Grandi distribuzioni: la Sarzi Amadè. Appunti di degustazione

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La Sarzi Amadè è una delle più importanti distribuzioni italiane, che sono poi quei soggetti che guidano in un certo senso il mercato del vino permettendo ai produttori di raggiungere i loro (vecchi e nuovi) clienti, e alle enoteche di avere gli scaffali riforniti con qualità e regolarità. E se è pur vero che sono benemeriti i commercianti che vanno di persona alla scoperta delle nuove o delle piccole cantine, guidati dal loro palato e dalle loro predileziomi, è anche vero che quello delle distribuzioni è un canale che rimane fondamentale.

Fondata nel 1966 da Nicola Sarzi Amadè con il supporto fondamentale della moglie Gabriella, la Sarzi Amadè è guidata oggi dalla seconda generazione rappresentata da Claudia e Alessandro e ha il suo quartier generale di 2000 metri quadri nel centro di Milano dove sono custodite qualcosa come 600mila bottiglie in ambienti perfettamente climatizzati. Oltre, naturalmente, ai tanti importanti produttori italiani, è un riferimento per gli appassionati dei vini francesi, con una predilezione importante per la Borgogna

Ecco dunque qualche appunto di degustazione della “riunione” di alcuni dei produttori della “squadra”, svoltasi nella Villa Castelletti di Signa, alle porte  di Firenze.

Italia

Kuenhof sta nel territorio della Valle Isarco dove vigneti in pendenza sono contornati da meravigliose montagne. Qui fino al 1988 il vino era servito nel maso e ceduto all’Abbazia di Novacella; poi, la decisione di diventare interpreti della nuova viticoltura italiana. E qui incontriamo vini con i quali si viene prima sedotti da pulizia e delicatezza olfattiva, e poi conquistati da forza ed espressività al gusto. A cominciare dal Valle Isarco Veltliner 2022 fine e “sussurrato” al naso, compatto e concentrato in bocca; colpiscono poi il Valle Isarco Sylvaner 2022, intenso e persistente nelle sue note di agrumi, saporito in una beva che chiude con grande forza e piacevolezza; nel Valle Isarco Gewürtztraminer 2022 la frutta matura trova un interessante contrasto nelle note amarognole avvertibili nella beva.

Significativa la rappresentanza di Langa, a cominciare, nella zona del Barolo, da Elvio Cogno, protagonista del territorio di Novello in particolare con i due ettari e mezzo nel prezioso cru nella collina di Ravera. Ma iniziando dai bianchi, e bianchi da uve autoctone, troviamo il Langhe del Comune di Novello Nascetta Anas Cëtta 2022: vinificato per metà in acciaio e metà in botte grande mostra un olfatto intrigante, giocato su note di finocchio e anice; vellutato e pungente al tempo stesso, conquista con le sue note mentose al palato. Il Langhe Nebbiolo Montegrilli 2022 ha un bel corredo olfattivo di frutta rossa leggiadra ed è assai fresco in bocca; il Barolo Ravera 2019, da vigne ultrasessantenarie in una collina che fronteggia la montagna, affina per due anni in botte grande e sfoggia un affascinante colore rubino scarico e un naso floreale e delicato. La beva va in lenta progressione, acquisisce sostanza e struttura allargandosi prepotente e avvincente, ed è chiusa da un finale lungo. Nel Barolo Ravera Bricco Pernice 2017 il frutto è più in evidenza, sia al naso che in un palato saporito e maturo.

Veniamo alla Cantina Paitin, con le sue diverse sfumature di Barbaresco nel territorio di Serraboella del comune di Neive. Iniziamo dal Barbaresco Basarin 2020: grande finezza al naso, e anche in bocca il fraseggio è lieve, per un vino all’insegna della immediatezza della lettura. Bel finale. Il Barbaresco Faset 2020 da vigneti stavolta nel comune di Barbaresco: naso affascinante, floreale, di bella persistenza. In bocca è compatto e vellutato, saporito ed espressivo. E poi ci sono vini storici: il Barbaresco Serraboella 2020, di nuovo dalla zona di Neive in un territorio spazzato dai venti freschi dell’Appennino, è un vino dalla trama gustativa più larga e succosa, che procede con leggiadrìa allargandosi progressivamente in bocca e terminando con un finale grandioso. Il Barbaresco Serraboella Sorì Paitin 2020 si arricchisce nel carattere olfattivo di erbe aromatiche; in bocca è pieno e rotondo, fa sfoggio di struttura e polpa, presenta tratti di maturità nella beva e un bel tannino fine a chiudere. Infine il Barbaresco Riserva Vecchie Vigne 2014, dagli stessi terreni del Sorì Paitin, mostra un frutto dolce sia al naso che in bocca, dove è espresso con grande intensità.

