Un Quadri d’autore nella Venezia dei fratelli Alajmo

1
12617

La magia che volteggia tra le calli di Venezia è unica ed irripetibile. Ci hanno provato a Los Angeles a riprodurne l’allure nel distretto di “Venice”… ma mancano il vissuto e quel decadente mistero fitto dei canali e dei muri che vi precipitano a pezzi dentro, tutt’uno con la vita e la morte. Che sia luce piena o nebbia fitta, Venezia ti avvolge e si dipana, s’aggroviglia finendo per lasciarti esausto, dando il meglio di sé quando il sole tramonta e i lampioni accarezzano senza aggredire le ferite delle finestre sprangate e gli angoli usati come orinatoio dai gatti. Lì, nella quiete finalmente libera dalla mano dei tanti turisti che ne invadono sestieri (sono sei i quartieri della città di Casanova) e rughe (dal francese rue), lei finalmente si mostra e si confida.

Circa un anno fa anche Raffaele e Massimiliano Alajmo – anime del tristellato “Le Calandre” di Sarmeola di Rubano, in provincia di Padova – hanno ceduto al suo fascino e deciso di contribuire a scrivere pezzi di storia nella città immortalata da Tintoretto. Come? Imbarcandosi in una nuova avventura tra le vetuste mura del Gran Caffè Quadri di piazza San Marco, per riportarlo agli antichi splendori. “Il nostro motto è ciò che diventa era – spiega Raffaele, Ceo della società – attraverso il Quadri intendiamo far conoscere Venezia, il Veneto e l’Italia”.

Già famoso nella prima metà del 1600 con il nome di “Rimedio” (vendevano Malvasia, vino all’epoca considerato dalle proprietà miracolose), un secolo più tardi il Gran Caffè Quadri venne trasformato in caffetteria, dove la bevanda da tazzina era lunga e scura, alla turca. Mutò anche nome, rilevato da un levantino di Corfù. Nell’Ottocento si aggiunse il ristorante al primo piano, oggi fiore all’occhiello dei fratelli Alajmo inaugurato il 2 giugno 2011. Alla tavola delle feste hanno affiancato il bar (qui abbiamo degustato il miglior caffè della città: due sole miscele, Indian e Haiti) e una saletta meno impegnativa dove gustare la cucina firmata Alajmo spendendo poche decine di euro.

Interno ABC Quadri

Così mentre nel ristorante al piano superiore dove l’antico si fonde nel moderno dei disegni schizzati sulle pareti da Massimiliano, il menù degustazione può anche raggiungere e superare i 200 euro (i Classici, 8 portate, vini esclusi), al pianterreno si gode di un’offerta più snella ma altrettanto ricercata a prezzi molto inferiori. Per dirne una: il giro di sei cicchetti (snack tipico sulla Laguna, chiamato ad accompagnare l’ombra ossia il calice di prosecco, lo Spritz, l’aperitivo in genere) costa 15 euro, quando in un qualsiasi bàcaro dove consumi il tuo bicchiere al bancone, mediamente un singolo assaggio di un certo spessore si aggira intorno ai 2 euro.

All’ABC Quadri – bistrot gioviale e di grande fascino la cui sigla sta per “Alla Base della Cucina”, ad indicare un approccio più immediato con il commensale rispetto al “Quadri” del primo piano – i cicchetti si presentano sotto forma di: sarde in saor, insalata di gallina, uovo cotto aggiunto di capperi acciuga ed erba cipollina, un arancino di riso con cuore di mozzarella filante e pesto alla genovese, assaggio di cotechino impanato e una polentina con baccalà mantecato. Piccoli pezzetti di venezianità che finiscono nel piatto, perché come per loro stessa ammissione: lo chef Massimiliano Alajmo (qua interpretato dall’alter ego Silvio Giavedoni, suo collaboratore da nove anni) “ha realizzato un menù che mette in risalto gli ingredienti della tradizione veneziana”.

Ne sono la dimostrazione il “Cappuccino di laguna” nato in risposta al già famoso “Cappuccino di seppie al nero” (noi abbiamo scelto la versione “baccalà alla vicentina” dove il merluzzo dissalato è lavorato con parmigiano, cipolle, acciughe, crema di patate e dragoncello), la “Pasta e fagioli con astice e caffè”, lo “Scartosso de pesse alla venexiana” con salsa Quadri (ahimé la senape sovrasta troppo il sapore della maionese), i dessert “Cassata veneziana” e “Per-bellini” (un omaggio al celebre cocktail inventato all’Harry’s Bar ma anche allo chef veronese di Isola Rizza).

Che dire della cantina, sulle 400 etichette, presentata al tavolo su iPad divisa per zona, vitigno, al calice, i migliori abbinamenti per i piatti ordinati, con una mastodontica ricerca libera. I patiti della Apple (oltre che del vino…) passerebbero tutta la serata a sfogliarla. Con tanto di notizie dettagliate per etichetta e uvaggio. Sì vale la pena accomodarsi al redivivo Gran Caffè Quadri, non fosse altro per gustare il miglior espresso di Venezia alla modica cifra di 1 euro. Perché al Quadri hanno pensato a tutte le tasche, senza snaturare la bellezza del luogo affacciato su piazza San Marco, né la cucina di uno dei più blasonati chef al mondo. Come è scritto sul menù “in una sospensione che eleva il respiro”.

Gran Caffè e ristorante Quadri
Piazza San Marco 121 – Venezia
tel 041.5222105
www.caffequadri.it

Galleria fotografica

Irene Arquint

1 COMMENT

  1. che delizia Irene, leggendo mi ero totalmente immersa nella magica atmosfera veneziana, come ben dici, unica, irripetibile, inimitabile…..mi fai venire voglia di tornarci e farmi coccolare in quello storico caffè. Intelligentissima l’iniziativa degli Alajmo, molto invitante.
    Bellissimo articolo, complimenti!
    Cristina

    ps: quando hai bisogno di un’assistente fai un fischio ;-))

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here