Grenaches du Monde 2021 ad Ascoli Piceno

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Grenache, Alicante, Garnacha, chiamatela come volete; si tratta di una delle uve da vino più piantate al mondo, in Italia meglio nota con nomi locali di antica origine: Cannonau in Sardegna, Alicante in Toscana, Tai rosso in Veneto, Gamay perugino (o del Trasimeno) in Umbria, Bordò nelle Marche (anche se non si può più dire ufficialmente, vedi chiosa finale).

Il più importante concorso al mondo dedicato a questa uva si chiama Grenaches du Monde  (a questo link i risultati ufficiali con tutti i premiati, mentre in calce all’articolo trovate la lista dei premi per l’Italia). Il nome spiega già tutto: si assaggiano e si giudicano vini a base prevalente di grenache provenienti da tutte le terre in cui i tanti cloni o biotipi del vitigno si sono accasati. Parliamo di Spagna e Francia, in primis, ma poi c’è l’Italia, gli Stati Uniti, il Sudafrica e via dicendo, con regioni del vecchio e del nuovo mondo enologico.

In questo 2021 il concorso, adattandosi alle restrizioni sanitarie imposte dal Covid, si è diviso in tre:  Ascoli Piceno per la tappa italiana, Cebreros in Spagna e Châteauneuf-du-pape e Perpignan in Francia.

La sezione italiana dell’evento si è svolta nella bella cittadina marchigiana presso lo storico Palazzo dei Capitani. Qui si sono riunite le commissioni dei giudici provenienti da ogni parte d’Italia, che hanno valutato i campioni in bianco, rosato e rosso provenienti dalle terre della Grenache.

Promotore dell’iniziativa locale è stata Tu.Ris.Marche, la cooperativa specializzata in attività turistiche e culturali a carattere esperienziale, attiva dal 2014 per la promozione del territorio marchigiano, in collaborazione con la consigliera comunale Francesca Pantaloni.

 

Consapevole dell’importanza degli eventi legati al vino quale strumento di marketing per il settore e per il territorio che li ospita, Tu.ris.marche si è fatto portavoce di una proposta nata in seno a un gruppo di 9 aziende vitivinicole del Piceno: Le Caniette, Pantaleone, Valter Mattoni, Poderi San Lazzaro, Clara Marcelli, Oasi degli Angeli, Dianetti, Cameli Irene, Allevi Maria Letizia. E forse è proprio questa la cosa più interessante: trovare 9 aziende che insieme, in maniera coesa, si fanno promotrici di un territorio e di un vino che di esso è figlio.

Dell’origine della famiglia delle Grenaches – intesa come famiglia di vitigni dal patrimonio genetico in gran parte coincidente  (come in alcune delle nostre varianti italiche) se non completamente sovrapponibile (come nelle versioni spagnole e francesi) – si sa poco.

Si pensa provenga dalla Spagna, presumibilmente dalla Catalogna o dall’Aragona. Anche se poi in Sardegna si trovano tracce antichissime, addirittura risalenti a più di  mille anni prima di Cristo, che lasciano pensare a un vitigno autoctono diffuso nell’isola da secoli e localmente chiamato Cannonau. Sicuramente è di antichissima tradizione in tutta l’area mediterranea, e da li si è propagato nel mondo (sono oltre 200.000 gli ettari vitati) grazie alla capacità di adattarsi ai climi caldi e alla sua versatilità.

Di certo è la varietà più diffusa in Spagna, con oltre 100 000 ettari, nel nord del paese, in Aragona, in Castiglia, nel paese basco e in Catalogna. È anche fortemente presente in Francia (90 000 ha) (Roussillon, Languedoc, Valle del Rodano, Provenza), in Portogallo, in Italia (specialmente in Sardegna), in Grecia, in Messico, in Sudafrica, in California (regione di Chaparral), in Cile (a sud di Santiago), in Australia (zona di Perth).

