Qui Cocconato d’Asti, la riviera del Monferrato/3: Poggio Ridente

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Cecilia Zucca e Luigi Dezzani si presentano proprio come una di quelle coppie modello, in cui l’affiatamento nella vita porta energia nel lavoro e viceversa. Lei, dinamica ed efficiente come molte donne sanno essere. Lui più sornione, ma ascoltando le idee che mette in campo e le prove che racconta si intuisce che si diverte molto con il suo lavoro di enologo. L’azienda di famiglia che gestisce con mano sicura è la Dezzani, fondata nel 1934 e trasferita a Cocconato d’Asti nel 1960; ma si vede che è qui, a Poggio Ridente, che si esprime con più libertà.

Rispetto a Dezzani, Poggio Ridente sta dall’altra parte di Corso Pinin, la strada che da Cocconato, detta “la ringhiera del Monferrato” per le sue altitudini e panorami conseguenti, porta alla provinciale e poi fuori dal borgo in direzione Asti. Nata da un progetto condiviso con Cecilia, anch’essa di famiglia contadina, è il luogo dove si può muovere con la briglia più sciolta, andando oltre la tradizionalissima barbera per spaziare fra i vitigni e metodologie, recuperando con opportuni strumenti culturali la tradizione e, perché no, sperimentando al fuori dei suoi confini più rigidi. Qualche esempio: piantare su queste terre il viognier e il riesling per fare bianchi diversi, e il pinot nero per provare a fare una bollicina interessante e territoriale. Poi, approfondire le uve rosse che uniscono tipicità a caratteri peculiari ed originali: il Grignolino, che ha subìto una certa perdita di identità, il Ruchè (coltivato nella vicina Viarigi) con il suo grande fascino olfattivo, l’interessante Albarossa, ottenuto nel 1938 da un incrocio di nebbiolo e barbera.

I protocolli seguiti in campagna e in cantina sono quelli del biologico con qualche sconfinamento verso le pratiche biodinamiche. Una parte dei vigneti (13 ettari in tutto circondati da boschi, e posti ad oltre 450 metri di altitudine) si può ammirare fuori dalla bella sala di degustazione, in un affaccio suggestivo dal quale le viti di barbera si vedono scendere con decisa pendenza, mentre più in là si scorgono i filari di pinot nero.

Eccoci ai vini, tutti rigorosamente bio: il Pinella Spumante Rosé viene dalla prima sgrondatura delle uve pinot nero, e combina delicatezza dei profumi, solidità di struttura e un bel perlage soffice. Il Viorange 2021 è una riuscita incursione nel mondo degli “orange wines” da uve viogner (due ettari piantati nel 2013), 30 giorni di macerazione e affinamento in vasche di cemento, 12.5% di alcol. Al naso spunti di erbe aromatiche affiancano note di caramello, tè e albicocca, e in bocca è un vino caratteriale e dinamico.

Come già segnalato nella cronaca di questa degustazione la Barbera d’Asti di Poggio Ridente ha un carattere olfattivo assai riconoscibile, perché abbina alle consuete note fruttate una componente marcata di erbe aromatiche e di menta che rendono il naso anche di questa annata 2021 fresco e fragrante. Al palato è sapida, piccante e sfoggia una beva davvero invitante.

Il Grignolino d’Asti 2020, è un bell’esempio del recupero di un vino che ha perso negli anni qualcosa quell’identità forte di cui è dotato. L’uva prende il nome dalle “grignole”, termine dialettale con cui si indicano i vinaccioli di cui i suoi acini sono molto ricchi, e che danno origine ad una ragguardevole componente tannica da gestire opportunamente. Qui il carattere non manca, ad iniziare dalle belle note di menta e pepe verde del naso, a cui segue un palato di bel nerbo e di una freschezza che nel finale induce a una forte salivazione. Infine, il Ruchè di Castagnole Monferrato 2021, da vigneti acquisiti nella vicina località Viarigi, che sfoggia al naso il tipico fascinoso bouquet di rosa, qui affiancato da un leggero lampone; la beva è ampia e leggera.

Poggio Ridente, Azienda Agricola Biologica
Corso G. Pinin, 91 – Cocconato d’Asti (AT)
Tel. 3519703573
www.poggioridente.it

Riccardo Farchioni

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