Chianti Classico 2018: la piacevolezza fatta vino

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FIRENZE – L’annata 2018 per il Chianti Classico è stata una annata generosa, confidenziale, affettuosa; sui vini ci ha ricamato sopra un vestito senza spigoli, proporzionato e piacevole a vedersi.

E se viene a mancare la profondità del grande millesimo, dobbiamo ammettere che fra i 70 campioni assaggiati alla Chianti Classico Collection della Stazione Leopolda di Firenze raramente abbiamo incontrato vini incerti, salvo qualche immancabile punto interrogativo da assegnare ad alcune campionature di botte (e ve n’erano più di un po’).

Insomma, la correttezza formale e la perizia enologica hanno sovente sposato il garbo e la misura, raggiungendo l’obiettivo dell’equilibrio senza sforamenti verso derive surmature o, di contro, senza eccessive “verzure” (verzure qua e là presenti). Pochissimi i vini sovraestratti, una rarità i vini concentrati, a delineare una proposta generalmente caratterizzata da una dolcezza di frutto bilanciata, da tannini morbidi e fusi e da un assetto già godibile e dispiegato, ma non per questo meno coinvolgente.

Non ci dovremo aspettare quindi vini troppo profondi  – quantomeno fra i vini d’annata, per le Riserve e le Gran Selezioni si vedrà- bensì ad alto tasso di bevibilità, a tratti accomodanti, a volte persino un po’ esili e diluiti.

I Chianti Classico d’annata non li vedrei quindi proiettati per durare a lungo, casomai portati per una onorevolissima corsa di “media gittata”. Non mancano gli acuti, ovviamente, realizzati in virtù di una maggiore capacità di dettaglio, di una più convincente propulsione e di una superiore grazia espressiva. E non manca qualche sorpresa.

In un millesimo che ha in parte subìto le conseguenze dell’ ”asciuttore” tramandatogli dalla annata precedente, quanto mai arida e siccitosa, e che solo nel finale di partita ha rimesso a vita un andamento stagionale problematico segnato da un’estrema variabilità climatica e da un significativo tasso di umidità ( leggi spinta vegetativa delle piante), forse chi ha saputo e potuto attendere la vendemmia (o le vendemmie) per sfruttare al meglio un mese di settembre più propizio e magari immaginarsi di scavallare a ottobre, potrebbe aver centrato un obiettivo importante ancorché insperato.

L’ultima nota a margine, sicuramente piacevole, registra come anche le aziende più “accessoriate”, quelle da grandi numeri produttivi, abbiano progressivamente sposato stili più misurati nei toni, fondati sul contrappunto gustativo e sulla bevibilità, un segnale importante che ispira autenticità, e di quella oggi ce n’è un gran bisogno per disegnare un futuro all’altezza. E non solo nel nostro amato Chianti, ma in ogni dove enoico.

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Gli assaggi di un giorno (cb sta per campione di botte)

BADIA A COLTIBUONO – Chianti Classico 2018 (cb)

Candido, carezzevole, floreale, l’avviluppo etereo ne amplifica l’avvenenza e la naturale dolcezza; il tannino è come un soffio, si sbriciola in sale. Chianti Classico fin nel midollo, non lo dimenticherai.

BANFI – Chianti Classico Fonte alla Flora 2018

Cordialmente fruttato, con la ciliegia in evidenza, più misurato nei toni che non in altre occasioni. Di contro, piuttosto increspato e contratto nel finale.

BIBBIANO – Chianti Classico 2018

Aromaticamente discreto (nel senso della discrezione) su commento di erbe di macchia, se ne esce con un profilo affusolato e leggermente rugoso, supportato da una adeguata dinamica e da un registro stilistico/espressivo super classico.

BONACCHI – Chianti Classico 2018

Liscio, pulito, quasi nettato, viene annunciato da una appariscente nota floreale, mentre la piacevolezza di fondo si smorza al gusto per via di una più che latente diluizione di sapore.

BRANCAIA – Chianti Classico 2018 (cb)

Elegantemente fruttato e balsamico, è ordinato, piacevolissimo, senza forzature, dai tannini docili e fusi.

BUONDONNO/CASAVECCHIA ALLA PIAZZA – Chianti Classico 2018

“Selvoso”, balsamico, piccante e un po’ abrupt, la grinta non gli manca, casomai difetta di armonia. Tannini grippanti, indole “artisan“.

CA’ DI PESA – Chianti Classico Burrone 2018

Intenso e un po’ irruente, avvolto in una coltre alcolica, rilascia sentori floreali e mentolati manifestando un riottoso nervosismo tannico. Da registrare, e da attendere.

