Vini e terre di Borgogna: il libro

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E’ proprio vero che la passione, a volte, può tutto. E che begli scherzi ti gioca! Lo sanno bene Camillo Favaro e Giampaolo Gravina i quali, zaino a tracolla e taccuino alla mano, hanno percorso, fisicamente ed emotivamente, tutti i settanta chilometri benedetti dal signore che racchiudono la Côte d’Or (dalle porte di Digione a Santenay), per cercar di dare senso e sbocco a una passione condivisa chiamata Borgogna.

Ebbene, è ora possibile toccare con mano (con gli occhi) i risultati delle loro memorie d’Oltralpe, del loro lungo svernare francese: “Vini e Terre di Borgogna – in viaggio attraverso la Côte d’Or” è davvero un bel libro. Perché è molto piacevole da leggere. E già questo basta e avanza per chiudere il cerchio: un libro piacevole da leggere, che vuoi di più? Certo, si parla pur sempre di un’opera a metà fra il diario di viaggio e la critica enologica, ma la brillantezza del fluire, il mulinare armonioso delle parole, gli accenti e le immedesimazioni -più forti, meno forti- che cogli nell’accostarsi ai vini (senza scomodare punteggi!), nel rendere i vari ritratti aziendali o nel raccontare la storia di quella terra, ne fanno un’opera ricca di spunti e di contenuti, tanto utile all’addetto ai lavori quanto altamente consigliabile per l’appassionato o il turista, dal momento in cui non si rinuncia a raccontare quel che c’è di più da vedere, da mangiare e da dormire in uno degli “angoli santi del cuore” di Francia. E lo si fa nel modo giusto, facendo balenare chiaramente nella testa del lettore che in quei posti là ci si è stati per davvero. Perché lo senti.

Intanto focus sui nomi e i cognomi: Camillo Favaro è l’ideatore dell’impresa. Ormai irrecuperabile “Borgogna-dipendente”, oltre che editore è pure grafico, organizzatore di eventi, valente produttore di vino in quel di Caluso (i suoi Erbaluce secchi sono bianchi d’autore!) e probabilmente anche qualcosa d’altro. Giampaolo Gravina è il braccio armato della coppia. La sua onnivora passione enoica, praticata e rafforzata da tanti anni di viaggi e di critica enologica, può toccare qui i vertici espressivi attesi, stimolati da un modo di scrivere e di pensare il vino che in Italia trova pochi eguali. Sì, perché la passione a dir poco viscerale che muove il tutto resta ben dissimulata nei tratti distintivi di un libro che vuole prima di tutto raccontare un’esperienza, che è fatta di volti, di luoghi e di stati d’animo, oltre che di vini, e poi soppesare con ispirata sapienza critica ciò che c’è da soppesare, ivi compresi gli immancabili cliché, che a volte, proprio di fronte ai santuari immacolati del bere bene internazionale, vengono fuori con esplicita pochezza. Bene, non è questo il caso, ed è un bel vedere.

Foto d’autore (Maurizio Gijvovich) e bellissime cartine con l’indicazione dei Crus e dei lieux-dits accompagnano organicamente la trattazione. Di ogni sottozona viene fatta una sintetica introduzione, a coglierne i dettagli, i suoli, il clima, l’anima dei vini. E in corrispondenza di ogni sottozona ecco poi i ritratti, uno per pagina, dei produttori personalmente incontrati (tutti vignaioli, con esclusione voluta dei négociants), assieme a una selezione dei vini apparsi più significativi, prepotentemente estratti dalla bellissima e futuribile annata 2010. Cento ritratti d’autore per circa 400 vini commentati. In ogni ritratto, in ogni “appunto al vino”, la naturale accortezza di non cadere nell’ovvietà, nel didascalico, nel deja vu, grazie soprattutto alla capacità di vedere dentro, di saper interpretare, di andare per la propria strada, curiosi soltanto di apprendere e conoscere. Il grande Gino Veronelli, riguardo al lavoro del degustatore, pressappoco diceva questo: “sta nella capacità di introiezione, di compenetrazione, di immedesimazione la chiave di volta per poter rendere interamente la capacità di racconto di un vino”. Ecco, qui si ha la sensazione della piena immedesimazione nelle cose che si dicono. Quella che ti porta a far librare le parole, a renderle nette e chiare, pesate e belle, non obnubilate da pregiudizi o supine riverenze. E’ quando nella potenza evocatrice di una parola non si cela più l’orpello o l’autocompiacimento, ma il gesto laicamente santo della condivisione e dell’emozione sincera. Trovo tremendamente bello lasciarsi trasportare dalle parole, quando aggiungono senso al senso. A mio vedere è solo questo che smuove altre penne a scrivere, altri treni a partire. Destinazione Borgogna, bien sur!

Vini e Terre di Borgogna – ArteVino Editore (€ 22)

Il libro è attualmente acquistabile online collegandosi al seguente sito: www.passioneborgogna.it

FERNANDO PARDINI

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