Al di là dell’etichettatura e del nome, la sostanza è quella che parla: la famiglia delle Grenaches italiche conta vitigni che dalla Sardegna al Veneto, passando per Toscana, Umbria e Marche, sono capaci di regalare emozioni e piacere sia al bevitore novizio che a quello più “scafato”: vini versatili, speziati, fruttati e, nelle migliori versioni, capaci di coniugare complessità, eleganza e facilità di beva. Davvero il prototipo del grande rosso mediterraneo, accogliente e di personalità.

Una chiosa non poteva mancare sulla questione del nome locale che i Piceni hanno dato al vitigno: il Bordò. Al di là di polemiche e prese di posizione, la questione non sarà facile da dirimere. L’assonanza fonetica col celebre vino francese è evidente. Premesso che, si spera, si riuscirà presto a dimostrare scientificamente la peculiarità e l’originalità del clone Piceno, difficilmente se ne potrà comunque chiedere l’iscrizione con tale nome al Registro Nazionale delle Varietà di Vite (quello che certifica le uve utilizzabili ufficialmente e in cui è già presente col nome di grenache/alicante/cannonau).

Come ha dichiarato Maurizio Valeriani, responsabile del concorso in Italia:
«[…] per chi ha comunicato, per tanto tempo, il nome Bordò, la questione è indubbiamemente un problema dal punto di vista del giornalismo enogastronomico. E’ difficile parlare dell’innominabile. Forse alla fine succederà come è accaduto per il Friulano (che però era comunque un vitigno autorizzato, a differenza del Bordò), che per qualche tempo abbiamo tutti continuato a chiamare ex-Tocai, fino ad arrivare ad oggi, dove il nome si è imposto in maniera univoca e non fraintendibile. Nel frattempo, in nome di una libera e coerente comunicazione, probabilmente si continuerà a parlare di Bordò, ovviamente con le tutte le cautele del caso e specificando che si è ancora in attesa delle dovute autorizzazioni per mettere tale nome in etichetta, che però è molto difficile che arrivino».

Più probabile pensare a un nome tipo Grenache del Piceno, che sarebbe sì legato al territorio, ma poi troppo facilmente confondibile nel gran calderone delle Grenaches comuni, senza garantire un reale elemento differenziante alle pochissime aziende che storicamente hanno dimostrato di possedere in vigna il clone identificato col nome dialettale di Bordò. Quello che, in questi anni, ha dimostrato nel bicchiere di avere una marcia in più e di dar vita ad alcuni dei rossi più intriganti e originali dell’Italia Centrale.

Si potrebbe pensare a un’associazione privata di produttori che ne autocertifichino l’originalità? Sì, possibile, ma non facile da regolamentare e da attuare. Di certo sarebbe ideale sfruttare il veicolo del successo della grenache-garnacha a livello internazionale e allo stesso tempo far valere le peculiarità dei nostri territori che danno, evidentemente, prodotti diversi e spesso frutto di vinificazioni in purezza (o al massimo con aggiunte di piccole percentuali di altre uve) a testimoniare la vocazione di alcune aree per quest’uva. Vedremo cosa accadrà. Nel frattempo viva la Grenache!

Qui di seguito elenco dei vini premiati per l’Italia

Medaglia d’Oro

Ajana – 2015 – Azienda Vitivinicola Ferruccio Deiana & Cs – IGT Isola Dei Nuraghi

Alicante – 2018  Società agricola Ampeleia – IGT Costa Toscana

ALICANTE – 2019 – Società agricola Ampeleia – IGT Toscana

ARSI – 2017 – ALLEVI MARIA LETIZIA IGT Marche

BAIONE – 2019   CANTINA TREXENTA – DOC Cannonau di sardegna

2017 – SAN LAZZARO SOC. AGR – IGT Marche

CANNONAU – 2019 – AZIENDA AGRICOLA OLIANAS – DOC Cannonau di Sardegna

CANNONAU LA GIARA – 2017 – CANTINA SOCIALE LA GIARA SOC. COOP. AGRICOLA – DOC Cannonau di Sardegna

