Il fiume del vino, il Tanaro, scalza il Po dal trono

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Tempo fa avevo pubblicato un articolo semi-serio che suggeriva di cambiare il nome al Po e di dargliene uno nuovo: Tanapo. Seguendo il Tanaro si ottenevano più o meno gli stessi chilometri complessivi del massimo fiume d’Italia, ma, in aggiunta, si attraversavano molti dei vigneti più celebri del nostro Paese.

Un fiume legato al vino, insomma. Dopo ulteriori studi, però, la faccenda è diventata veramente seria e vorrei riportare le conclusioni proprio su questo sito che ha visto nascere la provocazione iniziale. In fondo, il vino rimane spettatore attento della questione…

 

Geografia antica

Fino a circa 100 000 anni fa non ci sarebbero stati problemi a considerare il Tanaro il fiume più lungo d’Italia. Esso nasceva (come nasce tuttora) dal Monte Marguareis, al confine con l’attuale Francia, e, giunto nei pressi di Bra, continuava verso nord, ricevendo a Carmagnola le acque di un piccolo affluente di sinistra che proveniva dal Monviso, oggi chiamato Po. Poi il Tanaro continuava passando per la futura Torino e si gettava nel mare Adriatico dopo circa 750 km.

Geografia moderna

Intorno a 80 000 anni fa, le colline delle Langhe si sollevarono sensibilmente permettendo all’antico fiume che scorreva tra Bra e Asti, a livello inferiore, di erodere il più elevato pianoro di Poirino su cui scorreva il Tanaro. Alla fine, quest’ultimo si riversò nella valle più profonda e cambiò il suo percorso, costeggiando le colline del vino delle Langhe, del Roero, del Monferrato e del Tortonese. A seguito di questa trasformazione geologica l’alveo asciutto del vecchio Tanaro venne occupato dal piccolo Po che si ricongiunse al suo antico “padrone” nei pressi di Bassignana, in provincia di Alessandria.

Ovviamente, a causa degli affluenti che provenivano dalle Alpi, il Po raggiunse il Tanaro con una maggiore portata d’acqua e viene oggi considerato il dominatore della pianura che ha davanti.

A questo punto sono cominciati i miei nuovi studi geografici e storici. La sorgente del Tanaro, che gli dava una lunghezza di 276 km, è stata recentemente portata più a monte, utilizzando il torrente Negrone, e oggi possiamo stabilire una lunghezza complessiva, da sorgente a confluenza, di almeno 285 km. D’altra parte, invece, la lunghezza del Po, da Bassignana fino alla sorgente risulta essere di “solo” 230 km. Basta fare un semplice calcolo e si conclude GEOGRAFICAMENTE che

Po (da solo) = 652 km

Po + Tanaro + Negrone = 707 km

Fino a questo punto sarebbe scientificamente esatto cambiare il nome del Po in Po-Tanaro-Negrone o, almeno, in Po-Tanaro, così come fatto normalmente per altri grandi fiumi terrestri, quali il Mississippi-Missouri, il Nilo-Kagera, il Rio delle Amazzoni-Apumirac, e via dicendo. Però si può andare oltre.

Storia

Spulciando qua e là ho trovato questo testo storico interessantissimo e al di fuori di ogni sospetto per essere considerato “contrario” al Po

In esso si legge che il nome originario del Po erano in realtà due nomi: Bodincus e Padus. Il primo, di origine LIGURE, si riferiva al corso superiore, mentre il secondo, di origine celtica, si riferiva al corso inferiore. Da Padus deriva appunto la Pianura Padana.

A questo punto sorge ovvia una domanda: “Perché il corso superiore del Po aveva un nome ligure, quando il tracciato era completamente in territorio celtico?”. La risposta sembra altrettanto ovvia: “Il Bodincus non si riferiva al fiume che nasceva dal Monviso, ma a quello che attraversava e nasceva nel territorio dei liguri, ossia l’attuale Tanaro”.

