Governare l’abbondanza. Brunello di Montalcino 2019 in anteprima: l’annata, i vini, le predilezioni

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L’attesa è stata colmata: abbiamo finalmente potuto assaggiare i Brunello di Montalcino 2019, in uscita sui mercati dal prossimo gennaio 2024 e presenti in fitta schiera a Benvenuto Brunello, evento-cardine ancora una volta riproposto in edizione novembrina (la consuetudine febbraiotta resta ormai un lontano ricordo).

C’è una trasmissione televisiva, che guarda ai mercanti e ai venditori, nella quale la frase-tormentone è “quanto vale?”. Ecco, appunto, quanto vale l’annata 2019?

Togliamoci subito il dente, ché l’estrazione, stavolta, è pure meno indolore: il potenziale qualitativo ci è parso quello delle annate che contano, e probabilmente la 2019 va a configurarsi come l’ultima grande annata in un senso “classico” del termine, quantomeno in Toscana, che per caratteristiche intrinseche è riuscita a condensare al meglio – diciamo, meglio di altre – certi attributi salvifici in grado di agevolare una espressione più compiuta e caratterizzante della nobile tipologia.

La pienezza strutturale è un’evidenza di fatto, per dire, e la sensazione che la maturazione in bottiglia possa partorire cose buone è una idea che ti fai, assaggiando i vini. Ma riflettiamoci un attimo….

Intanto è venuto da chiedermi cosa sarebbe successo dieci, venti o trent’anni fa se avessimo avuto a che fare con una annata del genere, ossia con queste caratteristiche. Ebbene, al netto del livello di consapevolezza tecnica del parco produttori, che al tempo sicuramente presentava qualche bemolle in più, avremmo registrato, a parità di parabola evolutiva, vini per i quali i contrasti, le durezze e un sano nervosismo sarebbero stati in prima linea: carica polifenolica da un lato, acidità in resta dall’altro. Oggi non è propriamente così.

Perché se la accresciuta sensibilità di interpreti è manna santa al fine di compensare i sempre più frequenti squilibri portati in dote dalla contemporaneità climatica ( a proposito, ho registrato un bel lavoro sui tannini, impensabile fino a non molto tempo addietro), di contro sono proprio i chiari di luna climatici a relegare sempre più in penombra il rilievo acido, ma soprattutto a porre in maggiore risalto il temperamento alcolico dei vini, voce fattasi ormai prevalente, salvo poche eccezioni.

Ed ecco quindi che a fronte di alti parametri ( calore, robustezza, estratti, acidità), a cui gli andamenti stagionali del millesimo hanno consentito di approdare grazie a una sostanziale regolarità delle varie fasi fenologiche (soprattutto le ultime) e al tendenziale rispetto della vocazione tardiva del sangiovese, il peso del calore alcolico nella economia dei sorsi va a stemperarne le asperità e i contrasti tipici di una gioventù fremente, rendendo la sensazione di trame più risolte, mature ed accomodanti di quanto ci si aspetterebbe.

Ora, se l’influenza del calor’alcolico, nell’ambito di una degustazione seriale, può condurre a una sorta di piacevole quanto insidiosa assuefazione, ciò che ti fa volgere (talvolta fregandoti) lo sguardo critico al meglio, ecco che ti presenterà il conto a tavola, nel prossimo futuro, quando ti accorgerai che con quell’alcol lì la beva si farà più disagevole e pesante.

Quindi lo spartiacque che ha decretato la maggiore o minore riuscita dei vini del millesimo è proprio il livello di integrazione di tutte queste componenti. Ancora una volta, e in maniera ancor più pressante oggi, è una questione di equilibri interni.

Governare l’abbondanza, questo è, un obiettivo non proprio semplice e non sempre concretizzatosi nei Brunello ’19.

