Monte del Frà, fra Custoza e Amarone. Una verticale doppia e incrociata

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Questa esperienza non l’avevo ancora fatta, come a dire che c’è sempre una prima volta. Specie nella pratica della degustazione.

Giorno: 22 febbraio 2023.

Meteo: grigia giornata milanese.

Luogo: Horto Restaurant, al sesto piano di un palazzo in via San Protaso 5, con vista dalla terrazza a 360° su guglie, cupole, gallerie, attici e tetti di Milano, quasi a un passo dal cielo. L’offerta culinaria segue il ritmo del sole: colazione a est, pranzo sotto il sole del mezzogiorno ai tavoli del bistrot, cena al tramonto sotto l’egida di Norbert Niederkofler (che piatto lo gnocco di rapa rossa e rafano! Design tra Mirò e art déco, gusto esplosivo).

Va qui in scena la doppia verticale del Custoza Superiore Cà del Magro e dell’Amarone della Valpolicella Classico Tenuta Lena di Mezzo di Monte del Frà. Un bianco e un rosso. Un vino di Custoza (parte meridionale del lago di Garda) e un vino della Valpolicella (entroterra collinare). L’etichetta storica della casa, la meno conosciuta, complice il cono d’ombra in cui purtroppo il Custoza è da tempo precipitato, e quella più recente, proveniente invece da un territorio celebre e consolidato.

Fin qui nulla di particolarmente insolito: di doppie verticali ce ne sono state altre e il gioco dei contrasti funziona sempre bene. Ma questa era la prima volta di una doppia verticale incrociata che alternava batterie (o flight come si ama dire oggi con sfoggio d’anglosassone) di bianco (13 annate di Custoza) e rosso (9 annate di Amarone) a scorrimento parallelo. In più l’ordine della verticale, contrariamente a quello che preferisco fare, procedeva dall’annata più vecchia a quella più giovane, scelta motivata dallo scopo di questa degustazione “combinatoria”: mostrare l’evoluzione, la mutazione, dello stile dei vini nel corso del tempo.

Accanto a Nicola Frasson, giornalista e degustatore, a guidare la degustazione c’era l’intraprendente e brillante Marìca Bonomo, che rappresenta, con i cugini Silvia e Massimo (omonimo del nonno), la terza generazione della famiglia. Monte del Frà, situata sulle colline di Sommacampagna tra Custoza e Staffalo, nasce nel 1492 come convento per i Frati di Santa Maria della Scala, i quali producevano vino per autoconsumo. Qualche secolo dopo, nel 1958, Massimo Bonomo, insieme ai terreni – dove, accanto all’uva, coltiva pesche, fragole e frumento – affitta due stanze della tenuta: una per la famiglia e una per la “frasca” della casa, dove viene servito vino alla mescita. Nel 1988 i figli Eligio («Il visionario della vigna», lo definisce la figlia Marìca, «ci vivrebbe dentro e non smetterebbe mai di comprarla») e Claudio decidono di convertire tutta la proprietà alla viticoltura, inaugurando la cantina e acquisendo vigneti nei principali territori del Veronese: Custoza e Valpolicella, appunto, come Lugana, Soave e Bardolino, per un totale odierno di 200 ettari vitati più una settantina in affitto e una produzione che si attesta sul milione di bottiglie annue.

Si comincia con il Custoza Superiore Cà del Magro. Nasce nel 1998 dai terreni morenico-ghiaiosi della zona di Oliosi in cui sono coltivate la garganega (che entra per un 40% dell’uvaggio), la bianca fernanda o cortese (30%), l’incrocio manzoni, il trebbiano toscano e il trebbianello o tocai per la restante parte: il Custoza è uno dei rari, veri encépagement italiani. Gli ettari complessivi sono circa dieci e mezzo, le bottiglie prodotte tra le 60.000 e le 80.000.

Il 2008 ha colore giallo grano, note di frutta secca, evoluzione ossidativa, palato denso, ricco, alcolico.

Il 2009 ha colore intensamente dorato, note di zafferano e botrite, palato pieno, opulento ma non statico, fondo piacevolmente sapido e trionfo di zafferano.

Il 2010 ha colore giallo intenso e solare, un naso di agrume e camomilla, un palato mediterraneo, maturo, ricco, esotico.

In queste annate c’è ancora una quota di uve fatte appassire e un po’ di legno: l’idea di bianco che si ricerca è quella di un vino di densità e spessore.

Entrano le prime tre annate dell’Amarone della Valpolicella Classico Tenuta Lena di Mezzo, che nasce dai 18 ettari vitati, acquistati nel 2006, della parte alta della valle di Fumane, tra i 300 e i 500 metri di quota su terreni argillo-calcarei. L’appassimento della corvina, del corvinone e della rondinella avviene per circa quattro mesi, due invece gli anni di maturazione in botti da 20 e 30 ettolitri.

Il 2007, dal colore rubino porpora, dall’afflato olfattivo di erbe, chine, inchiostro, dal palato succoso-cremoso, con nuance gustative di liquirizia, erbe medicinali, china, terra, si rivela come uno dei migliori dell’intera verticale.

Il 2008, rubino intenso dalle sfumature porpora, ha un respiro olfattivo meno profondo e più alcolico, con palato ricco e polposo, senso di frutto candito/appassito, note di prugna, alcolicità che soffia senze però interferire sul piano dell’equilibrio.

Il 2009, dal colore lievemente più scarico, esibisce note olfattive di erbe e rabarbaro, gusto denso e ricco, con sensazioni di miele di castagno e un tannino un po’ ruvido.

Torniamo al Custoza Cà del Magro.