CANNONAU RISERVA – 2017 AZIENDA AGRICOLA OLIANAS – DOC Cannonau di Sardegna Riserva

Cannonau Riserva – 2017 Poderi Parpinello azienda agricola  – DOC Cannonau di Sardegna Riserva

CANNONAU SELEZIONE – 2018   CANTINA SANTA MARIA LA PALMA SOC. COOP AGRICOLA PE – DOC Cannonau di Sardegna

CORALLO Tai Rosso Colli Berici Doc – 2018 – CAVAZZA S.S.A. – DOC Colli Berici Tai Rosso

Corash Cannonau di Sardegna D.O.C. Riserva – 2017 – CANTINA DELLA VERNACCIA  ORISTANO – DOC Cannonau di Sardegna Riserva

Costera – 2018   ARGIOLAS – DOC Cannonau di Sardegna

DIMONIOS – 2017 – Azienda vitivinicola Tenute Sella & Mosca S.r.l. S – DOC Cannonau di Sardegna Riserva

DIVINA VILLA – 2019 – CANTINA DEL TRASIMENO SOC.COOP.AGR.-DUCA DELLA COR – DOC Trasimeno Gamay

Doc Cannonau di Sardegna Atha Ruja – 2018 Atha Ruja Poderi srl Società Agricola – DOC Cannonau di Sardegna

Donosu – 2019   Cantina Tani di Società Agricola Tani – DOC Cannonau di Sardegna

ETRUSCO – 2018 – COLDIBETTO SOCIETÀ SEMPLICE AGRICOLA- DOC Trasimeno Gamay

FERRU – 2019 Azienda Agricola di Febbo Barbara – DOC Cannonau di Sardegna

Festa Norìa – Cantina Santadi Soc. Coop Agr. – IGT Isola Dei Nuraghi

Filieri Rosè – 2020 CANTINA SOCIALE DORGALI-  DOC Cannonau di Sardegna Rosato

Fontinius – 2018 Società Agricola Casaioli Stefano – DOC Trasimeno Gamay

ICORE’ – 2019 – CANTINA SOCIALE DORGALI – DOC Cannonau di Sardegna

Kupra – 2017 – Azienda Agricola Oasi degli Angeli – IGT Marche

LA BISBETICA ROSE’ – Umbria IGP – 2020 – AZ. AGR. MADREVITE – IGT Dell’Umbria

L’ora grande – 2019 – La Contralta S.r.l. Società Agricola – DOC Cannonau di Sardegna

Luna Vona – 2020 – CANTINA DI ORGOSOLO – DOC Cannonau di Sardegna

Marche Igt Ribalta – 2016 – Azienda agricola pantaleone – IGT Marche

MICHELANGELO – 2015  Azienda Agricola Emanuele Dianetti – IGT Marche

MICHELANGELO – 2017  Azienda Agricola Emanuele Dianetti – IGT Marche

Nudo – 2020  rosé – SOCIETÀ AGRICOLA SIDDÙRA – DOC Cannonau di Sardegna

OPRA – Trasimeno Doc Gamay del Trasimeno – 2019- AZ. AGR. MADREVITE – DOC Trasimeno Gamay

Perdas Longas – 2019 – CADINU FRANCESCO – DOC Cannonau di Sardegna

POLINAS CANNONAU  2019 BIOLOGICO – 2019   POLINAS SEBASTIANO – DOC Cannonau di Sardegna

Riserva Doc Cannonau di Sardegna Kuéntu – 2016 Atha Ruja Poderi srl Società Agricola – DOC Cannonau di Sardegna Riserva

Rossobordò – 2016 Azienda Agricola Valter Mattoni – IGT Marche

San Costantino – 2019 – Poderi Parpinello azienda agricola a r.l. – DOC Cannonau di Sardegna