CARPINETO – Chianti Classico 2018

Gli umori di saggina e il leggero fumé alimentano l’idea di un certo rigore espressivo. Il tratto è affilato, non mancano spigoli, mentre un’aura vegetale si spande progressivamente in una trama comunque contrastata.

CASA EMMA  – Chianti Classico 2018 (cb)

Voluttuoso, austero, dalla suggestiva scia silvestre fatta di balsami, erbe e frutti scuri. Buona la reattività, sotto l’egida di un registro stilistico moderno; i tannini incidono ma c’è sale.

CASTAGNOLI  – Chianti Classico 2018

Melodioso, floreale, di bella “ciccetta” e densità, è scorrevole, ben disegnato, morbido, accogliente, di media profondità.

CASTELLARE DI CASTELLINA  – Chianti Classico 2018

Nitido, stilizzato, adeguatamente fresco e ad alto tasso di bevibilità, è un vino sottopeso che però possiede dinamismo e disinvoltura.

CASTELLO DI AMA – Chianti Classico Ama 2018

Bella timbrica fruttata, convincente tanto quanto la reattività e la sapidità. Deciso e continuo nello sviluppo, la progressione si compie nel nome della misura, senza impuntature tanniche o sopravanzi di materia. Bel conseguimento.

CASTELLO DI MELETO  – Chianti Classico 2018 (cb)

Intensità e frutto non mancano, è vigoroso, solido, centrato, solo poco assistito da un disegno non così personale.

CASTELLO DI MONSANTO  – Chianti Classico 2018 (cb)

Sempre intensa la nota floreale (e molto aromatica) nei giovani vini di Monsanto. Seducente, sinuoso, garbato al gusto, scorre bene con i suoi modi controllati, senza vacuità o incertezze.

CASTELLO DI QUERCETO –  Chianti Classico 2018

Un Querceto finalmente stilizzato e pure coerente con ciò che ti aspetteresti da un vino proveniente da quel versante: freschezza, emersione leggera di erbe, spezie e fiori,  trama più affusolata che ampia. Certo non un vino esplosivo, ma la cifra stilistica assunta rischiara orizzonti.

CASTELLO DI SELVOLE  – Chianti Classico 2018 (cb)

Gran frutto di amarena, lievi accenti floreali. Nonostante le generose apparenze conserva ritmo, slancio e fragranza.

CASTELLO DI VOLPAIA  – Chianti Classico 2018

Succoso, fresco, adeguatamente articolato, in cui convivono misura, precisione e ariosità. Ancora da fondersi il tannino.

CASTELLO VICCHIOMAGGIO – Chianti Classico Guado Alto 2018

Frutto presente e presenzialista, qualche inflessione roverizzata ad addolcire il tutto. E’ un vino concessivo, aperto, un po’ in debito di originalità.

COCCIA GIULIANO/CASTELLINUZZA E PIUCA – Chianti Classico 2018

Scioltezza, spontaneità e un cuore di giaggiolo grande così. Adeguata densità di materia e buona espressività. Manca solo l’affondo.

COLLAZZI  – Chianti Classico Bastioni di Collazzi 2018

Il disegno si nasconde dietro la massa del frutto. Tecnicamente corretto, da lui non emergono dettagli, sottotraccia o pertugi, quantomeno oggi. Impatta, quello sì, poi la strada si confonde.

COLLE BERETO – Chianti Classico 2018

Succoso, fresco e introspettivo, assume un buon ritmo governato da una aromaticità silvestre e mentolata. Chiaroscurale, ma sa il fatto suo.

CONCADORO  – Chianti Classico 2018

Erbe di macchia, poi qualcosa di verace che scappa di lato. E’ schietto, certamente, anche se un po’ arruffato nella chiosa tannica e non pienamente registrato negli assetti.

FAMIGLIA NUNZI CONTI – Chianti Classico 2018

Trama elegante di matrice floreal fruttata, sviluppo arioso, gusto confidenziale. Certo non possiede il nobile portamento dei cavalli di razza, ma c’è in lui un’anima tipica e fiera che non passa inosservata.

FATTORIA CARPINETA FONTALPINO – Chianti Classico Dofana 2018 (cv)

Frutto cospicuo, smalti & confetture; forse il campione non è di quelli propriamente rappresentativi ma calore, potenza e materia ci stanno, in abbondanza.

FATTORIA CARPINETA FONTALPINO – Chianti Classico Montaperto 2018 (cv)

Carattere “alle antilopi” rispetto al Dofana. Più ossuto e disadorno, più stilizzato e affusolato. A guadagnarne sono l’equilibrio, il ritmo e la capacità di dettaglio, anche se la morsa tannica stringe un po’ la carreggiata del gusto.