Ecco quindi che il manico, soprattutto agronomico, e le diverse peculiarità dei siti produttivi hanno contato eccome, per destreggiarsi con gli alti parametri e determinare così la “scalatura” qualitativa dei vini proposti. Altimetrie, certo, ma non solo; gestioni agronomiche tese a garantire equilibri senza forzature a piante e suoli, ma non solo; ricerca di pH bassi e acidità più elevate, ma non solo…

Che l’annata sia favorevole, però, lo si intuisce anche dai numeri post degustazione: circa metà delle 160 etichette di Brunello 2019 assaggiate hanno dimostrato di potersi accreditare in qualità di affidabilissimi portavoce dell’annata e della denominazione (fra buoni, ottimi ed eccellenti), un numero  – per quanto mi riguarda – decisamente superiore rispetto al solito, e ancor di più se consideriamo gli assenti (leggi sotto). E’ tanto? E’ poco? Ragioniamoci sopra…. 🙂

Le riuscite migliori si esprimono quindi nel segno dell’equilbrio. Soprattuto alcolico, che resta e resterà la grande sfida da qui al futuro, con la quale dovremo fare i conti anche in annate potenzialmente propizie, perché la reazione del vigneto contemporaneo, sia a fronte di annate acide che di annate più regolari, sembra spingere sempre e comunque sugli zuccheri, determinando quindi una componente alcolica molto significativa. Sono i modelli viticoli ad essere chiamati in causa e a trovarsi sotto attacco, e in tali ambiti dovrà svilupparsi il lavoro di adattamento più importante.

Perciò, nella lista delle selezioni che segue, ho inserito quelle che a mio parere sono riuscite a governare meglio le intemperanze alcoliche, dimostrando un buon grado di bilanciamento fra le parti, tannini saldi e maturi, presumibile potenziale evolutivo. Tutto qua.

EROSIONI

La pletora di assaggi richiede una doverosa premessa, che parte da una constatazione di natura storica: ai tempi in cui BB si svolgeva a febbraio, la lista delle aziende aderenti constava di circa 180 nomi, numero più numero meno; quest’anno sono “appena” 118.

Le aziende imbottigliatrici, a Montalcino, attualmente sono ben più di 200, quindi ci si sta muovendo nell’ordine del 50-60% della rappresentanza globale, un dato che porta a riflettere. Cosa sia successo nel frattempo per arrivare fino a questo punto non si sa, o forse sì. Fatto sta che il nuovo format di Benvenuto Brunello anticipato a novembre pare non stia troppo simpatico a diversi produttori, e la lista degli assenti ogni anno annovera qualche nome in più.

E’ una lista importante, che contiene produttori ineludibili del bere bene ilcinese (a mio vedere), di quelli che possono dare una sterzata a una annata, in un’ottica di giudizio generale, e che quindi non possono non essere citati.

E se con ogni probabilità i vini di certi produttori assenti contribuiranno da par loro a una ulteriore elevazione di “tono” nel giudizio globale offerto su questo millesimo, in stretto ordine di alfabeto ne segnalo giusto qualcuno, tanto per intendersi:

Baricci, Biondi Santi, Castello Tricerchi, Colleoni, Costanti, Fattoria del Pino, Fonterenza, Il Colle, Il Marroneto, Il Paradiso di Manfredi, La Torre, Le Chiuse, Le Potazzine, Le Ragnaie, Pian dell’Orino, Pieve Santa Restituta, Podere Le Ripi, San Guglielmo, Sassetti Livio Pertimali, Siro Pacenti, Stella di Campalto, Terre Nere, Valdicava.

PREDILEZIONI

Riassumo qui le note di degustazione relative ai 40 vini che mi sono piaciuti di più, in ragione dei motivi sopra espressi. Le ho incasellate per ordine alfabetico, con il grado di coinvolgimento da affidarsi alle parole, a volte anche ai silenzi.

