì tanti anni prima c’era una vigna piantata dal padre (oltre al cannonau c’era anche il cagnulari), poi espiantata e venduta dai soci (erano gli anni in cui il vino non girava, e la vendita dei diritti di impianto sembrava conveniente…) infine ricomprata con caparbietà… e forse fra qualche anno da rimettere in produzione.

Cannonau Vite

Il giro delle vigne si riallaccia al suo inizio, alla vigna vecchia, per vedere da vicino i grossi ceppi contorti di cannonau, e constatare in modo evidente che il loro frutto ha un quid di diverso, un’alterità che non va dispersa, ma moltiplicata in nuove barbatelle.

Margherita e Gavino DeriuÈ il tramonto, e Margherita, la moglie, si unisce alla conversazione mentre prepara il pane e le bottiglie per l’assaggio. Quelle stesse bottiglie, che partiranno a breve per New York, la California,  la Svizzera; la maggior parte del vino venduto va infatti all’estero, e si sente nella voce di Margherita la felicità di far conoscere quei suoi vini fuori, al pari della soddisfazione di vendere il vino sfuso agli amici locali, o ai turisti estivi che passano perché hanno sentito parlare bene di loro.

I VINI

Vermentino di Sardegna DOC 2012 (13,5%)
La bottiglia che ha aperto ai Deriu le porte degli Stati Uniti: di esso si è appassionato Ian D’Amore, importatore di vino americano, che ha voluto prima conoscere Gavino e Margherita, e poi inserire i loro vini nel suo catalogo; oggi il nome Deriu ad esempio è presente sugli scaffali di Eataly New York.
Il 2012 ha un colore paglierino dai riflessi dorati, un naso fresco e complesso, bilanciato tra il lato minerale e quello floreale, e poi pesca e accenni di lievito, e ancora erbe aromatiche come la salvia e il timo, e ancora il talco…
In bocca è equilibrato, sapido e succoso, dal buon corpo, non esplosivo, anzi coerente e bilanciato. La persistenza, grazie alla sua caratteristica sapidità, è lunga e rinfrescante. 9.80 euro il prezzo in cantina al cliente privato.

Vermentino DeriuVermentino di Sardegna DOC 2011 (13,5%)
Colore paglierino dal riflesso dorato più ricco del 2012, naso se possibile più espressivo, più caldo, etereo e mediterraneo. Rispetto al floreale dell’anno successivo, qui si ha ua carattere più fruttato, e al contempo le note di macchia mediteranea si fanno ancora più evidenti. Grande raffinatezza in bocca: si presenta un po’ più sulle sue in apertura, ma ma il suo sviluppo è lungo e in crescendo, discreto, avvolgente, con un accento finale costituito dal retrogusto amarognolo e note agrumate.

Cannonau DeriuCannonau di Sardegna DOC 2011 (14%)
Rubino dalla bella unghia violacea, sanguigno. Il naso è morbido, bilanciato tra note fruttate e accenni vegetali. In bocca è vivo, scorrevole, fresco, ancora giovane ma compiuto, ha una sua grazia, predilige i toni non urlati, un vino delicato e sereno. Al consumatore, in azienda, a 9 euro e 80.

Tiu Filippu DeriuTiu Filippu IGT Isola dei Nuraghi 2009 (14,5%)
La prima annata prodotta di questo blend di cannonau e cabernet sauvignon è stata la 2006. Il nome del vino fu una scelta naturale: il padre di Gavino morì infatti l’anno successivo a quella vendemmia, e così nacque il Tiu Filippu. Che in origine era cabernet in purezza, mentre oggi la proporzione è di 70% cannonau e 30 % cabernet (solo quest’ultimo fa un passaggio in barrique, mentre il cannonau fa acciaio e cemento).
Alla vista è rubino intenso dall’unghia violacea, il naso è caldo e rimanda a sentori animali, di cuoio, poi frutta rossa scaldata dal sole, lievi accenni vanigliati. In bocca è ampio e morbido, e nelle percezioni retronasali sfoggia un sottile e piacevole erbaceo che rinfresca la beva, andando a bilanciare la morbidezza alcolica. Il costo in cantina per questo vino di punta è di 18,50 euro.
«Bisogna avere il coraggio di saper aspettare; certo, sono capitali immobilizzati in cantina, ma io questo vino voglio venderlo solo quando è pronto», racconta Gavino. «Nel 2006 – aggiunge Margherita –  quando siamo passati dallo sfuso all’imbottigliato, ci siamo trovati con la cantina piena… tremavamo, ma eravamo convinti della nostra scelta». La loro prossima sfida è rappresentata dai solfiti; stanno documentandosi per aderire al protocollo Freewine, per abbattere i solfiti aggiunti.

Oro Ere  vigne DeriuOro Ere bianco da uve stramature 2009 (15%)
Oro Ere è il nome del monte di fronte a Codrongianos, lo abbiamo davanti, tinto d’oro antico, in questo tramonto struggente di sera estiva. E anche nel bicchiere questo vino, da uve moscato, è oro brillante. Il naso bilancia sensazioni eteree a albicocca passita, insieme a una sensaione di cera d’api. In bocca è dolce, ampio, morbido, di ottima bevibilità, ideale da godere in compagnia.

Quasi vorresti che il tramonto si fermsasse, e prolungasse il piacere di questo incontro con l’ospitalità di Gavino e Margherita, persone piacevolissime. Come i loro vini. Affidabili, sinceri, dotati della discrezione dei vini che hanno un passo in più: la bontà del terroir e la mano ferma e generosa di chi li produce.

Visita in azienda effettuata nell’agosto 2013

Azienda Agricola Deriu Gavino & C.S.S.
Cantina: Località Signoranna – Codrongianos (SS)
Telefono +39 079 435101 – Fax +39 079 435101 – Cell. +393474830449
e-mail: info@vignederiu.it
http://www.vignederiu.it

 

GALLERIA FOTOGRAFICA

Paolo Rossi

Paolo Rossi (p.rossi@acquabuona.it), versiliese, laureato in lettere, lavora a Milano nel campo editoriale. Nel vino e nel cibo ricerca il lato emozionale, libertario, creativo. Insegue costantemente la bottiglia perfetta, ben contento che la sua ricerca non sarà mai appagata.

6 COMMENTS

  1. vorrei sapere se la plastica a forma cilindrica attorno al fusto della vigna in allevamento e’ utilizzato a scopo preventivo in azioni di diserbo nell’interfila. Grazie

  2. Complimenti per il lavoro che avete svolto di innovazione, dimostrando una competenza qualificata, essendo un tecnico “sul campo ” da molti anni
    sono interessato ad una visita nella vostra azienda.

  3. @ Alex e Alberto: lascio la parola a Gavino Deriu, che sicuramente è la persona giusta per rispondervi. Magari non risponderà subito: in questo esatto momento è in vigna a vendemmiare il cannonau!

  4. Alex,
    i tubi in plastica verde accompagnano le nostre le barbatelle nei primi 3 anni di vita, li abbiamo dovuti inserire per proteggerle le giovani piante dai “conigli selvatici” che dalle nostre parti sono particolarmente numerosi e voraci. Spesso le capre dei nostri vicini ci fanno visita e quindi non abbiamo voluto rischiare di trovare brutte sorprese. Questo inverno quando le piante saranno ben lignificate toglieremo questi brutti tubi verdi e li conserveremo per utilizzarli nei i prossimi impianti.

    Gavino Deriu

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