Le proposte (interessanti) di Proposta Vini

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proposta-vini-1Siano lodati, sempre siano lodati, quei ristoratori e quegli enotecari che vanno a caccia di novità, rincorrendo magari aziende piccole e sconosciute, assaggiando, discutendo, sacrificando il giorno di chiusura (ma se la passione c’è, il sacrificio lo si fa volentieri) fra vigne e cantine, o per partecipare ad eventi e degustazioni in giro per l’Italia ed oltre.

Ma dove non può arrivare la ricerca personale, possono venire in aiuto le selezioni curate dalle case di distribuzione, che setacciano il panorama vitivinicolo italiano ed estero, scelgono e propongono. Ce ne sono tante, ognuna con la propria sensibilità e, naturalmente, con la propria competenza. C’è chi punta maggiormente sui grandi nomi, quelli “da vetrina” (che pure servono in una carta!), e chi invece riesce ad incuriosire grazie a scelte più originali.

Quest’anno, girovagando un po’ fra i vari eventi tematici periodicamente organizzati, ci è parso che si stia sviluppando una curiosità sempre maggiore verso le proposte della trentina Proposta Vini (pardon per la ripetizione), spesso raggruppate in progetti tematici (Riesling, bollicine italiane, vini delle isole minori, vini estremi…) e che sono state squadernate quest’anno nel nuovo spazio lucchese di Satura, un luogo enorme dove si può esprimere il talento dello chef Cristiano Tomei (anche stella Michelin nel suo Imbuto a Lucca), ma anche fungere da mercato delle carni (firmate Michelangelo Masoni), di formaggi, ortaggi, gastronomia scelta. Ed ecco qualche risultato delle nostre perlustrazioni.

Europa, continente del Riesling

proposta-vini-7Di Villa Huesgen, Mosella, lo Schiefer Rieslin Trocken 2014 è ampio e intenso, fitto di agrumi e frutta tropicale, succoso e di straordinaria freschezza. Di Johannes Zillinger (Velm Götzendorf, bassa Austria) il Riesling Value 2013, seppur non apertissimo, è profondo, di beva compatta e progressiva: un bianco denso e potente che lascia un retrogusto mielato. Fascia di prezzo più alta per il Riesling Loibenberg 2014 di Reiner Wess (Krem an der Donau, versante orientale della Wachau), che mostra una bella linea olfattiva di pompelmo e lime, per poi distendersi con grande classe in una bocca densa e di notevole impatto.

Dal territorio segnato dal Kamp, affluente del Danubio, colpisce il Riesling Kamptal Reserve Heiligenstein 2013 della cantina Topf. Intense note affumicate, pietrose, piriche, in un vino rotondo, compatto, dal bellissimo velluto, con una perfetta integrazione fra densità e nerbo acido, ed una linea acuta persistente che spinge la beva rendendola vibrante e incisiva.

Oltrepassando un’altra frontiera, arriviamo a Dobrá Vinice, che in ceco vuol dire “bella vigna”. Cantina scavata nella roccia in un parco naturale, protocolli biodinamici nel vigneto, e poi anfore, lunghe macerazioni, niente filtraggi. Il Ryzling Rynsky 2012, dai profumi delicatamente agrumati, dopo un ingresso sul palato un pochino sottotono si riscatta con una elegante leggiadria nella tessitura di velluto, svelando un finale di bella vitalità. Infine, dalla Slovenia, il Rensky Rizling Stajerska 2009, vivo e persistente nel suo carattere minerale e pirico, si mostra tonico e croccante alla beva, fresco, fragrante,  con un bel profilo sinuoso.

Vini di Ustica?

propostaviniSì, vini di Ustica, che arrivano da Hibiscus, anche agriturismo: l’Isola Bianco 2015 (inzolia, catarratto, grillo) è un vino dal fruttato leggero e piacevole, e sfoggia una bella eleganza in una bocca che si esprime ancora sui registri di frutta bianca (pera e pesca). Lo Zibibbo Grotta dell’Oro 2014 si caratterizza per una piacevole maturità al naso e per una bella progressione gustativa al palato, con un equilibrio fra acidità e densità che ne fanno un vino di bella bevibilità. Infine, il passito Zhabib, ottenuto unendo le doti dell’uva fresca e di quella passa, aggiunta in fase di fermentazione: miele ed erbe aromatiche a precedere una bocca in armonia fra dolcezza, dinamismo e reattività.

