Semi italiani in Cina, pesticidi in Svizzera. Due notizie interessanti

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Due notizie ci sono parse interessanti, tra quelle apparse sulla stampa nei giorni scorsi.

La prima, dal Corriere del 26 maggio scorso: una azienda di semi italiana, la romagnola (ma ora multinazionale) Verisem, nata nel 1974 quando il produttore locale di semi Augusto Suzzi (scomparso a inizio anno a 74 anni) fondò la Suba srl, può passare in mani cinesi, dopo che è stata messa in vendita dall’attuale proprietario, un fondo USA. Coldiretti invoca il golden power in modo che “tutto il suo potenziale produttivo resti sotto la bandiera italiana” (ma ora è statunitense, quindi non si capisce il “resti”). Cia-Agricoltori italiani sostiene che anche la Cina va bene, purché si facciano investimenti. Rimane comunque il fatto che una delle tante storie di imprenditoria della operosa provincia italiana finisce dispersa nel mondo.

La seconda, sempre dal Corriere, informa che il 13 giugno prossimo gli svizzeri decideranno tramite referendum se in agricoltura si potranno usare i pesticidi o no, o meglio sul “divieto dell’uso di pesticidi sintetici in Svizzera oltre a vietare l’importazione di prodotti alimentari che ne contengono“. Noi preferiamo approfondirla da questa pagina web, leggendo la quale si rimane stupefatti dal livello di democrazia “dal basso” dei vicini elvetici. Vengono riportate con uguale enfasi le posizioni del comitato promotore e del governo, dopodiché il popolo decide, anche se, viene il dubbio, non si sa bene con quale competenza. Una curiosità: pare che gli agricoltori biologici invitino a votare no…

Riccardo Farchioni

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