FATTORIA CIGLIANO DI SOPRA – Chianti Classico 2018

Eleganza, garbo, ariosità, candore floreale: una delle sorprese più belle da una realtà a me sconosciuta. Mai dire mai!

FATTORIA SAN GIUSTO A RENTENNANO – Chianti Classico 2018 (cb)

Succo, forza, presenza scenica, solidità e la proverbiale scorta di frutto, senza sovraestrazioni, senza sovraccarichi. Lì sta il bello. E’ solo e soltanto energia buona, è solo e soltanto temperamento.

FATTORIA SAN MICHELE A TORRI – Chianti Classico Tenuta la Gabbiola 2018

Liscio, ordinato, senza picchi, frutto un po’ spalmato, gusto fondamentalmente semplice ed accomodante.

FELSINA – Chianti Classico Berardenga 2018

Un pizzico di calore a “diradare” il finale ma la cifra stilistica, il timbro mineraloide e il suggestivo commento delle erbe aromatiche suggeriscono un sorso affiatato e proporzionato.

FIETRI – Chianti Classico 2018 (cb)

Da Fietri e dal suo isolamento d’altura mi sarei aspettato un vino più slanciato e prodigo di sottigliezze. Qui ad emergere è invece una dote fruttata un po’ ridondante, e per tale ragione dinamica e sfumature ne vanno a soffrire.

GAGLIOLE – Chianti Classico Rubiolo 2018 (cv)

Polposo e floreale, di buon avviluppo e brevilinea distensione, il vino pesca e trova una sua misura e una sua fluidità, senza inopportune ridondanze.

GUIDI 1929 – Chianti Classico San Giorgio alla Spadaio 2018

Aromatico e “svolazzante”, presenta una nota floreale tanto intensa quanto atipica, e un tratto beverino, profilatissimo, adeguatamente dettagliato.

I FABBRI – Chianti Classico Lamole 2018 (cb)

Ottimo spessore gustativo qui, e apprezzabile profondità, che si fonda sulla purezza espressiva, su una filigrana sapido-minerale e su un gran garbo. Bello ora, bello in prospettiva.

IL BARLETTAIO – Chianti Classico 2018 (cb)

Un po’ di tannino in eccesso ma buone solidità e freschezza di fondo; non l’articolazione attesa ma neppure le sovrastrutture di un tempo. Gustoso, ecco, gustoso.

ISOLE E OLENA – Chianti Classico 2018 (cb)

Ancora da farsi ai profumi, con note esotiche e floreali tipiche di quel versante, ma è in bocca che lascia emergere slancio e progressione. E’ nitido, profondo, succoso, con ottime prospettiva di crescita.

LE FILIGARE – Chianti Classico 2018 (cb)

Amarena e menta per una silhouette ombrosa e silvestre. Discreta dinamica, media personalità.

LE MICCINE – Chianti Classico 2018

Tensione, ariosità, slancio, acidità in resta. Bella dimensione, bella prospettiva, bella misura.

L’ERTA DI RADDA – Chianti Classico 2018 (cb)

Bel succo e bella densità, possiede slancio, progressione, allungo, un carattere rigoroso e un sentimento di fondo nobilmente compassato. Davvero buono!

LUIANO – Chianti Classico 2018

Erbe aromatiche e spezie per un vino che unisce saldezza e sfumature secondo uno sviluppo teso ma un po’ rugoso.

MAURIZIO BROGIONI – Chianti Classico 2018

Polposo e leggermente esotico ai profumi, assetto super controllato, frutto in prima linea e una personalità che non emerge appieno.

MONTE BERNARDI – Chianti Classico Retromarcia 2018 (cb)

Un incantesimo di sottigliezze per un gusto sospeso, lieve, progressivo, senza che gli manchi niente.  Chiusura limpida, dolce e sfumata. Insieme a lui sto bene.

MONTERAPONI – Chianti Classico 2018

Eleganza, profondità e quella naturale disinvoltura che ormai è il suo nome. Stile e territorio fusi in un tutt’uno. Difficile fare a meno di lui.

MONTEROTONDO – Chianti Classico Vigna Vaggiolata 2018 (cb)

Fragranza di viola, melodiosa dolcezza di frutto, balsamicità d’altura. E poi la schiettezza, che te lo farà ricordare a lungo.

MONTESECONDO – Chianti Classico 2018

Fragola e melograno per un vino tutto in sottigliezza, solo candore. Davvero nature, sapido, titillante, infinitamente aggraziato.