Da una Sicilia enologicamente più consueta segnaliamo Feudo Disisa, a Monreale. Il Chara 2015 (blend di catarratto e inzolia) sfoggia una bella frutta bianca profonda, confermata in una beva vellutata e persistente; al Nero d’Avola Vuaria 2012 l’altitudine dei vigneti (400 circa) conferisce una bella eleganza ed una spiccata leggerezza in bocca, mentre il Syrah Adhara 2013 (15 giorni di macerazione) colpisce per il naso ampio ed elegante e per la notevole progressione in bocca, dove rilascia un finale fragrante e percussivo.

Alla ricerca delle uve autoctone: il progetto dei Vini dell’Angelo

In Trentino, come del resto in molte altre regioni italiane, vi è una notevole varietà di uve autoctone, che per molto tempo non hanno ricevuto l’attenzione della viticoltura “consapevole”. A torto, perché spesso conferiscono ai vini profumi e caratteristiche originali e quindi interessanti anche nell’ottica della conquista di nuovi mercati. Ora, grazie al supporto della fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, molti di questi vitigni sono stati reiscritti nel Catalogo nazionale delle varietà di uva da vino. Si parla di varietà come le bianche “cinese” (coltivata nella bassa valsugana), altrove nota come vernaccia senese, il lagarino bianco (val di Cembra), la maor (Val di Non e Val di Sole), la paolina dal grappolo molto esteso, la peverella (zona Lavis), il veltliner rosso, la valderbara, la verdealbara; e come le rosse casetta (o foja tonda, o maranela, o ambrosca), franconia, groppello di revò, lambrusco a foglia frastagliata, marzemino gentile, negrara, negrone, pavana, portoghese, rossara, san Lorenzo, schiava nera, turca.

Fortunatamente molte cantine aderiscono al progetto; fra le altre, Casata Monfort, che produce il Blanc de Sers 2015, unione di valderbara, veltliner rosso, nosiola e vernaza, un bianco veramente piacevole, di bassa gradazione (12.5%), che possiede un delicato bouquet di fiori bianchi e una beva vellutata e cremosa. Il San Lorenzo Il Primo 2015, che vede a protagonista l’omonima, precocissima uva (si vendemmia entro agosto in pianura, poco dopo in altura), è un vino fresco, semplice, di bella tessitura al palato anche se manca un tantino di finale.

Pure Vallarom, altra importante realtà trentina che vede una buona parte della produzione certificata bio dal 2011, e bio-vegana dal 2015 (qualifica quest’ultima che riguarda in particolare la interessanti bollicine sia da uve chardonnay che da pinot nero), si cimenta in un vino ricavato da varietà antiche: si tratta del Foglia Frastagliata Vigna Battisti 2014, un rosso dal colore rubino violaceo assai fitto, di bella espressività fruttata (piccoli frutti rossi e neri) e speziata. Ma val la pena ricordare, aldilà delle autoctonie, anche Campi Sarni Rosso 2010, un blend di cabernet sauvignon e merlot che investe il naso con una ventata di frutta rossa e nera, da cui si affacciano sensazioni pepate; in bocca ha grande espansione, apprezzabile equilibrio e notevole slancio finale.

Assaggi sparsi

Nell’interessante panoramica di bollicine italiane ricavate da uve autoctone, che spazia dalla Val d’Aosta alla Campania dell’Asprinio di Aversa, dal Lazio del bombino alla Sardegna del vermentino, segnaliamo il bel Dosaggio Zero 2010 di Ca’ Lojera, una delle migliori realtà del Lugana: intenso, minerale, comunicativo, possiede una bolla molto soffice e un gusto che si diffonde pimpante e saporito, di bella persistenza.

Il bravissimo Fausto Albanesi di Torre dei Beati è diventato vignaiolo a tempo pieno. Ecco il suo Montepulciano d’Abruzzo Cocciapazza 2012, un vino compatto e progressivo, fresco e dal profilo scattante, con una prepotente espansione nel finale. Più leggero, succoso ma meno saporito il Montepulciano d’Abruzzo Mazzamurello 2013. Infine, da non trascurare il Montepulciano d’Abruzzo “base” 2013: fragrante, leggero ed elegante.

Riccardo Farchioni

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