Il Salone Internazionale dei vini della Loira: tanti territori uniti da un fiume. Seconda parte

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ANGERS (FRANCIA) – Dopo la prima parte del racconto, riprendiamo la descrizione degli incontri e delle degustazioni effettuate al Salone dei Vini della Loira il 3 e 4 febbraio 2014 parlando di Menetou-Salon, Sancerre, Muscadet e Anjou.

Lasciato Vouvray e il nostro simpatico produttore continuiamo l’incontro con i viticoltori dell’associazione Patrimoine des Terroirs, recandoci allo stand della famiglia Picard, vignaioli nelle denominazioni Sancerre e Menetou-Salon dal 1600. Il giovane Mikael Picard ci accoglie descrivendoci le denominazioni di Sancerre e di Menetou-Salon e la sua azienda che si sviluppa su 13 ettari di terreni argilloso-calcarei, che segue personalmente con tutta la famiglia. Gli appezzamenti della denominazione Sancerre dei Picard si trovano a Bué, una delle zone reputate migliori di tutta l’area di produzione.

Domaine Jean-Paul PicardI vini bianchi sono elaborati in acciaio dopo un’attenta selezione delle uve e successivamente subiscono un affinamento sui lieviti che varia dai quattro ai sei mesi per venire poi stabilizzati a freddo ed imbottigliati.

L’altra denominazione dei vini dell’azienda Picard è Menetou-Salon. Situata nella regione della Cher, quasi al centro della Francia, è caratterizzata da terreni molto omogenei di origine marina che conferiscono finezza e sapidità ai vini, in particolare ai bianchi. Meno conosciuta del Sancerre, ne condivide però la maggior parte dei vitigni.

angers_108Il primo vino che assaggiamo è un Menetou-Salon 2012: colore giallo con riflessi verdognoli, sorprende per il profumo fresco e agrumato, e con chiari sentori di frutta esotica. In bocca esprime tutta la sua rotondità e finezza sempre con una linea fresca che conclude la degustazione. Il Sauvignon Blanc qui si esprime in forma più di eleganza che di potenza aromatica. L’annata 2013 proposta di seguito esprime i problemi e le potenzialità della vendemmia. Come in Italia, il 2013 non è stato facile per molti comprensori e anche nella Loira le piogge si sono fatte sentire. Una selezione rigorosa delle uve ha però portato in cantina un accettabile livello qualitativo tale da dare vini piacevoli e ben caratterizzati. Così, il 2013 risulta sapido e ben vivo in bocca con una nota di freschezza che lo accompagna anche nei profumi agrumati e vegetali ma sempre piacevoli.

angers_110Passando alla Aoc Sancerre, assaggiamo l’annata 2012. Di questa vendemmia sono state prodotte circa 65.000 bottiglie e il vino si presenta di colore giallo pallido, con un naso caratteristico dei sauvignon della zona. Chi si aspetta aromi eclatanti di pipì di gatto o di bosso, rimane forse deluso. Qui si gioca più sull’equilibrio e sul richiamo fruttato, magari di limone o arancio e su un vegetale che facilmente vira nel minerale e nello speziato. La bocca rimane fresca e sapida con finale ancora aromatico.

Il 2013 risulta più chiuso ma paradossalmente più intenso negli aromi tipici del vitigno, ancora deve levigare in bocca l’acidità ma non manca di una bella mineralità in un finale secco e aromatico. La Cuvée Réserve del 2012, nata dai ceppi più vecchi, dimostra una lunghezza in bocca molto interessante e offre tutte le sfaccettature e le potenzialità del Sancerre. Il Sancerre Rosé 2012 , prodotto da contatto con le bucce di poche ore, riuslta un vino piacevole dalla bocca rinfrescante e dalla beva invitante, il 2013, presentato in anteprima, ha dalla sua la maggiore forza aromatica e una vivacità che lo fanno preferire al 2012.

Un altro produttore ci attende al Salone: si tratta del Domaine des Cognettes, azienda biologica delle zone di Muscadet Sèvre et Maine Clisson.
Clisson, città medievale di particolare bellezza, è anche parte integrante del comprensorio viticolo del Muscadet e della sua denominazione particolare, scritta anche nella forma Sèvre-et-Maine.

I due fratelli Perraud, Stephane et Vincent , conducono l’azienda in Bournigal, nel comune di Clisson, che vanta una superficie vitata di 28 ettari. Il Muscadet Aoc è composto unicamente da melon de Bourgogne, vitigno che in quest’area rappresenta la varietà dominante. Esso venne introdotto dalla Borgogna nella zona di Nantes dopo il grande freddo del 1709 che distrusse la maggior parte dei vigneti, essendo infatti resistente al freddo. Particolarmente produttivo e poco aromatico vi è la tradizione di imbottigliarlo “sur lie” per trarne un vino fresco e vivace da consumarsi preferibilmente giovane. Dalle analisi del Dna risulta derivare da un incrocio tra pinot bianco e gouais blanc.