OLIVIERA – Chianti Classico Campo di Mansueto 2018

Energia e veracità ben indirizzate al servizio del sapore, che è sapore vivo, caloroso, abbracciante, senza eccessive intemperanze.

OTTOMANI – Chianti Classico 2018 (cb)

Qualche incertezza aromatica forse legata alla campionatura non ne nasconde la schiettezza di fondo e il gusto sincero, anche se non troppo complesso.

PANZANELLO  – Chianti Classico 2018

Pienezza e veracità vanno a braccetto. Il vino non gioca di cesello né di dettagli sottili ma è reattivo, determinato, ruspante, senza peli sulla lingua.

PODERE LA CAPPELLA –  Chianti Classico 2018 (cb)

Colore assai fitto rispetto alla media, e poi quell’aura silvestre e balsamica a connotare un Sangiovese freddo e distaccato, caratterialmente parlando. Chiusura vegetale.

PODERE POGGIO SCALETTE – Chianti Classico 2018

Aggraziato, fresco, floreale, si avvantaggia di un bel disegno in sottrazione e di una spontaneità finalmente dispiegata. Vino d’altura, e si sente.

POGGIO REGINI  – Chianti Classico 2018

Note officinali sottendono un tratto ossidativo e comunque non perfettamente a fuoco. Bocca che ne risente, contratta e poco diffusiva.

QUERCETO DI CASTELLINA – Chianti Classico L’Aura 2018 (cb)

Succoso, cordiale, avvolgente, la profondità non sta di casa qui ma un salvifico garbo ne ravviva le sorti.

RIECINE – Chianti Classico 2018

Grande grip e grande tensione. Un mare di sottotraccia e una salinità implacabile, presente, incisiva. Davvero un vino di razza.

ROCCA DELLE MACIE – Chianti Classico Famiglia Zingarelli 2018

Non la personalità la più personale ma un conforto ordinato sintetizzato dai sentori di ciliegia e menta e da uno sviluppo piacevole e proporzionato.

ROCCA DI CASTAGNOLI – Chianti Classico 2018

Ancora da armonizzarsi nel comparto dei profumi, è gustoso, centrato, teso il giusto, dai tipici (per Castagnoli) risvolti balsamici.

ROCCA DI MONTEGROSSI – Chianti Classico 2018

Buona dolcezza di frutto per un vino più colloquiale ed accomodante del solito, senza irruenze o presenzialismi di maniera. Piacevole.

SAN FELICE – Chianti Classico 2018

Finalmente un San felice misurato nei toni, dal bel corredo aromatico e di buona armonia complessiva. E se la profondità gli viene a mancare, stilisticamente è apprezzabile, finanche aggraziato.

TENUTA CASENUOVE – Chianti Classico 2018

Una certa vigoria alcolica e fruttata, tannino grippante, equilibri difficili. Quantomeno ora.

TENUTA DI ARCENO – Chianti Classico 2018 (cb)

C’è ordine e controllo di forma. Certo lo avrei gradito più disinvolto e meno distaccato, ma la campionatura non definitiva potrebbe averci messo del suo.

TENUTA DI NOZZOLE – Chianti Classico 2018  (cb)

Forse sarà la campionatura provvisoria o forse no, fatto sta che qui hai un gusto corretto e senza picchi, con qualche spigolatura non proprio elegante.

TENUTA LA NOVELLA – Chianti Classico Casa di Colombo 2018

Profumi adeguatamente freschi si muovono bene all’aria, ma c’è un timbro fin troppo vegetale ad incidere sulle trame.

TERRA DI SETA – Chianti Classico 2018

Note torbate e affumicate, grinta e voglia di fare ma chiusura tannica e un po’ asciugata.

TOLAINI – Chianti Classico Vallenuova 2018

Buon disegno, corredato da un frutto espressivo, dalle spezie e dal fiore.  Il tutto svela un buon calibro, adeguate proporzioni e un sapore che resta. In crescita.

TRIACCA LA MADONNINA – Chianti Classico Bello Stento 2018

Buona rarefazione aromatica e un certo garbo nel porsi. Un po’ ossuto e tagliente, a dire il vero, ma quantomeno mostra le sue insegne senza infingimenti.

VALLONE DI CECIONE – Chianti Classico 2018 (cb)

Non proprio ricamato, verrebbe da dire: è ruspante, grintoso, un po’ “scapigliato” come nello stile della casa, ancora alla ricerca della migliore armonizzazione (ma va?).

VILLA S. ANDREA – Chianti Classico 2018 (cb)

Pulito & spulizzito, semplice e beverino: gentile, ecco, un vino gentile.

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Assaggi effettuati nel mese di febbraio 2020

FERNANDO PARDINI

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