Un solo ulteriore dato, che mi è venuto spontaneo di registrare con sistematicità nel corso degli assaggi: la gradazione alcolica media dei vini presenti è risultata appena superiore a 14,5 (!). Relativamente pochi i vini da 14 gradi alcolici, residuali come una chimera quelli da 13,5 (appena 5), mentre una trentina di bottiglie di Brunello 2019 hanno evidenziato un bel 15 gradi in etichetta.

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AGOSTINA PIERI – BRUNELLO DI MONTALCINO 2019

Generosa spinta alcolica ma anche sensazioni invitanti di macchia mediterranea e fiori secchi, e poi ancora ampiezza gustativa e sapidità di ritorno nel convincente finale. Un vino ben congegnato, e a suo modo misurato, soprattutto nell’estrazione tannica.

ALBATRETI – BRUNELLO DI MONTALCINO 2019

Classico negli accenti, baritonale nel tono di voce, ecco un Brunellone robusto, compassato e di conclamata tipicità. Introspettivo quanto basta ad alimentarne il fascino, è percussivo, complesso, “prospettico”.

CANALICCHIO DI SOPRA – BRUNELLO DI MONTALCINO VIGNA MONTOSOLI 2019

Bella caratterizzazione aromatica per un vino sferzante, affilato, incisivo, in grado di andare in profondità senza perdersi in orpelli o sovrappiù. Ottimo.

CAPANNA – BRUNELLO DI MONTALCINO 2019 

La proverbiale austerità “capanniana” stemperata a dovere dalla dolcezza del frutto, che rischiara le trame agevolandone una inattesa scorrevolezza. Chiusura lunga su tannini sani, fitti e ben maturi. Molto bene.

CAPARZO – BRUNELLO DI MONTALCINO LA CASA 2019

Anche in corrispondenza di questa annata non disperde il suo carattere docile e armonioso, dove integrità di frutto, souplesse, modulazione nei toni e grana tannica superfina ne segnano l’incedere e ne marcano la fisionomia, con il supporto di un’enologia micrometrica e accurata.

CAPRILI – BRUNELLO DI MONTALCINO 2019      

Ricco, caldo, intenso ma determinato, propone un sorso contrastato che vira sul sale, traducendo una idea di scioltezza più efficace di quanto ci si potesse attendere. L’architettura tannica fitta e matura lascia lampeggiare un bel potenziale evolutivo.

CASANOVA DI NERI – BRUNELLO DI MONTALCINO TENUTA NUOVA 2019     

Succo, dinamica e precisione per un vino sapido e saporito, che riesce a snellirsi quanto basta per garantire alle trame slancio e progressione, agevolate da una struttura tannica molto fine.

CASTELLO ROMITORIO – BRUNELLO DI MONTALCINO FILO DI SETA 2019   

L’alcol batte un colpo, ma in questo contesto, grazie alla dolcezza del frutto e del tannino, ne facilita semmai l’armonia e la godibilità. Movenze eleganti, e uno stile super preciso declinato con garbo.

FATTOI – BRUNELLO DI MONTALCINO 2019     

Un vino caldo ma fremente, dal bel timbro ferroso e dal giusto grado di contrasto, che esprime vivacità, sostanza e forza espressiva. E un carattere terrigno di schietta veracità.

FORNACINA – BRUNELLO DI MONTALCINO 2019 

Ghianda, alloro e pirite per un sapore diffusivo e incalzante, che non ti molla e che sottende razza e robustezza, nobilitato da un passo disciplinato e da una classicità struggente. Bello bello.

FRANCO PACENTI – BRUNELLO DI MONTALCINO 2019  

Il fraseggio aromatico di erbe e macchia orienta i profumi sull’ariosità, corrisposti in un profilo gustativo teso e senza ridondanze, chiosato da un finale lungo, fresco, convincentissimo.

FRANCO PACENTI – BRUNELLO DI MONTALCINO ROSILDO 2019    

Profondo, finissimo, dall’ascendente pinotteggiante, è succoso, signorile, distintivo e bello. L’ampiezza e la progressione concretizzano una prestazione a tutto tondo, per la quale scomodare l’aggettivo superbo non assume alcun senso di forzatura.

