I rossi, i rossi, i rossi…. o i bianchi? Una selezione (al vertice) di bianchi toscani

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In una terra infarcita di rossi come la Toscana, l’emersione e la giusta valorizzazione dei vini bianchi ha sempre dovuto fare i conti con il pregresso, con le attitudini e con i pregiudizi. Fatte salve due enclave storicamente reputate come San Gimignano e Luni (quest’ultimo un distretto trans-frontaliero ligure e toscano), sembra proprio che questa tipologia abbia dovuto fungere sostanzialmente da mero supporto o da valvola di sfogo, nel verso della leggerezza e della versatilità, alla imponente proposta in rosso regionale; una plausibile divagazione commerciale, insomma, tanto per differenziare la gamma e proporre alternative (spesso di retroguardia).

In virtù di tali presupposti riuscire a scovare ottimi bianchi toscani, che siano espressivi, territoriali, sinceri, individui, rappresenta una soddisfazione speciale. Perché costituisce pur sempre una circostanza a cui l’immaginario collettivo ha associato il concetto di inatteso. Ecco, quasi quasi non è così.

Uhei, intendiamoci, di bianchi piacevoli e tecnicamente irreprensibili ve ne sono, ci mancherebbe. Quanto a manico, infatti, la Toscana non è sicuramente seconda a nessuno, ma un conto è incagliarsi in una prospettiva di retroguardia, un conto è gareggiare da protagonisti; e per gareggiare da protagonisti la sacra unione fra il “valore fondiario” di un vino e la sensibilità di interprete del proprio autore deve trovare una quadra particolare, che non si inventa là per là.

Mi sono quindi divertito ad estrapolare dai ricordi alcuni dei migliori bianchi toscani bevuti di recente, a fronte di una campagna assaggi cospicua, esauriente e variegata. Una selezione al vertice della mia predilezione, che ho inteso riproporre per area geografica ma senza graduatorie o classificazioni, se non quelle legate alle parole, talvolta anche ai silenzi.

Ne emerge un quadro d’insieme confortante dove alligna la sorpresa, che se da un lato riscopre e valorizza antichi vitigni nostrani come vermentino, vernaccia e trebbiano, in alcuni casi di meticciato varietale o di chiara influenza “foresta” nella paletta costituiva, è in grado di stupire quanto a caratterizzazione e messa a fuoco, grazie a soluzioni stilistico-espressive che rifuggono i facili approdi per assumere connotati di unicità, e quindi di riconoscibilità.

Distinguersi per ciò che si è, e questo indipendentemente dal tasso di complessità assunto. Pensa te che bello. Pensa te che traguardo!

AREZZO E DINTORNI

ARNALDO ROSSI – CIBINO 2021 (trebbiano, canaiolo bianco, malvasia)

L’impianto macerativo non sconfina nei dejà-vu, facendosi garante di uno sviluppo ampio ed elegantemente diffusivo, con una spontaneità che è ormai la sua cifra. Nel frattempo se ne escono le spezie e l’albicocca, il sorso si vivacizza: è arioso, ben bevibile. A distinguerlo l’originalità.

PETROLO – BOGGINA B 2021 (trebbiano)

E’ un raffinato timbro boisé, dall’ascendente quasi francioso, ad annunciare un vino flemmatico, compassato e implacabilmente lineare nello sviluppo. Sapido ed aristocratico, è un Trebbiano di accurata manifattura che punta all’archetipo.

SAN FERDINANDO – VERMENTINO 2021

Una apprezzabile compostezza fondata su un timbro vegetal-balsamico, un tratto gustativo schietto, cremoso, dalla salinità trascinante, ad esaltare una trama accordata e coinvolgente. La sorpresa che non ti aspetti.

TENUTA SAN JACOPO – ERBOLI 2021 (trebbiano)

Leggero tono lattico e boisé (forse poca bottiglia al momento dell’assaggio) ma bello spessore gustativo, fatto di sfumature sottili e al tempo stesso di concretezza. Complesso, e tanto fa.

LUNI E CANDIA MASSESE

MONTEPEPE – MONTEPEPE BIANCO VINTAGE 2017 (vermentino; viognier)

L’evoluzione gli rende un plus di complessità. La timbrica aromatica associa mineralità e stimoli erbacei/balsamici, lo sviluppo è modulato e al tempo stesso incisivo, progressivo, autorevole. Di grande nonchalance e deliziosa distensione.

TERENZUOLA – COLLI DI LUNI VERMENTINO I PINI DI CORSANO 2021

L’anima vermentiniana si estrinseca in un coté gessoso-minerale e in una trama nitida e precisa, di giusta propulsione e misura, dinamizzata dalla freschezza e dal sale. Molto personale, molto autoriale.

COLLINE LUCCHESI E MONTECARLO

FATTORIA SARDI – COLLINE LUCCHESI BIANCO VALLE BUIA 2022 ( trebbiano, vermentino)

Di un giallo dorato con velature, ecco un macerativo con tante luci e poche ombre; in bocca per esempio non si increspa sul tannino, mantenendo grinta e sapore in un contesto di adeguata scorrevolezza, con una sincera propensione alla disinvoltura.