Sartiglia – 2019 – AZIENDA VINICOLA ATTILO CONTINI – DOC Cannonau di Sardegna

Senes – 2016 ARGIOLAS – DOC Cannonau di Sardegna Riserva

S’INCONTRU – 2018 CANTINA VIGNAIOLI DI OLIENA SOC. COOPERATIVA AGRIC – DOC Cannonau di Sardegna Nepente di Oliena

SU SOI – 2019 LOCANDA MURALES – DOC Cannonau di Sardegna

Tai Rosso Colli Berici Doc – 2020 – CAVAZZA S.S.A. – DOC Colli Berici Tai Rosso

TANAU CANNONAU DI SARDEGNA DOC – 2018 – TENUTE DELOGU SRL AGRICOLA – DOC Cannonau di Sardegna

Medaglia d’Argento

BLASIO Cannonau di Sardegna  Doc Riserva – 2014 – CANTINA SOCIALE DI DOLIANOVA SOC. COOP. AGRICOLA – DOC Cannonau di Sardegna Riserva

Cinabro – 2016   LE CANIETTE DI VAGNONI G & L SOC AGR – IGT Marche

EGO CANNONAU DI SARDEGNA DOC – 2015 – TENUTE DELOGU SRL AGRICOLA – DOC Cannonau di Sardegna

Èrema – 2019 – SOCIETÀ AGRICOLA SIDDÙRA – DOC Cannonau di Sardegna

GOIMAJOR – 2019 – CANTINA TREXENTA – DOC Cannonau di sardegna

Granaccia “Stissa” senza solfiti aggiunti – 2019 – Azienda agricola Durin di Basso Antonio – DOC Riviera Ligure di Ponente Granaccia

ISTIMAU rosso – 2019 – Azienda vitivinicola Montisci Gianluigi – DOC Cannonau di Sardegna

Mustazzo – 2017 – Azienda vitivinicola Tenute Sella & Mosca S.r.l. S – DOC Cannonau di Sardegna

NORAS – 2018    Cantina Santadi Soc. Coop Agr.  – DOC Cannonau di Sardegna

Red – 2018 – AZIENDA AGRICOLA CAMELI IRENE – IGT Marche

REDIT – 2016 CANTINA SANTA MARIA LA PALMA SOC. COOP AGRICOLA PE – DOC Cannonau di Sardegna Riserva

Ruggine, Marche rosso IGT – 2015 – Azienda Agricola Marcelli Clara – IGT Marche

SA MOLA – 2018 – VITIVINICOLA ALBERTO LOI – DOC Cannonau di Sardegna Jerzu

SAEPRUS Vino Spumante di Qualità Metodo Classico – 2018 – CANTINA CASTIADAS SOC. COOP. AGRICOLA – IGT Isola Dei Nuraghi

SUSU – 2019 – BENTULUNA – IGT Isola Dei Nuraghi

TARARA’ – 2016 – Zanatta s.s – DOC Cannonau di Sardegna Riserva

THURCALESU – 2019 – AZIENDA AGRICOLA BERRITTA. – DOC Cannonau di Sardegna

VINERA RISERVA – 2017 Azienda Agricola Antonio Mele – DOC Cannonau di Sardegna Riserva

Franco Santini

Franco Santini (santini@acquabuona.it), abruzzese, ingegnere per mestiere, giornalista per passione, ha iniziato a scrivere nel 1998 per L’Ente Editoriale dell’Arma dei Carabinieri. Pian piano, da argomenti tecnico-scientifici è passato al vino e all’enogastronomia, e ora non vuol sentire parlare d’altro! Grande conoscitore della realtà vitivinicola abruzzese, sta allargando sempre più i suoi “confini” al resto dell’Italia enoica. Sceglie le sue mète di viaggio a partire dalla superficie vitata del luogo, e costringe la sua povera compagna ad aiutarlo nella missione di tenere alto il consumo medio di vino pro-capite del paese!

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