Il 2011, dal colore paglierino dorato luminoso, ha timbri di surmaturazione al naso, un palato pieno e succoso, tardivo, solare, mediterraneo, con echi ancora esotici e un finale di muschio ed elementi sapidi.

Il 2012 ha colore giallo grano, profumi tropicali-mediterranei, palato maturo, ricco, esotico, con agrumi canditi, zesta di cedro, accensione di erbe.

Il 2013, paglierino dorato intenso-brillante alla vista, ha un naso che cambia passo: freschezza agrumata e pienezza di erbe, sorso succoso-maturo quanto contrastato, buccia d’agrume, fermenti muschiati, allungo di sapore. È l’anno della svolta da un bianco più barocco a un altro meno virtuoso e più pulsante, espressivo.

«Dobbiamo essere il tramite di un territorio, senza educarlo o dargli uno stile. È la scelta di papà» dice Marìca.

Rientra in scena l’Amarone Lena di Mezzo.

Il 2011, colore rubino porpora, esprime un olfatto di notevole profondità: registro di frutta rossa maturo-candita, sfumature di erbe medicinali, tabacco, cacao. Al palato la densità rima con la succosità, il frutto convola con il tannino per un profilo che unisce pienezza e gagliardia.

Il 2013, rubino intenso, mostra al naso sentori di ciliegia schiacciata, battuto di erbe macinate e spirito alcolico. Il palato è morbido, esuberante, più largo e rustico.

Il 2015, rubino intenso dagli influssi granato, ha un’impronta di legno dolce, tanto ai profumi quanto al gusto: rovere e cocco.

Nuovo cambio con il Custoza Cà del Magro.

Il 2014, annata notoriamente difficile per le piogge e il freddo («è stata la vendemmia del coraggio per aver aspettato l’uva matura a settembre» racconta Marìca), ha colore giallo grano, note di zafferano, di frutto tardivo, un palato polposo, maturo, morbido-languido, esotico.

Il 2016 richiama la pienezza del giallo: nel colore, nel rimando ai fiori, agli agrumi, alla frutta matura. Il palato è pienezza stilosa, è contrasto brillante, e frutto goloso.

Il 2017 sembra patire una bottiglia problematica.

È di ritorno l’Amarone Lena di Mezzo con il suo ultimo terzetto.

Il 2016, dal colore rubino intenso, ha un che di contratto al naso, che apre poi il quadro a un copioso ventaglio di frutta rossa, che si riflette in un palato sottile e raffinato: il lampone e la ciliegia si compenetrano all’intarsio speziato di un legno lussuoso e integrato.

Il 2017 risente maggiormente dell’ascendenza del rovere, con buona profondità di prugna a supporto. In bocca potenza e alcolicità, e minor allungo.

Il 2018 tradisce ancora la sua gioventù, probabilmente amplificata dalla degustazione in direzione crescente d’annata: colore rubino intenso, frutto scalpitante, boisé ancora da integrare, alcolicità importante.

Ecco, infine, l’ultimo terzetto del Custoza Cà del Magro, quello della svolta.

Il 2018 ha colore paglierino intenso e brillante, fresche note di erbe e agrumi, impreziositi da sfumature minerali di idrocarburo. Il palato comunica pienezza, succosità, intensità, con contrasto di erbe e agrumi e persistente allungo.

Il 2019, dal colore brillante, ha profumi di limone e agrumi assortiti, frutta bianca e gialla, erbe e limonella, con palato pieno, maturo, equilibrato, saporito.

«Sempre più cemento, sempre più purezza per valorizzare una vigna che amiamo» commenta Marìca.

Il 2020 è altrettanto brillante e melodioso, agrumato e sottile, fitto di erbe, meno ritmato, complice l’annata, del 2019, ma opportunamente stilizzato e analogamente espressivo. Il tempo è dalla sua parte.

È il Custoza Superiore Cà del Magro il vino metamorfico dell’azienda e della giornata, quello dai cambiamenti più repentini e radicali (lo sviluppo dell’Amarone della Valpolicella Classico Tenuta Lena di Mezzo è più lineare, leggibile, compassato). Da primogenito, il Cà del Magro è il vino su cui si sono riversate la passione, le cure e le esperienze della famiglia. Ne esce un ritratto a tutto tondo, cangiante e lieto, verso il quale è impossibile non provare un moto d’affetto.

Massimo Zanichelli

Milanese di nascita, apolide per formazione, voleva diventare uno storico dell’arte (si è laureato con una tesi sull’anticlassicismo pittorico rinascimentale), ma il virus del vino contratto più di una ventina d’anni fa tra Piemonte e Toscana lo ha convertito ad un’altra causa, quella del wine writer, del degustatore professionista e del documentarista del vino. Ha firmato la guida I Vini d’Italia dell’Espresso fin dalla sua nascita (2002-2016) e la rubrica sul vino del settimanale l’Espresso per molti anni. Ha curato le pubblicazioni di Go Wine, ha scritto per le riviste «Ex Vinis», «Grand Gourmet» e «Mood», redatto il Nuovo repertorio Veronelli dei vini italiani (2005) e I grandi cru del Soave (2008). Di recente ha pubblicato “Effervescenze. Storie e interpreti di vini vivi” (Bietti, 2017) e ” Il grande libro dei vini dolci italiani” (Giunti, 2018). Tra i suoi documentari: Sinfonia tra cielo e terra. Un viaggio tra i vini del Veneto (2013), F for Franciacorta (2015), Generazione Barolo – Oddero Story (2016), Il volto di Milano (2016), Nel nome del Dogliani (2017).

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