Ivan Giuliani, quanta strada a Terenzuola (ricordando “La mia piccola Alsazia”). Degustazioni verticali di Fosso di Corsano e di Merla della Miniera

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ivan-giuliani-terenzuola-12Se invece di usare immutabili  bit e pixel scrivessimo le nostre note sulla carta, la testimonianza del nostro primo incontro con Terenzuola starebbe su fogli ormai ingialliti.

Abbiamo conosciuto Ivan Giuliani nel 2000, avevamo appena “aperto” AcquaBuona.it e decidemmo di farci qualche viaggio per conoscere più da vicino chi faceva viticoltura di qualità sui Colli di Luni, questo territorio affascinante e un po’ selvatico, un po’ toscano e un po’ ligure.  E da allora ad oggi Ivan lo abbiamo visto cambiare poco, con l’aria che ha mantenuto di giovane pulito e modesto.  Tanto understatement e tanta ironia nel raccontarsi ivan-giuliani-terenzuola-4ma, se sai ascoltare, capisci che ne sa più di te, da quei riferimenti buttati li per raccontare a quali dettagli si è ispirato andando a vedere come si lavora in Borgogna o nell’Oregon. E capisci che dietro quell’aria scanzonata c’è uno che si è impegnato con passione e caparbietà, e di strada ne ha fatta, dimostrando che il Vermentino di questa zona se la può giocare bene a livello nazionale (e oltre). E i suoi vini vanno bene in Italia e nel mondo oltre ad essere (non guasta) assai ben considerati dalla critica.

ivan-giuliani-terenzuola-8La terra ce l’aveva di famiglia. Infatti nei primi del ‘900 il nonno Luigi, rientrando da New York aveva acquistato tre ettari di terra con l’intenzione di coltivare vite, olivi, ortaggi e produrre miele. Nel 1993 suo nipote è sempre all’Università, ma comincia a occuparsi dell’azienda di famiglia e fronteggia la sua prima vendemmia.  Ma il demone della viticoltura irrompe col servizio militare: se lo fai in Friuli e in Slovenia può capitare. Ed eccolo quindi alle prese con questo territorio spesso scosceso e poco “pettinato”, ricchissimo di biodiversità, quindi di vitigni da analizzare e sperimentare, difficile, inesplorato per la viticoltura. Una viticoltura che risale ai romani, che ha duemila anni ma che è cambiata profondamente nel secolo scorso quando sono arrivati i trattori per i cereali, che per passare fra le vigne hanno reso necessario un diradamento degli impanti che ora si sono di nuovo infittiti, e i “trattorini” di Ivan ci passano bene. A proposito, gli ettari, a forza di caparbie ricerche ed acquisizioni, da tre sono arrivati a 15. E come se non bastasse, si è aggiunta un’altra impresa nelle Cinque Terre.

ivan-giuliani-terenzuola-1Ivan è partito con il mito dell’Alsazia, così lo conoscemmo noi (“La mia piccola Alsazia” era il titolo del nostro pezzo) ma poi è cresciuto.  L’Alsazia ce l’ha ancora nel cuore, forse ricorda con nostalgia quando raccoglieva in un giorno tutte le uve delle sue prime 1500 bottiglie di Fosso di Corsano, e lo faceva tardi perché un po’ di morbidezza per chi si affacciava sul mercato globale non guastava. Ma poi è andato oltre, il pericolo delle surmaturazioni e degli squilibri alcolici è sempre in agguato, avendo anche compreso che la ricerca dell’equilibrio e della complessità è la cosa più difficile e bella. Quindi oggi raccoglie l’uva in tre fasi, un terzo ad inizio e un terzo a fine settembre, il resto a metà ottobre per avere sia la spina acida che il corpo e la maturità.

Il Vermentino Superiore Fosso di Corsano è ottenuto da tre ettari di terreno scistoso e ricchi di scheletro, e da altri due invece più sabbiosi. Il metodo di allevamento è guyot con alta densità di ceppi per ettaro (8400 circa) e resa piuttosto bassa (85 quintali per ettaro). Le bottiglie prodotte sono 25mila. Oltre al Fosso di Corsano, a Terenzuola si produce anche un altro Vermentino, il Vigne Basse.