FULIGNI – BRUNELLO DI MONTALCINO 2019    

Un vino ampio e diffusivo, la cui trama resta addolcita da una percepibile velatura alcolica, ma che mostra un percorso gustativo elegantemente colloquiale, un tannino suadente in grado di accarezzare e un finale lungo senza impuntature.

GIANNI BRUNELLI – BRUNELLO DI MONTALCINO 2019 

Ghianda, sottobosco e agrume per un Brunello super contrastato, di grande reattività ed elettiva lena, dal finale arioso, tonico e saldo. Gran bel conseguimento.

GIODO – BRUNELLO DI MONTALCINO 2019     

Il tannino puntiforme, quasi impalpabile, è il segno evidente di un incredibile cesello. Il vino si muove per sottigliezze, lasciando emergere l’animo pinotteggiante che già lampeggiava nelle precedenti versioni, qui reso luminosamente chiaro. Fattura impeccabile.

IL PALAZZONE – BRUNELLO DI MONTALCINO 2019 

Portamento elegante, materia ben profilata, disegno accurato, accecante nitore, sorso verticale e profondo: un vino giovane e bello.

MASTROJANNI – BRUNELLO DI MONTALCINO VIGNA LORETO 2019 

Cremoso, tosto e liquirizioso, vanta una struttura solidissima, un frutto di adeguata integrità e una architettura tannica ben stratificata. Non si sdilinquisce, chiede tempo, ma lui guarda al futuro.

MATE’ – BRUNELLO DI MONTALCINO 2019 

Struttura, saldezza ma anche una provvidenziale suadenza in un sorso espansivo, ampio, carezzevole, che si avvantaggia di un bel grado di contrasto e di una bella mano in cantina.

MATE’ – BRUNELLO DI MONTALCINO VELTHA 2019    

Prova decisamente autorevole per un vino reattivo, teso, affusolato, dai riflessi d’agrume: grande slancio e giustissime proporzioni.

MOCALI – BRUNELLO DI MONTALCINO VIGNA DELLE RAUNATE 2019

Un’austerità non irriducibile né arroccata, la sua, casomai vibrante. Sferzante pur nella introspezione, di una ricchezza interiorizzata, possiede un fascino ombroso alimentato dai non detto.

PADELLETTI – BRUNELLO DI MONTALCINO 2019       

Un Brunello dal fascino antico, melodioso, classico, elegante e progressivo nello sviluppo, di confortante trasparenza espressiva. La definitiva rinascita di un’azienda storica.

PATRIZIA CENCIONI – BRUNELLO DI MONTALCINO 2019           

Respiro, fragranza di frutto, adeguate proporzioni, ampiezza gustativa. Soprattutto, un tannino che scivola e accarezza senza creare inciampi. Buono!

PIAN DELLE QUERCI – BRUNELLO DI MONTALCINO 2019   

Lirico ed evocativo, silente ed interiorizzato, assume un profilo aereo, sfumato, nitido, elegante, fra ricordi di erbe di macchia e tanto sale.

PIETROSO – BRUNELLO DI MONTALCINO 2019  

Profilo aromatico caldo e maturo, di nitida impronta fruttata, che si riflette in una bocca precisa, armonica, comunicativa, dove succo, tensione acida e riflessi di agrume concorrono alla reattività e all’eleganza.

PININO – BRUNELLO DI MONTALCINO 2019       

Nebbioleggiante, stilizzato, di ricca essenzialità, mantiene un bel passo coniugando tenacità e finezza in modo composto e  disinvolto. Ottimo.

PININO – BRUNELLO DI MONTALCINO VIGNA PININO 2019    

Una maggiore densità rispetto alla versione annata, ma una espansione e un tasso di eleganza che lo incasellano a pieno titolo fra le sorprese dell’anno. Di razza.