L’azienda opera con una selezione particellare e raccolta di conseguenza ed in questo modo valorizza i terreni che sono in parte di origine granitica e in parte di origine intrusiva calcarea (gabbro). In genere la produzione è contenuta, sui 40-45 ettolitri per ettaro. Partiamo con una Sélection del Cognettes 2012. Dopo la raccolta e la pressatura il vino viene fatto fermentare con lieviti indigeni e poi affinato sur lie per otto mesi e successivamente imbottigliato. Ha capacità di invecchiamento medie fino a dieci anni. Al naso è sia floreale, sia fruttato con richiami di ananas e di pompelmo. Bocca fresca con spiccata acidità, sapidità e salinità finale.

angers_118Un altro vino proposto del 2012 è “Les 2 terres”, sempre della Aoc Muscadet Sevre-et-Maine, che porta questo nome perché le uve provengono dai dui tipi di terreno descritti sopra. Il colore è giallo pallido, limpido, con riflessi verdognoli. Al naso si esaltano la complessità e le note fruttate di pesca e pera, che si abbinano a quelle iodate e marine; in bocca la finezza e la sapidità convergono in note minerali e lievi aromi di nocciola tostata, forse dovute ai 12-14 mesi passati sui lieviti. Si tratta di un classico prodotto della regione che ben rappresenta la tradizione e la territorialità di questi pregevoli vini.

angers_125Passiamo poi alla degustazione del Cru Clisson, che ci viene offerto nel millesimo 2007. Affinato almeno 42 mesi sui lieviti in vasche di cemento vetrificato si tratta di un prodotto di particolare pregio e personalità. Colore giallo medio fluido, riflessi dorati, al naso presenta note grigliate e lievemente solfidriche, di frutti maturi e miele, in bocca ha ampiezza e grasso, sorretto però da una freschezza sempre viva e che trascina un finale minerale e sapido. Vero vino “gastronomico”, da abbinare a ostriche o foie gras.

L’ultimo vino degustato è l’annata 2005 del “ Tentation des Cognettes”; mantenuto sur lie per cinque anni e mezzo rappresenta la versione “estrema” di questo tipo di elaborazione. Il lungo periodo sui lieviti conferisce al vino un colore giallo medio, di una certa consistenza, aromi di frutta matura con note di liquirizia e anice stellato, in bocca scorre lento nelle note di spezie e confettura d’arancia, assieme grasso e fresco con finale lungo e teso per la bella mineralità. Bella prova dei fratelli Perraud!

L’ultimo incontro della mattinata è quello con il Domaine Musset-Roullier, nella piccola appellation Anjou- Coteaux de la Loire, posta nelle vicinanze di Angers.

Vignoble Musset Roullier

L’azienda vanta una superficie di circa 35 ettari, in maggior parte allevati a cabernet franc, chenin e gamay. Nasce dalla riunione dei vigneti dei due fondatori, rispettivamente Serge Musset (che si occupa dei vigneti) e Gilles Roullier (che si dedica alla cantina), avvenuta nel 1994. La gestione del vigneto è in agricoltura integrata e particolare cura si pone sulla gestione del terreno e dei trattamenti.

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Accolti allo stand dalla signora Lydia, assaggiamo per primi i due bianchi fermi dell’azienda : il primo, “Les Blanches”, è composto da uve chardonnay (40%) e chenin; è un bianco fruttato e fresco che si distingue in bocca per una viva acidità e sapidità. Da accompagnarsi con crostacei o da bere come aperitivo. L’altro bianco è Le Moulin, chenin in purezza, demi-sec. Al naso si presenta fruttato con note anche speziate e lievemente vegetali. In bocca la dolcezza viene subito bilanciata dalla freschezza, si accompagna alle note di frutta secca e miele ma senza intaccare la bevibilità. Finale di media lunghezza.

Lydia ci propone poi un Crémant dal nome invitante: “Noctambule”, che nasce da uve chardonnay, chenin, cabernet franc  e si caratterizza per il profumo fresco e vinoso. In bocca la freschezza e la morbidezza si fondono su note lievemente tostate e agrumate.

angers_135Passiamo al rosso: l’Anjou Rouge “le Neuf Vingt” 2012 è un Cabernet Franc di colore rosso rubino con sfumature porpora, dal bel naso fruttato con riconoscimenti di cassis, ciliegia e mirtillo; si apre in bocca con morbidezza e con tannini ben levigati che si intrecciano con un freschezza che accompagna tutta la degustazione fino al finale, preciso e accattivante. Per finire un bel rosé sempre da cabernet franc, l’Esquisse 2013, demi-sec. Di colore rosa pallido e con un bel frutto agrumato e floreale, mostra una bocca succosa e fresca che invita al riassaggio. Ottimi vini da una azienda rigorosa e intrisa di passione verso il proprio territorio.

angers_453Un’ultima nota sugli assaggi liberi effettuati nella grande sala di degustazione. Due segnalazioni fulminanti: il Pinot Nero 2012 di Roblin Florian, viticoltore della AOC Coteaux du Gennois dal bel profumo floreale e vinoso, bocca elegante e rotonda, poco legno nella stoffa, acidità in rilievo, tannini fini e setosi. Vino Liquereux: Chateaux de Soucherie Cru Chaume 2010. Grande aroma di albicocca e ananas, densità nel bicchiere e in bocca con note avvolgenti di confettura e spezie (cannella e vaniglia) ed una freschezza che rende morbida la vena zuccherina.

angers_424Finisce in dolcezza la nostra esperienza al Salone internazionale dei vini della Loira, in compagnia dei produttori dell’Associazione Patrimoine des Terroirs e delle degustazioni libere. Ci concediamo la visita pomeridiana all’Abbazia di Fontevraud, dove il fondatore Roberto d’Abrisse nel lontano medioevo volle a capo del monastero, sia maschile che femminile, una donna, e dove vi troviamo le tombe di Enrico d’Inghilterra, di sua moglie Eleonora d’Aquitania, di Riccardo Cuor di Leone e di Giovanna Plantageneto. Ma questa è un’altra storia.

Ringraziamo Alain Vautherot di Patrimoine des terroirs per la collaborazione.

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Lamberto Tosi

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