La conclusione è allora ancora più ovvia: “Se il tratto superiore dell’attuale Po era già riconosciuto essere il Tanaro fin da secoli prima di Cristo, perché non si dovrebbe considerare Tanaro anche il tratto successivo alla confluenza di Bassignana? ”  In realtà i chilometri complessivi danno ragione a questa soluzione ed essa non è  in conflitto con la storia: Padus altri non era che il tratto inferiore del Bodincus, ossia del Tanaro.

Spiegazioni del controsenso storico-geografico

Perché, allora, il Po è diventato il primo fiume d’Italia nella geografia, nella storia e in molte altre cose? Non è difficile rispondere. Ha avuto essenzialmente due grandi “fortune”. La prima è dovuta all’errore dei romani, conquistatori di quelle terre, che vedevano nel Monviso e nella sua aguzza cima il monte più alte delle Alpi. Era ovvio quindi far nascere il fiume più importante dal monte più importante. D’altra parte non avevano strumenti di misura molto precisi e nemmeno satelliti artificiali e GPS. La seconda è legata a Torino, capitale del Regno Sabaudo, prima, e di quello Italiano, poi. Era fondamentale che il fiume più importante passasse proprio per quella città!

Oggi, in occasione dei 150 anni dell’Italia, forse dovremmo ridare a Cesare quel che è di Cesare, o -meglio- al Tanaro quello che è del Tanaro.

So che sarà impossibile far diventare Pianura Tanària l’attuale Pianura Padana. Tuttavia, la faccenda mi ricorda molto quella dell’ex pianeta Plutone. Gli americani hanno cercato fino all’ultimo di mantenerlo tra i pianeti, ben sapendo che il suo ruolo fisico era di grado “inferiore”. Per distruggere le ultime resistenze abbiamo dovuto aspettare che si scoprisse un altro oggetto dalle sue parti che lo superasse in dimensioni. Sapendo che presto i corpi celesti oltre Nettuno, maggiori di Plutone, sarebbero diventati probabilmente decine vi è stato finalmente il declassamento a “pianeta nano”.

Lo stesso capiterà anche per il Po? No, non credo, per varie ragioni. Tuttavia, mi sembra doveroso dare al “fiume del vino” l’onore che la geografia e la storia gli hanno concesso fino a un passato non poi tanto lontano, geologicamente parlando.

Vincenzo Zappalà

8 COMMENTS

  1. Davvero una bella ricostruzione.
    Non sono un geografo e quindi mi chiedo: è solo la lunghezza a determinare quale, tra due fiumi sia l’affluente e quale il principale?
    Me lo chiedo perché a Torino, alla congiunzione con la Dora Baltea, quest’ultima ha percorso 168 chilometri e il PO giusto un centinaio.
    Questo potrebbe influire sulla ricostruzione di Zappalà? Grazie per l’attenzione e l’eventuale risposta

  2. non vi è una regola predefinita per nvalutare quale fiume debba avere la maggiore importanza all’atto della confluenza. A volte viene considerata la portata, altre volte l’importanza storica. Tuttavia, è molto più comune utilizzare la lunghezza, in modo da ottenere un percorso complessivo più lungo. Così è stato fatto, ad eempio, per il Nilo Bianco e il Nilo Azzurro.

    Nel caso della Dora Baltea, mi trovo dubbioso sul fatto che il Po abbia percorso solo 100 km, Così a occhio, tieni conto che la lunghezza sorgente- confluenza Taanro è 270 km e il pezzo tra la conflueza della Dora Baltea e la confluenza col Tanaro sembra decisamente più breve di quello verso la sorgente. Bisognerebbe avere numeri ufficiali, ma direi che la Dora Baltea non cambierebbe il percorso totale…

    Nota che l’Autorità del Po conferma che il Tanaro batte il Po per 276 a 270, senza contare la parte a monte che dovrebbe essere sui 15 km..

