Al Vigno e da Ginetto, un Casentino da gustare

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di Francesca Ciuffi

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Una stradina sterrata nel bosco, in pieno spirito casentinese, ci conduce ad un rustico ma ben curato agriturismo a Lama, piccola frazione nel comune natio del grande Michelangelo in provincia di Arezzo: Caprese Michelangelo (Buonarroti, appunto!). Si chiama Il Vigno ed è gestito da Alice e Giulio, una giovane e simpatica coppia.

Al nostro arrivo veniamo accolti con un vino locale, a base di ciliegiolo, e da un amaro fatto da un contadino amico, a base di amarene della zona. Nonostante la gradazione alcolica decisamente alta che nel caldo delle tre pomeridiane di un giorno d’Agosto non è proprio un rinfrescante, lo gradiamo ugualmente per poi immergerci nella natura. Infatti il Vigno presenta angoli dove rilassarsi, zone di verde dove perdersi in piacevoli letture o dolci pisolini ed il leggero venticello che ci fa compagnia alleggerisce l’afa del periodo. E poi un bagno in piscina. Acqua fresca… anzi freddina, ma ci tuffiamo ugualmente e ci sentiamo davvero fuori dal tempo.

Arriva presto la sera e mi intrattengo con il proprietario che mi informa sulle osterie del territorio dove possiamo cenare. Scegliamo la trattoria Da Ginetto a Caprese Michelangelo, la preferita di Giulio. Luogo molto informale, che non risulta immediatamente caratteristico e particolare: insomma probabilmente non ci saremmo fermati, se non ci fossimo stati indirizzati dal consiglio di chi è del posto. Però, sorpresa, o forse no: il locale è pienissimo, il nostro è l’ultimo tavolo libero.

veranda-panoramaMentre ci guardiamo un po’ attorno sfogliamo il menu e accettiamo suggerimenti da Simone, il proprietario, fra l’altro amico di Giulio. E alla fine, su cosa verte la nostra scelta? Ma naturalmente sulla loro specialità, la tagliata con radicchio trevigiano. Poco originale, si potrebbe pensare: la tagliata, quante volte l’avremo già mangiata in altri locali? Però… c’è una particolarità di cui fino ad oggi non avevo mai sentito parlare: la cottura!

Infatti qui Da Ginetto, la tagliata viene cotta con il sale. Si, il sale le fa come da griglia: prima viene arroventato su una padella di ferro e poi la carne viene appoggiata sopra questo particolare letto. Ne sortisce un effetto diverso dal solito, sembra quasi di mangiare un tenero roast beef; anzi la carne resta ancor più tenera, non unta e saporitissima. È Chianina autentica e questo metodo di cottura, assicura lo chef, ne esalta le sue proprietà organolettiche.. Personalmente non amo particolarmente la carne, come ormai è già ben noto ai lettori dei miei articoli, ma in questo caso l’assaggio mi ha lasciato un ottimo ricordo.

Il vino scelto è un Barco Reale, tipico della zona pratese di Carmignano. Un vino piuttosto giovane e poco alcolico (12,5°), beverino, non particolarmente strutturato, con l’80% di uve sangiovese e un saldo di cabernet… Gradevole, anche se chiacchierando poi con Simone, la scelta migliore per accompagnare la tagliata cotta sul sale sarebbe stata a suo dire un sangiovese in purezza, non asciutto ed avvolgente da rendere la bocca perfettamente adatta al sapore di questo piatto. Beh, noi ci accontentiamo, per questa volta, della nostra prima scelta.

In ogni caso, una cosa che mi ha davvero lasciato il segno di questa bella cena e di cui avrei fatto il bis se non avessi preferito “contenermi” in un periodo che richiedeva cibi e bevande non troppo “alcolicamente aggressivi”, è la grappa finale. Una grappa al miele (Delizia OF Ligneum Miele di Tiglio della ditta Bonolli, 40% di alcol), morbida, rotonda, con la sua sublime corposità… una magica conclusione. Salutiamo Simone, ottimo oste gentile e super preparato, ripromettendoci di tornare e si rientra al Vigno.

Al risveglio, fatta colazione, decidiamo di sostare tutto il pomeriggio oziando a bordo piscina e nel delizioso rilassante parco dell’Agriturismo, per arrivare al crepuscolo e finire la nostra gita con la visita di Anghiari, uno dei borghi più belli d’Italia che dista solo 15 km circa. Ho tempo così durante le ore calde di fare due chiacchiere con Giulio che mi descrive le caratteristiche di alcuni prodotti che si possono acquistare: delle marmellate biologiche, fra cui spiccano la crema di marroni (famosissimi da queste parti, vista l’ampia distesa di castagni), la marmellata di fragole, l’aceto balsamico e una birra artigianale che ha adottato da poco. Mi fa venir voglia di berla e così facciamo merenda con bruschette al pomodoro (dell’orto) preparate da loro, pane, marmellate e birra rossa non filtrata: speciale.

E lo spuntino vale la descrizione dei prodotti.

Birra rossa Selezione 28 dei Mastri Birrai Umbri, rifermentata in bottiglia. Bassa in gradazione (5,5% di alcol), ma con un carattere deciso. Gli ingredienti sono particolari… e io, ormai per deformazione professionale di nutrizionista, ci faccio caso: cicerchia (un particolare legume, il Lathirus sativus Linneaus, coltivato in Africa orientale, Asia e anche Europa; un abile recupero di un cibo antico, che va saputo dosare bene, dato che il consumo in grandi quantità può diventare tossico…), malto d’orzo, fruttosio (significativa scelta del tipo di zucchero, con basso indice glicemico), luppolo, lievito. Ottima!

Crema di marroni, marmellata di fragole e aceto balsamico della Società Agricola Baccanella di Federico Franchi (Caprese Michelangelo). Rigorosamente biologiche e autoctone per la volontà del proprietario di dar spazio ai sapori del territorio con prodotti di alto valore nutrizionale, nonché di gusto… Anch’esse da provare!

Ed è proprio con questa dolcezze finali che vi saluto, augurandomi di aver dato ai lettori alcuni elementi in più per immergersi nelle bellezze naturali, culturali ed enogastronomiche del Casentino.

Azienda Agricola Il Vigno
Località il Vigno 262 – Caprese Michelangelo (Ar)
www.agriturismoilvigno.com

Osteria Da Ginetto
Via Fossa da Bagno, 39 – 52033 Caprese Michelangelo (Ar)
Tel. 0575 791156
www.osteriadaginetto.it

Le immagini sono tratte da tripadvisor.com e dal sito dell’Osteria Da Ginetto

L'AcquaBuona

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