Elit: una vodka che corre veloce… non solo nel bicchiere!

0
4155

Non sono un appassionato di macchine: trovo, ad esempio, che la Formula 1 sia perfetta per conciliare il sonno postprandiale. Sono però un appassionato di …prime volte. E quindi, quando mi è arrivato l’invito per andare ad assistere al gran premio di Roma di Formula E dagli amici della Velier distribuzione, ho accettato con curiosità. Intanto, cosa c’entra la Velier, nota per il suo catalogo di wine&spirits di rara profondità e qualità, con l’automobilismo? La connessione tra i due mondi è una questione di sponsorizzazione: Elit, uno dei brand più iconici nel mondo delle premium vodka, pluripremiata a livello mondiale, di cui la Velier è importatore e distributore in Italia, era uno degli sponsor principali del team Rokit Venturi Racing.

Chiarito il nesso con i motori (a proposito, alla fine mi sono divertito, anche se i bolidi elettrici fanno il rumore di mega zanzare impazzite e resto dell’idea che tale sport sia più godibile in TV) passiamo alla parte più interessante della storia.

La partnership tra il team di Formula E e lo Stoli Group, produttore della Elit vodka, parte da una unità di intenti: entrambi sono fautori di programmi che vedono, nei loro rispettivi ambiti, la sostenibilità e la ricerca come fattori chiave per lo sviluppo e il progresso. Due anime con radici assai diverse ma che hanno trovato terreno fertile di dialogo intorno a temi di grande rilevanza: la ricerca dell’eccellenza attraverso la rottura degli schemi e il rispetto reciproco.

A Roma, però, Stoli Group portava anche il suo sostegno per la pace in Europa e la solidarietà con il popolo ucraino. Tra le altre iniziative, al logo di Elit Vodka sulla macchina da corsa RVR, è stata infatti aggiunta una colomba ucraina della pace. Inoltre Stoli Group sta collaborando con lo chef José Andrés e World Central Kitchen (www.WCK.org), un’organizzazione no-profit che si è diretta senza esitazione in prima linea per fornire pasti freschi e nutrienti ai rifugiati in fuga dall’Ucraina e a quelli che rimangono nelle loro città.

È importante sottolineare che gli impianti di produzione di Stoli – principalmente noto per la Stolichnaya Vodka, una delle più usate al mondo nella miscelazione – si trovano in Lettonia, dove vengono gestiti la miscelazione, la filtrazione, l’imbottigliamento,l’imballaggio e la distribuzione. D’ora in poi Stoli dialogherà esclusivamente con partner slovacchi per l’approvvigionamento del 100% di spirito non russo.

Venendo alla Elit Vodka, si tratta indubbiamente di uno dei distillati bianchi più quotati al mondo, con numerosi premi vinti e nominata come migliore vodka dell’anno in ben 10 occasioni dal Beverage Tasting Institute. È prodotta a Riga in Lettonia nella storica distilleria Lavijas Balzam, ancora attiva dal 1901, a partire da grano e segale macinati e mescolati a pura acqua di pozzo artesiano.

Dopo la distillazione, Elit viene sottoposta a un processo di filtrazione gelata brevettato, che riecheggia l’antica tradizione russa di mettere gli alcolici appena distillati in botti di legno all’aperto. Lo spirito passa attraverso uno speciale filtro d’argento, sul quale la vodka viene congelata a -15 C. Successivamente, il liquido staziona in una speciale vasca isotermica per almeno 8 ore, e poi è fatta passare attraverso un filtro a potenziale zeta-carbone dotato di speciali piastre caricate di ioni, che rimuovono le molecole pesanti. L’ultimo passaggio avviene in un serbatoio di contenimento, dove recupera gradualmente la temperatura ambiente.

Dopo la stabilizzazione, che in genere dura due o tre giorni, lo spirito viene supervisionato da una commissione specialistica, che ne determina il grado di purezza assoluto, necessario per l’immissione in commercio. Un prodotto affascinante, che ho apprezzato soprattutto liscio, on the rocks: il modo migliore, a mio avviso, per capire l’attenzione maniacale ai dettagli e la precisione del metodo di distillazione che l’hanno resa famosa nel mondo.

Franco Santini

Franco Santini (santini@acquabuona.it), abruzzese, ingegnere per mestiere, giornalista per passione, ha iniziato a scrivere nel 1998 per L’Ente Editoriale dell’Arma dei Carabinieri. Pian piano, da argomenti tecnico-scientifici è passato al vino e all’enogastronomia, e ora non vuol sentire parlare d’altro! Grande conoscitore della realtà vitivinicola abruzzese, sta allargando sempre più i suoi “confini” al resto dell’Italia enoica. Sceglie le sue mète di viaggio a partire dalla superficie vitata del luogo, e costringe la sua povera compagna ad aiutarlo nella missione di tenere alto il consumo medio di vino pro-capite del paese!

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here