Prove di acquisto on line, alcuni assaggi francesi

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Preferisco – ho sempre preferito e sempre preferirò- l’acquisto delle bottiglie direttamente dal produttore per quel plus di ricordi incollato alla memoria come l’etichetta alla bottiglia, un film che si rappresenta ogni volta che ne viene stappata una. Un terroir emozionale, spesso costituito da posti e persone meravigliose, che inevitabilmente contribuisce all’alchimia del sorso, alla magia del momento.

Di questi tempi però, si sa, è cosa piuttosto ardua. E allora ho iniziato a visitare qualche sito di vendita on line più per curiosità che per altro. Poi succede un po’ come quando vai al supermercato per comprare solo qualche oggetto, entri con la promessa di attenerti strettamente a una scarna lista ed esci regolarmente col carrello pieno.

In quell’infinito navigare da un sito all’altro alla ricerca dell’offerta migliore, il povero Ulisse de quo viene tentato ripetutamente da moltitudini di sirene, qualcuna abilmente truccata ma stonata, qualcuna decisamente carina e dal canto melodioso. Così inizi a mettere in carrello vini in promozione che mai avresti comprato, vuoi perché non conosci le aziende, vuoi perché non sei nemmeno ferrato su certe aree vinicole; fatto sta che nel via vai di corrieri ti riempi la casa di bottiglie che sono una vera incognita.

Visto che ho comprato in periodo natalizio, mi è venuto spontaneo immaginarmi come un “bimbone” un po’ (tanto) agée intento ad aprire bottiglie piuttosto che a scartare regali, con quel pizzico di apprensione e di candido stupore del tempo che fu.

Qualche offerta interessante l’ho trovata su Wine Must, Vinatis, 1jour1vin e Wineandco (quest’ultimo ha offerte anche en primeur). Per il whisky mi sono trovato bene su Whisky Italy.

Infine, tra i vari siti visitati segnalo Catawiki, un sito di aste, ben fornito di liquidi di vario genere e grado alcolico. Come per tutte le aste si può fare qualche colpo buono ma si può anche pagare qualcosa di più del dovuto se ci si lascia prendere dal rilancio compulsivo in una sorta di trance agonistica. Tralasciando l’incognita sulla conservazione delle bottiglie, specialmente se il venditore è un privato, di sicuro è interessante l’offerta di bottiglie particolari e datate, portafoglio permettendo.

Passando a casi pratici, su Vinatis, ad esempio, sono stato incuriosito da un’offerta di vini francesi rosé e bio in promozione a 60 euro per sei bottiglie differenti e un paio di Champagne a circa 20 euro cadauno. Queste le mie impressioni:

DOMAINE FOND CROZE – 5 SENS 2019: l’azienda si trova a nord della Vaucluse, a circa 50 km da Avignone nella AOC Côtes du Rhône. La famiglia Long vanta ben 80 ettari vitati distribuiti su sette paesi, di conseguenza le etichette prodotte sono numerose. Il vino in questione è un uvaggio di grenache blanc 70% e resto ripartito tra viognier e marsanne. Rosa antico, evidenzia un naso fresco, agrumato di base con dolcezze di frutta esotica di contorno e un delicato richiamo di panificazione. La bocca è armonica, rotonda e ben equilibrata, non molto ampia ma di discreta intensità e con un’apprezzabile vena acido-minerale. Assaggiato a temperatura ambiente spuntano ricordi di fragolina di bosco e cipria. Un vino che non impressiona ma che svolge egregiamente il compito di aperitivo o come abbinamento a piatti di pesce in “rosso” o carni bianche.

CHATEAU SAINTE MARGUERITE – CRU CLASSÉ 2019: siamo in Provenza, tra Tolone e Saint Tropez, a due passi dal mare. Dal 1929 l’azienda è cresciuta da 11 a 75 ettari soprattutto grazie all’impulso degli attuali proprietari, la famiglia Fayard, dal 1977. È un uvaggio di grenache, cinsault e syrah che si mostra rosato chiaro. Tra le fragole con un goccio di panna, un po’ di mele assortite e qualche fetta di frutta gialla. Al palato l’attacco è deciso e molto corrispondente. La persistenza è agevolata da una giusta tensione acida e una certa sapidità. Un vino che si presta a molteplici accostamenti culinari purché non troppo impegnativi: un jolly.

DOMAINE GAYDA – LA MINUETTE 2019: ci troviamo nel Languedoc-Roussillion, a circa 30 minuti da Carcassonne, rinomata località turistica ai piedi dei Pirenei. La proprietà si è dedicata al vino a partire dal 2004 con particolare attenzione alla tradizione e al territorio. L’uvaggio vede primeggiare il mourvedre 60% seguito da syrah 15%, grenache 15% e cinsault 10%. Profumi floreali, di piccola frutta rossa e lime. In bocca è “guizzante” grazie a un’acidità tagliente, ma non manca di corpo. La mineralità ci mette un po’ di sale e contribuisce a un quadro complessivo snello e raffinato. La spiccata acidità favorisce la beva e ci suggerisce l’abbinamento, specialmente con formaggi freschi.