PODERE SGRETOLI – MONTECARLO BIANCO 2022 ( sauvignon, trebbiano, vermentino, sémillon)

Sfumato al limite dalla timidezza – sono erbe e agrumi lievi -, è un po’ ossuto, longilineo, affilato, trascinato invero da una bella corrente di sapidità, che ne espande il finale rendendolo oltremodo brillante e pervasivo.

TENUTA LENZINI – VERMIGNON 2022 ( vermentino, sauvignon)

Una aromaticità squillante fa il paio con un tratto ritmato, elettrico, dinamicissimo. Di sottigliezze e di beva.

MALGIACCA – TINGOLLI 2021 (trebbiano, malvasia, vermentino, colombana bianca)

Un bianco senza sovrastrutture, che possiede cremosità ed eleganza, e uno sviluppo incalzante, propositivo, cangiante, con una salinità infiltrante e cospicua. Sorprendente.

RIPARBELLA

CAIAROSSA – CAIAROSSA BIANCO 2021 (viognier, chardonnay)

Tratto nordico – erbe di campo, florealità sfumata, sentori di mentuccia- per un vino sottile, ricamato, nitido, bevibilissimo, di grande finezza e ottimo equilibrio alcolico. Verticale e succoso.

 

CHIANTI CLASSICO

CAPANNELLE – CHARDONNAY 2020

Ampiezza aromatica e gustativa, portamento, umori di grano e frutta secca, sentimento floreale sullo sfondo, decisa sapidità. Lo stile ricalca quello degli Chardonnay borgognoni, ma accipicchia che misura e che bilanciamento: inattaccabile sotto molti punti di vista.

ISOLE E OLENA – CHARDONNAY COLLEZIONE PRIVATA 2021

Sviluppo in finezza su umori di cereali, fiori ed erbe spontanee; sale in corpo e profilo affusolato, legno di qualità ben integrato nella trama, autorevolezza di passo e sana gioventù. Una delle ultime zampate d’autore di Paolo De Marchi.

RICASOLI – SANBARNABA 2020 (trebbiano)

Evoluzione ben digerita, succosità, concretezza e carattere molto toscano: netto, saporito, di sobria eleganza, fra sentori di frutta secca, resine boschive ed erbe spontanee. Un esordio convincente!

SAN GIMIGNANO

CAPPELLASANTANDREA – VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO RIALTO 2021

Reattivo e contrastato, affilato e ficcante, di densità contenuta ma molto centrato quanto a dinamica e messa a fuoco, dalla sua può vantare una compostezza che conquista e una verticalità che punta dritta al sodo.

FATTORIA SAN DONATO – VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO RISERVA BENEDETTA 2019

Ginestra, pietra, afflato tiepidamente solare. E una personalità che si esplicita in un tratto dinamico quanto sottile, efficace e vivo, dai bei cambi di ritmo, che si impenna grazie all’enorme salinità. Grande conseguimento.

IL COLOMBAIO DI SANTA CHIARA – VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO RISERVA L’ALBERETA 2020

Un timbro fumé-ossidativo che apporta carattere, uno sviluppo sapido e diffusivo solcato da umori di macchia ed erbe alpine. Di razza e profondità, ecco una Albereta da ricordare a lungo.

IL PALAGIONE – VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO LYRA 2020

Linfatico, di erbe e balsami, è profilato, dritto, rifinito, adeguatamente teso, irrorato e sospinto dal sale. Inappuntabile e stilisticamente connotato.

MONTENIDOLI – VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO CARATO 2020

Vernaccia dans l’ame, di grano, mandorla, pietra e sole. Qui hai tensione, allungo, densità, ampiezza, autorevolezza. Qui hai un vino individuo, riconoscibile fra mille.

PANIZZI – VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO VIGNA SANTA MARGHERITA 2021

Bel sapore vernaccesco dal dichiarato coté balsamico, e poi ancora grinta, “lucidità” espressiva, spessore e tanta concretezza. Autentico, ampio, distintivo.

TERRE DI SOVERNAJA – VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO VITI SPARSE 2021

Ti sorprende per l’ampiezza e per la sicura progressione, una progressione scandita dal sale. Ha fondamenta eleganti, un bel timbro floreale da mettere sul piatto dei ragionamenti e un risvolto fruttato a pasta chiara. Sempre più autorevole.

BOLGHERI E VAL DI CORNIA

LA FRALLUCA – ELICE 2020 (vermentino)

Sensazioni marine di succo di ostrica, rarefazioni, sottigliezze, seduzioni, mineralità sottocutanea. Un vino stilizzato ma profondo, fra risvolti di frutta secca e mentuccia. Ottimo!

ORNELLAIA – ORNELLAIA BIANCO 2020 (sauvignon blanc)

Il registro sfumatamente varietale si fonde con una pregevole matrice minerale; il vino possiede portamento, potenziale evolutivo, vibrazioni saline, materia di prim’ordine. Non lo puoi evitare, certo che no.

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FERNANDO PARDINI

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