Friuli Colli Orientali Refosco, Schioppettino e Pignolo: i rossi Myò di Zorzettig

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tris_frontAbbiamo già parlato della nascita della linea Myò in casa Zorzettig, una produzione che incarna una filosofia, come spesso capita nel pianeta enoico, ma che in questo caso è particolarmente una scelta di cuore per Annalisa Zorzettig, che ha fortemente voluto valorizzare con queste etichette un patrimonio di famiglia e dei Colli Orientali del Friuli, fatto di vigne storiche e uve autoctone, di carattere e personalità.

In ogni Myò, Annalisa cerca di trasmettere, per ogni etichetta mono varietale, le caratteristiche dei vigneti del terroir di Spessa, assorbite dalle uve stesse e interpretate dalle specificità di ogni vino ne deriva. Di questo appassionato impegno, ci piace anche l’apprezzabile attenzione al contenimento dei prezzi di vendita che rendono questi vini fruibili al consumatore con un invidiabile rapporto qualità/prezzo.

Per questa sessione di degustazione in “rosso”, abbiamo sfruttato ancora l’ospitalità dell’amico Cristian Zoppellaro, presso il Wine Bar dell’Enoteca dell’Orologio, storico ristorante di Graziano Bernini al centro di Latina, dove il buon vino proposto da Cristian e la grande cucina di Alessandro Mastroiaco sono protagonisti indiscussi.

Nel prossimo appuntamento troveremo i grandi bianchi COF (oggi Friuli Colli Orientali), versione Myò, di Annalisa Zorzettig.

Refosco dal Peduncolo Rosso 2012

refosco_glassParliamo di vigne di Refosco che hanno più di trent’anni, sottoposte a rigide potature e diradamenti, per conferire ai grappoli selezionati tutto il nutrimento del terreno. Dopo la vendemmia e l’eliminazione dei raspi, le uve vengono messe a macerare per circa due settimane prima della svinatura, cui segue il completamento della fermentazione alcolica. Il travaso in barrique, metà nuove e metà di secondo passaggio, avvia la fase di affinamento di sedici mesi, che prevede, sempre in barrique, anche lo svolgimento della malolattica. Il risultato è un vino corposo, rosso vivo e intenso, con profumi piuttosto chiusi all’inizio e poi man mano sempre più avvolgenti, con fragranze di frutta rossa e note vegetali di rovo, a cui fanno seguito sentori speziati di frutta secca, pepe nero e tabacco. In bocca approccia con qualche scontrosità, evidenziando ancora una trama fruttata fatta di amarena e mora, con tannini ancora un po’ ruvidi che lasciano intendere una longevità importante; il sorso è una frustata calda, ma restituisce sentori di cuoio, sigaro e radice di liquirizia, per un respiro piuttosto balsamico che ne amplia la dinamica. Un vino che non sembra ancora domo e pare chieda ancora tempo per amalgamare e levigare al meglio tutte le spigolature che lo compongono, ma che di contro trasmette emozioni forti senza passare inosservato. Graffiante.

Schioppettino 2011

schioppettino_glassLe vigne di Schioppettino superano addirittura i trentacinque anni di età, da cloni originali selezionati sui crinali d’origine esposti a est e a ovest; l’allevamento a Guyot è sottoposto a potature e i grappoli selezionati vengono recisi nella parte finale dopo l’invaiatura, quando gli antociani danno luogo cambiamento di colore degli acini dal verde della fase vegetale al rosso/nero finale. Dopo la raccolta e la pigiatura, accompagnata dall’eliminazione dei raspi, si avvia la macerazione sulle fecce che dura circa quindici giorni, con regolari rimontaggi quotidiani; poi si passa alla svinatura e allo svolgimento della fermentazione alcolica in vasche di acciaio, cui segue il travaso in barrique, dove il vino svolge la malolattica e riposa circa quattordici mesi. Al termine della lavorazione possiamo godere di uno Schioppettino caratterizzato da un colore rubino scuro con riflessi purpurei, che sprigiona dal calice un ventaglio di aromi intensi e molto interessanti, dove i frutti di bosco prevalgono sulle nuance floreali di rosa e si intrecciano a speziature soffici di nocciola, grafite, ginepro e pepe bianco. L’assaggio regala subito sentori di ciliegia matura, fragoline di bosco e lamponi, i tannini sono levigati e addolciti da intriganti velature vanigliate, mentre la deglutizione restituisce una trama di spezie composita dove distinguiamo la noce moscata, lo zenzero, ancora il pepe, il sandalo e un soffio mentolato. Questo respiro finale, che richiama l’approccio olfattivo, sposta l’appeal del vino dalla bocca al naso, dove offre il meglio di sé in termini di complessità e forma, rimandando la sostanza ad un sorso meno affascinante, ma comunque morbido, fresco, ghiotto ed elegante. Accattivante.

Pignolo 2010

pignolo_backIn questo caso, la vigna di Pignolo è più giovane, circa la metà degli anni rispetto al Refosco e allo Schioppettino, a cui sono applicati gli stessi severi e attenti criteri di potatura, selezione e diradamento dei grappoli, per una vendemmia manuale leggermente più avanzata rispetto ai casi precedenti. Anche in questo caso si è provveduto ad avviare la macerazione sulle fecce in vasca, procedendo, dopo soli tre giorni, all’estrazione dei vinaccioli, al fine di scongiurare il rilascio di residui amaricanti da parte dei loro tannini. Dopo circa due settimane, e altrettanti rimontaggi, avviene la svinatura e il travaso in barrique (sempre per metà nuove) per completare la malolattica e affinare in tutto ventisette mesi. Ne scaturisce un prodotto decisamente strutturato, dal timbro cromatico rosso porpora carico, con lievi riverberi color mattone, che ondeggia denso nel calice e sviluppa archi sanguigni sulla pancia di cristallo, che lacrima copiosamente. Al naso offre un bouquet fruttato incisivo, dove spiccano note di marasca e visciola sotto spirito, ma dove si insinua un’avvolgente tonalità floreale di viola e una ricca speziatura, che richiama fragranze di tostatura e torrefazione. Al palato si rivela caldo, solido, cioccolatoso e tannico, ma senza eccessi; si avvertono fragranze di prugna disidratata, mirtillo e ribes nero, poi il sorso restituisce un complesso aromatico davvero ricco, con velature di liquirizia, chiodi di garofano, pepe rosa, cacao e anice, per una lunga persistenza minerale e dolcemente officinale. Imponente.

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Riccardo Brandi

Riccardo Brandi (brandi@acquabuona.it), romano, laureato in Scienze della Comunicazione, affronta con rigore un lavoro votato ai calcoli ed alla tecnologia avanzata nel mondo della comunicazione. Valvola di sfogo a tanta austerità sono le emozioni che trae dalla passione per il vino di qualità e da ogni aspetto del mondo enogastronomico. Ha frequentato corsi di degustazione (AIS), di abbinamento (vino/cibo), di approfondimento (sigari e distillati) e gastronomia (Gambero Rosso). Enoturista e gourmet a tutto campo, oggi ha un credo profondo: degustare, scrivere e condividere esperienze sensoriali.

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