DOMAINE DE LA FOQUETTE – PIERRES DE MOULIN 2019: è un uvaggio di cinsault, grenache e mourvedre che viene prodotto ai piedi del Massiccio des Maures, nella Provenza, a circa 20 km a nord di Saint Tropez, dove la famiglia Daziano da tre generazioni si prende cura di 16 ettari di vigneti. Se il colore tende al rosato scarico il naso invece è piuttosto intenso sugli aromi di arancia, vaniglia, pompelmo rosa, susina gialla, un po’ di melone, ribes e un soffio floreale. Al palato è corrispondente, ben equilibrato tra una certa rotondità e un’interessante spinta acido-minerale. Di media persistenza, può sposare un’ampia selezione di cibi, dal pesce al pollo ai formaggi non troppo saporiti o grassi. Godurioso.

JEFF CARREL – GAZOUILLIS 2019: Jeff è un eclettico enologo che produce vini in varie zone di Francia. In questo caso siamo in Languedoc, in una località pressoché equidistante fra Bordeaux (a ovest) e Tolosa (a sud). Si mostra rosato chiaro con riflessi tendenti al salmone. L’olfatto porta in evidenza l’agrume, una certa freschezza floreale e un ricordo di macedonia di fragole. In bocca è più largo e spunta una piacevole fragolina di bosco. Non stupisce per complessità e profondità ma se il leitmotiv di Carrel è produrre buoni vini al prezzo giusto, per me con questa bottiglia ha centrato l’obiettivo.

UBY – BYO N° 26 ROSÉ FRUITÉ 2019: i 12 ettari di vigneti sono ubicati a metà strada tra Bordeaux e i Pirenei e fanno parte della tenuta dal 1920 mentre la cantina attuale è stata riprogettata nel 2012. I vitigni in gioco sono cabernet franc, merlot, tannat e pinot noir. Alla vista si presenta di un bel rosato salmone dai riflessi tendenti al ciclamino. Il naso è fresco su note di ribes, lampone e accenni di ananas. Il delicato apporto floreal-vegetale contribuisce alla freschezza di base. Bocca inizialmente rotonda, incentrata sul frutto che richiama anche la fragola, poi sovviene la freschezza dell’acidità citrina ma il brio si esaurisce poco dopo. Molto beverino, ottimo come aperitivo estivo, soffre la mancanza di corpo e struttura per buona parte degli abbinamenti culinari possibili.

CL DE LA CHAPELLE – CHAMPAGNE BRUT INSTINCT: nel ’48 cinque famiglie di vigneron di Ville-Dommange misero assieme trenta ettari “Premier Cru de la Côté Ouest”, sulle alture della Montagne de Reims. Un uvaggio 55% pinot meunier, 30% pinot noir e 15% chardonnay che si apre su frutta e fiori bianchi, agrumi, leggera crosta di pane e richiami minerali. Al palato è corrispondente, inizia con una vibrante spinta acida per poi lasciare il passo a una morbida dolcezza. Dinamico e con un pérlage fine ma non molto fitto, sul finale la vena minerale che emerge non riesce ad influenzare più di tanto la profondità e la persistenza. Nel complesso uno Champagne piacevole, incentrato sul frutto e sulla freschezza citrina, ottimo soprattutto come aperitivo.

MICHEL FURDYNA – CHAMPAGNE RESERVE BLANC DE NOIR BRUT: azienda familiare le cui vigne sono distribuite su sei comuni della Côte des Bar nel sud della Champagne, per un totale di circa dieci ettari. Dal pérlage finissimo, si apre su sentori di mela, nocciolo di amarena e leggero floreale di acacia e mimosa. Il dosaggio si fa sentire ma è ben equilibrato dall’acidità. L’attacco è rotondo, abbastanza corposo e con quel piglio un po’ austero tipico del pinot noir, poi scivola via sulla spinta acida. Un contributo minerale più consistente avrebbe giovato all’intensità e alla persistenza, tuttavia al prezzo di offerta val bene il costo.

Sugli altri siti ho acquistato dei Brunello di Montalcino (Catawiki) e una selezione di Bordeaux “economici” (1jour1vin) che saranno oggetto di future degustazioni allorché sarà superata la soglia dell’ ”infanticidio”. Alcuni Champagne top di gamma (Wine Must), presi a un prezzo davvero competitivo, verranno stappati nelle giuste occasioni appena possibile, dato che quelle programmate per le festività sono saltate. Infine, volendo seguire il suggerimento del nostro Fabio Rizzari, ho acquistato en primeur (Wineandco) un cartone del vino citato nella sua “pillola”; in questo caso, ahimè, toccherà aspettare ancor di più…

Leonardo Mazzanti

Leonardo Mazzanti (mazzanti@acquabuona.it): viareggino…”di scoglio”, poiché cresciuto a Livorno. Da quando in giovane età gli fecero assaggiare vini qualitativamente interessanti si è fatto prendere da una insanabile/insaziabile voglia di esplorare quanto più possibile del “bevibile enologico”. Questa grande passione è ovviamente sfociata in un diploma di sommelier e nella guida per diversi anni di un Club Go Wine a Livorno. Riposti nel cassetto i sogni di sportivo professionista, continua nella attività agonistica per bilanciare le forti “pressioni” enogastronomiche.

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