Oltralpe

Nel territorio di Dobrovo in Slovenia, Edi Simčič elabora una Rebula 2021 dal naso fine e penetrante, reso affascinante da una bella componente di fiori bianchi; in bocca si avverte struttura e morbidezza nella beva che termina con un finale percussivo. Nella Fojana Rebula 2020, da singola vigna, si aggiungono toni di miele d’acacia; in bocca il vino è saporito e concentrato, e il finale forse è meno impressionante. Lo Chardonnay 2017 è bello soprattutto in bocca, dove va in rapida progressione mantenendo una eleganza di fondo e sfoggiando un finale interminabile. Infine il Fojana Sauvignon 2019, dove un naso acuto e molto espressivo prelude ad una bocca anche qui di energia spettacolare

Dalla Germania del Riesling la cantina Van Volxem, nel centro storico di Wiltingen nel territorio della Saar dove già i romani avevano scoperto che su questa terra ricca di ardesia le vigne in grande pendenza danno luogo a ottimi vini. Il Saar Riesling 2021 sfoggia un agrume combinato a bella mineralità; in bocca è compatto, e termina con un bel finale in allungo. Il Riesling Saarburger 2020 (da vecchie vigne), profondo nelle sensazioni di idrocarburo è denso, vellutato, in bocca scorre saporito e arriva lungo nel finale.

Infine, la Francia. Dall’Alsazia, il Domaine Zind-Humbrecht possiede vigneti in pendenza in una zona piuttosto arida a causa di un microclima secco. Si tratta di una azienda biodinamica nata dall’unione di due famiglie, una delle quali vanta il primo master of wine francese che dà il suo prezioso contributo. Il Riesling Roche Roulée 2019 (l’età delle viti è 55 anni) esprime note di fiori gialli di grande pulizia e delicatezza, confermando questa eleganza in una beva succosa. L’Alsace Grand Cru Hengst 2021 (prima annata proveniente da una vigna di sette anni) ha un carattere olfattivo paragonabile, con l’aggiunta di una componente di frutta gialla. Bella stoffa e ancora una grande freschezza che induce alla salivazione.

Da Bordeaux, due esempi di vini dal prezzo interessante (siamo sulla fascia dei 20 euro) e “deparkerizzati”, ovvero che cercano la beva reattiva e dinamica più che i volumi e le morbidezze. Lo Château Haut Selve Riserve 2019, un Graves AOC risultato del lavoro della famiglia Lescourgues ottenuto con un uvaggio composto da un 70% di cabernet sauvignon e 30% di merlot. Un frutto rosso fragrante è espresso in modo spigliato e piacevole, e affiancato da una punta vegetale; anche in bocca colpisce per il dinamismo dello svolgimento e per la freschezza di beva. Nel Clarendelle 2018 di Clarendelle (inspired by Haut Brion), 41% merlot, 29% Cabernet sauvignon e 1% petit Verdot, il frutto è elegante e la beva “verticale”, ficcante, che chiude bene nel finale.

Dalla Borgogna i vini di Louis Latour, una cantina di Beaune fondata nel 1797, 50 ettari nella Cote d’Or di cui 30 classificati Grand Cru. Il Vosne-Romanée Las Chaumes 2021 (premier cru) ha un bel naso fine, delicatamente fruttato e si esprime con grande eleganza anche in bocca dove è ampio e leggero sul palato. Il Gevrey-Chambertin 2021, ancora una elegante espressione di pinot nero al naso, in bocca esprime inizialmente una certa crudezza per poi arrotondarsi arrivando ad un finale intenso ed espressivo.

 

Riccardo Farchioni

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