  3. Sì, infatti è quello che suggerivo dubitativamente, avendo anche letto suoi articoli, dove cita anche il Politecnico e altri istituti.
    La lunghezza non è il solo criterio e infatti la portata sicuramente a Torino non lascia dubbi tra chi sia il principale corso d’acqua alla confluenza tra Po e Dora Baltea.
    Però, siccome la questione della portata non trovava alcuno spazio nella sua ricostruzione, credevo che la lunghezza fosse il metodo ufficiale per definire fiume principale e affluente. Se così non è la ringrazio della precisazione che magari sarebbe utile estendere anche a tutti i mezzi di stampa su cui è pubblicata la notizia della sua proposta.
    Perché se ci fermiamo alla lunghezza, invece, confermo tranquillamente che la Dora Baltea supera Po e Tanaro di slancio.
    E di un buon 50 Km!
    MI viene poi il dubbio che altri affluenti “minori” siano più lunghi del grande fiume quando confluiscono. Penso ad esempio al Varaita, affluente di destra come il Tanaro, e dotato di corso permanente. Quando si getta nel Po ha fatto ben 92 km e siamo presso Casalgrasso, mentre il Po non ne ha ancora percorsi 80.
    Insomma, forse occorre dubitare di basare una ricostruzione solo sulla lunghezza. Anche per non dare lavoro a tecnici misuratori che sarebbe senz’altro utile (per delle verifiche) ma non potrebbe portare a revisioni significative o definitive.
    Non crede?

  4. caro Giovanni Battista,
    la mia era soprattutto una provocazione, nata quasi per scherzo, ma poi diventata via via sempre meno fantasiosa. Sul fatto della portata avrei però dei dubbi… Ad esempio, il Mississippi-Missouri segue la lunghezza e non la portata, così come il Nilo. Lei dice bene che molti affluenti di sinistra superano abbondantemente il Po (soprattutto il Maira) e a volte sono comparabili come portata. Tuttavia, il Tanaro se fosse considerato fino alla vera sorgente del Negrone è in grado molto probabilmente di batterli tutti. Ecco perchè è richiesta una misurazione accurata. Teniamo poi conto che la portata del Tanaro è decisamente influenzata dalle innumerevoli dighe che sorgono tra Ceva e la confluenza, spesso in grado di asciugare il fiume per parecchi chilometri. Resto comunque ancora dubbioso sulla Dora Baltea. Vorrei sapere esattamente quant’è la lunghezza del Po all’atto della confluenza con la Dora. Mi sembra che 100 km siano troppo pochi. Così ad occhio direi che è paragonabile almeno a quello del fiume valdostano….
    cari saluti

  5. Gentile professor Zappalà,
    grazie per aver chiarito che si trattava soprattutto di una provocazione.
    Sulle misure della Dora e del Po a Crescentino (punto di confluenza) mi sono basato su google maps, dunque misure più accurate sono senz’altro benvenute.
    Ma anche concedendo il massimo di dubbio plausibile, credo che non ci sia una differenza di lunghezza (a favore della Dora) inferiore a 20km.
    Cordiali saluti. In attesa di saperne di più.

  6. Addenda.
    Ho trovato questa relazione (http://nuke.catfishingitalia.it/LinkClick.aspx?fileticket=kv9ieirBygA%3D&tabid=481&mid=1533) che rinviene nelle sorgenti del MAIRA quelle che aggiungono più chilometri al Po, che secondo il metodo Mississippi Missouri, aggiungendo i km del corso principale a quelli dalla confluenza alla sorgente con il tributario più lungo, raggiungerebbe i 682 km.
    Certo che Pianura Mairana (“smunta” in Pimontese) suonerebbe ben male. Meglio tenersi la Pianura Padana.
    Saluti

  7. Allora Bossi ha sbagliato a riempire l’ampolla al Pian del Re, avrebbe dovuto riempirla alle sorgenti del Negrone.

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