Cerasuolo di Vittoria Classico Docg 2010 – COS

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Il vino: Cerasuolo di Vittoria Classico Docg 2010 – COS

Zona/sottozona/cru: località Bastonaca – Vittoria (Ragusa)

Vitigni: frappato, nero d’Avola

Data assaggi: aprile 2014

Il commento:

COS_ Cerasuolo Vittoria_etiGià dal colore, o dalle sfumature leggiadre che ben volentieri aprono alla trasparenza, puoi intuirne fragranza e “soavità” aromatica. E sostanziale gioventù. Il registro espressivo infatti è di quelli “contundenti” per grazia, profondità, dettaglio, vitalità. C’è chi la chiama seduzione. E ne ha ben donde: qui è ai massimi livelli, fondata su un affascinante respiro floreale in grado di acquisire preziosi rimandi di gariga, elicriso e fiore di luppolo, e di fondersi amorevolmente con il frutto mediterraneo, un frutto definito, maturo al punto giusto, appena appena ammaccato dal sole (che fa tanto Sicilia), nel ricordo della ciliegia durone e della fragola selvatica. Senza farsi mancare una rigenerante cadenza balsamica.

In bocca la sinuosità e la dolcezza del sorso appaiono maritate ad un tatto vellutato e ad una impressionante scorrevolezza, di pura fragranza isolana, riconoscibile, sincera, innervata dall’acidità e poco interessata dai rilievi tannici. E’ quando istinto e complessità vanno a braccetto, e tu non sai che scegliere. E dopo averne scolato una bottiglia senza sé e senza ma, stai ancora a chiederti se resti un vino più immediato che profondo. Oppure talmente profondo da risultare immediato. E’ proprio lì, nelle apparenze di un vino finto-semplice mirabilmente concepito “in sottrazione”, che si cela il fascino indiscreto di questo rosso di Sicilia; dalla sua una forte identità – inevitabile- corroborata da una provvidenziale versatilità negli abbinamenti con la tavola e da una bevibilità a prova di bomba.

Sai che c’è? c’è che dentro al mio bicchiere di oggi ci ritrovi il senso, il senso compiuto che sempre vorresti associato ad un vino: fruibilità senza arzigogoli, forza comunicativa, linguaggio personale, radicamento al territorio, istintività di un bere amico. Tanto da puntare dritto ai recettori sensoriali più profondi, quelli che scavalcano le forche caudine del cervello, lì dove il troppo discernere, filtrare, dosare, barcamenarsi nel gorgo notarile delle emozioni sopite, riesce a tradursi soltanto in regole, contrappunti morali, giudizi pseudo-scientifici, micragnose distinzioni di merito pure sulla lana caprina. A 12 euro o giù di lì, qui è solo questione di cuore.

La Chiosa:

Italy - SicilyHo seguito fin dagli inizi il percorso di COS, un percorso che testimonia una volta di più come la passione e l’intraprendenza, in questo caso appannaggio di tre giovani amici, possano felicemente condizionarne sviluppi e approdi. Ricordo di aver incontrato per la prima volta Giusto Occhipinti (e la sua coinvolgente volontà di condivisione) che si era da poco laureato in architettura. Sì, in architettura, così come il compagno di viaggio Titta Cilia. Il terzo componente della triade invece, Cirino Strano, lasciò l’avventura per dedicarsi all’attività di medico. Cos infatti, sebbene evochi ad arte affascinanti orizzonti médocain, altri non è se non l’acronimo dei tre cognomi dei fondatori, a perenne ricordo di una esperienza condivisa. A distanza di trent’anni dai primi vagiti, la reputazione, il consolidamento strutturale e quello stilistico della cantina sono evidenti. E penso pure abbiano funto da stimolo per le nuove generazioni di viticoltori isolani. Quelle “consapevoli”, perlomeno. L’avvicinamento in tempi non sospetti alla viticoltura biodinamica, l’accresciuta dimestichezza nell’impiego dei vasi in terracotta per l’affinamento, il recente abbandono dei legni piccoli a favore di anfore, cemento e botti di rovere, hanno indirizzato i vini verso una caratterizzazione e una naturalezza espressiva più affermate. Dalla selvatica e struggente asprezza di Pythos, la versione di Cerasuolo maturata in anfora, vero e proprio cavallo di razza per temperamento e imprevedibilità, alla nuda spigliatezza floreale del Frappato, per arrivare al paradigmatico Cerasuolo di Vittoria Classico, antica combinazione di frappato ( portatore sano di fragranza aromatica e leggiadria) e nero d’Avola (dispensatore di polpa, colore, acidità) in proporzioni suppergiù paritarie, vengono qui esaltati i valori sacrosanti che soli attengono ad un territorio vocato (le migliori contrade dell’areale di Vittoria, nel ragusano) e alla fierezza espressiva, quella che non ama compromessi né contaminazioni. E che si esprime oggi con una maggiore compiutezza formale rispetto ad un tempo, senza nulla togliere all’idea di purezza che, quali che siano i lasciti della singola vendemmia o la riuscita di un conseguimento, accompagna ormai da anni la produzione tutta: un ulteriore segno per il futuro che viene.

FERNANDO PARDINI

6 COMMENTS

  1. Lo trovi alla Bottega di Orlando a Sassuolo in viale f.lli Cairoli 35.
    Anche io oggi l’ho bevuto in compagnia!!!!
    Ciaooooo
    Marzia

  2. In questi anni ho letto tanto su di noi. Credo che trasferire nelle parole il lavoro, il concetto, la visione che si ha del vino non sia cosa semplice. In questo articolo ritrovo con profondità la mia storia e tutto ciò che ma mosso e che muove la passione che ho per il vino e la mia terra. Mi sono emozionato. Ringrazio con affetto Fernando Pardini. Tra l’altro mi ha fatto venire voglia di aprire questo 2010 che berrò con un po’ di amici che giusto oggi ho a pranzo!
    un caro saluto a tutti
    Giusto

  3. Grazie Giusto per averci pensato…. il mio augurio è quello che proseguiate in questa meravigliosa avventura con l’entusiasmo di sempre! F.to la tua sorellina

  4. Carissimo Giusto, mi sono commosso realmente pensando ai nostri antichi ricordi, ricordi che sanno di albe dorate, di fatiche antiche (senza corrente elettrica né altre comodità della moderna gente)….ecco come nasce l’Azienda COS. Nasce dal cuore e dalla passione che ha legato Me Titta e Te fin dall’inizio verso la cura di antiche virtù e la produzione di antiche essenze. Lo sai benissimo quanto mi è dispiaciuto scendere da questo treno di passioni per il vino ma la vita è fatta di scelte, giuste o sbagliate che siano. Un caro saluto va alla mia amata sorellina, Pina, che ha avuto la virtù e la pazienza di sostituirmi in questa avventura della COS per un certo tempo diventando sprono saggio di nuove idee. Siete e sarete sempre nel mio cuore. Rino.–

  5. Caro Giusto
    io ringrazio te per l’inattesa lettura. E per l’immedesimazione. Riguardo alle suggestioni abbozzate e scritte, beh, l’ispirazione non viene altro che da certi vini. E pensare che c’è chi sostiene che non ne esistano di ” parlanti”!

    Fernando

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