POGGIO DI SOTTO – BRUNELLO DI MONTALCINO 2019    

Il tratto soave e dolcemente fruttato, la rotondità di forme e di sostanza, lo sviluppo rilassato ma prodigo di dettagli ne fanno un vino armonico e raffinato, con un pizzico di risalto alcolico in più rispetto ai suoi standard.

RENIERI – BRUNELLO DI MONTALCINO 2019  

Un bel carattere, non c’è che dire, vivacizzato dai sentori ferroso-vulcanici e dai risvolti di agrume, e confermato da un sorso tenace, sostenuto, affilato, profondo.

SALICUTTI – BRUNELLO DI MONTALCINO 2019 

Profumi di rara raffinatezza, annunciati da note struggenti di rosa canina e spezie, e trama di bocca che si distingue per sottigliezze: accorta, affusolata, scolpita con minuzia.

SALICUTTI – BRUNELLO DI MONTALCINO PIAGGIONE 2019    

Materia di prim’ordine e sapore vibrante, ricchezza e freschezza come maritate, densità e carattere, corpo e calore. Il tannino è di razza, lui è giovane, il futuro davanti a sé.

SALVIONI LA CERBAIOLA- BRUNELLO DI MONTALCINO  2019    

Una succosità dinamica, un tratto solido ed elegante al contempo, una tessitura tattile di accuratezza sartoriale, una progressione incalzante e un telaio tannico risolto e maturo. Un Brunello completo, autoriale e autorevole, questo è. Impossibile evitarlo.

SANLORENZO – BRUNELLO DI MONTALCINO 2019   

Ne apprezzi la naturalezza espressiva, che assieme alla capacità di dettaglio ne fa uno dei Brunello più brillanti mai prodotti da Luciano Ciolfi. I risvolti floreali, balsamici e minerali concorrono al coinvolgimento, i tannini ancora sentiti ne certificano la gioventù, il temperamento alcolico ne spancia appena appena le trame.

SESTI – BRUNELLO DI MONTALCINO 2019   

Dolce nel frutto e nelle maniere, è suadente, accogliente, levigato, il suo tannino come un soffio. D’accordo, il calore alcolico batte un colpo, ma grazia e candore non sono in discussione.

TASSI – BRUNELLO DI MONTALCINO 2019  

Stilizzato, elegante, sottile, forse un po’ affilato ma affascinante, delicato, pieno di premure, dalla beva conclamata. Un candore che conforta.

TASSI – BRUNELLO DI MONTALCINO VIGNA COLOMBAIOLO 2019     

Ottime proporzioni e bell’equilibrio alcolico, e poi ancora misura, indirizzo, naturalezza espressiva. E’ dritto, balsamico, verticale, e il futuro per lui non rappresenta una preoccupazione.

TENUTA SAN GIORGIO – BRUNELLO DI MONTALCINO UGOLFORTE 2019

L’evidente cura formale, se da un lato potrebbe frenarne il coinvolgimento emozionale, non ne lede la sostanza, che qui si traduce in tono, reattività, levigatezza, equilibrio.

TIEZZI – BRUNELLO DI MONTALCINO POGGIO CERRINO 2019 

Elegante, succoso, compassato, instradato da una bella corrente di sapidità, traduce “elettricità” e portamento. Il miglior Poggio Cerrino dei ricordi miei.

VAL DI SUGA – BRUNELLO DI MONTALCINO POGGIO AL GRANCHIO 2019     

Gran succo, bella melodia, dolcezza di frutto e di tannino. Un Poggio al Granchio davvero compiuto, tanto risolto quanto chiarissimo nella esposizione delle sue ragioni. Con buone probabilità la migliore versione di sempre.

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Assaggi effettuati nel mese di novembre 2023, nel corso di Benvenuto Brunello.

Contributi fotografici (logo esclusi) dell’autore.

FERNANDO PARDINI

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