Verticale di Vermentino Superiore Fosso di Corsano

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Colore tendente all’oro. Naso mielato, ricco di note di frutta gialla. Al palato qualche imperfezione, spunti metallici e screziature alcoliche. Nel finale si ricompatta, si avvertono belle vibrazioni e ritornano piacevoli spunti di miele.

2004
Naso opulento, intenso e giovanile, con una seducente caramella di frutta tropicale, poi albicocca ed agrume candito. Dopo qualche sbandamento all’attacco di beva, procede levigato e fresco, e con pungente agrume.

2006
Quadro olfattivo centrato su un carattere floreale, accompagnato da cenni di miele di acacia ed esposto con pulizia e bella ampiezza. Entra denso, sfoggia una buona andatura di beva, punteggiata da qualche spunto amarognolo verso il finale.

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Bel quadro leggero ed arioso composto in prevalenza da frutta gialla e miele. Bocca densa, bella potenza che sa governare leggeri squilibri alcolici.

2008
Naso ricco di agrume dolce, confermato in una bocca di bell’equilibrio, comunque potente e grassa. In qualche modo una prima annata del “nuovo corso”, con l’alcol governato egregiamente.

2009
Delicatamente mielato al naso, poi denso e invasivo in bocca, con una beva piena, ampia ed avvolgente.

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Naso levigato e pulito; bocca inizialmente dinamica, poi tende a perdere un pochino di mordente, di materia ed energia verso il finale.

2011
In un bel naso opulento prevalgono sensazioni di pesca; in bocca si avvertono grande spinta, bella tensione e densità. Un vino “commestibile” con un finale ricco di energia.

2012
Elegante e persistente al naso; bel passo, profondità ed energia compatto. Potente ed equilibrato su eleganti sensazioni di frutta bianca.

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Ancora belle sensazioni di frutta bianca e tropicale in un naso elegante e complesso. Freschezza agrumata e tanta energia nel finale.

Verticale di Merla della Miniera

I Colli di Luni sanno esprimersi bene anche nei vini rossi. Rossi che coniugano bella espressione di frutto a tratti più nordici fatti di finezza e toni freschi. La Merla della Miniera prende il nome dall’uva, la merla appunto, che è una variante locale del canaiolo con un piccolo saldo di tintoretto, variante locale del colorino. Anche qui in vigna un guyot abbastanza fitto (oltre 8000 ceppi per ettaro) e rese basse (sui 50 quintali per ettaro). 18mila circa le bottiglie prodotte.

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Prugnoso, pungente e fresco. Si conferma al palato vivo, vibrante asprino bella ampiezza e discreta lunghezza.

2004
Leggermente surmaturo al naso in un olfatto punteggiato da spunti  terrosi.  Bella bocca pungente, saporita e pimpante. Finale un pochino asciugante.

2005
Naso fresco, agile ed ampio. Bella progressione in una bocca fresca e dinamica.

2006
Entrano in produzione vigneti nuovi, frutto di selezione massale. Naso carnoso e balsamico, bella polpa di frutto nero in una beva agile equilibrata e succosa. Finale vibrante.

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Frutto nero maturo, terra, grafite e cioccolato. Palato denso ed un pochino in deficit di dinamica, finale di contenuta dolcezza.

2008
Belle sensazioni di menta ed eucalipto sono confermate in bocca, dove in seguito vengono affiancate da un fruttato maturo.

2009
Bella freschezza in un naso leggero, elegante ed ampio. Trama larga in una beva matura e fresca.

2011
Naso caratterizzato da una suadente caramella dolce di ribes; beva dominata da seducenti note di amarena.

2012
Fresco, elegante e ampio al naso. Stesso carattere in una beva succosa e vibrante.

Riccardo Farchioni

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