Il vino di Vienna. Picnic nelle vigne con Weinbau Obermann

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Vienna vista dalle colline vitateVIENNA – Vienna, splendida capitale asburgica, tra le immense ricchezze artistiche e paesaggistiche che la rendono ineguagliabile, ha anche questa: è probabilmente l’unica capitale al mondo circondata dalle vigne. Non si tratta vigne “pittoresche” mantenute a scopo turistico, ma di 612 ettari vitati all’interno del distretto urbano, con una denominazione d’origine propria (Wien, come il nome della città) che la distingue dalle altre regioni vinicole austriache.
Per avere un’idea della vicinanza tra le viti e la città, basti dire che alcune vigne si raggiungono con il tram, molte con le linee urbane dell’autobus. E se dalle splendide sale del museo del Belvedere si distoglie per qualche secondo lo sguardo da un quadro di Klimt o di Egon Schiele e attraverso una finestra ci si rivolge verso nord… si percepiscono, nella corona di colline che cingono Vienna, gli inconfondibili filari vitati.
Vienna e le sue vigne, sullo sfondo, viste dalla DonauinselIl Danubio, che nei pressi della città si suddivide in vari rami, crea, insieme ai sistemi collinari, un clima ideale per la viticoltura, in particolare per i vitigni a bacca bianca.
La storia enologica del capoluogo austriaco risale all’Impero Romano, ma la rivalutazione del vino viennese è un fenomeno assai recente rispetto alle denominazioni più blasonate come quelle delle regioni del Niederosterreich (a nord di Vienna, verso la Repubblica Ceca e la Slovacchia, con le sottozone Wagram e Wachau), Burgenland (al confine con l’Ungheria) e Steiermark (a sud, verso la Slovenia).
A Vienna si producevano vini da vendere negli heuriger, le osterie cittadine, dove si consumavano vini senza troppe pretese e da bere giovani. Fortunatamente in anni recenti alcuni produttori si sono impegnati in una decisa opera di valorizzazione delle potenzialità del terroir viennese, facendosi conoscere anche al di fuori dei confini urbani.
Qui vengono coltivati il grüner veltliner, splendido e versatile vitigno austriaco, il pinot bianco, il riesling, il gelber muskateller oltre a chardonnay e sauvignon. Tra i rossi, meno presenti quantitativamente, si coltivano lo zweigelt e il pinot nero.

Grinzing, quartiere collinare di Vienna: le vigne in un contesto urbanoMa il maggior contributo all’affermazione del vino viennese è dato dal Gemischter Satz, primo presidio Slow Food dell’Austria. La particolarità di questo vino (il cui nome significa all’incirca “mischiato insieme”), contrariamente alla tradizione germanica dei vini monovarietali, è che è prodotto da un mix di una ventina di vitigni, raccolti e vinificati tutti insieme a creare un vino profumato, leggero e piacevole, che grazie a questa molteplicità risulti costante nelle diverse annate. Nella tradizione viennese si cercava infatti di limitare i rischi del meteo raccogliendo tutte le varietà insieme, mischiando vitigni più precoci e vitigni più tardivi al fine di ottenere un vino semplice, bilanciato e fresco.

Dicevamo dei vignaioli viennesi: molti di questi, nei pittoreschi quartieri in collina come Heiligenstadt, Grinzing, Nussdorf, hanno affiancato alla produzione di vino la mescita con cucina, i famosi Heuriger. Altri sono rimasti prettamente rivolti alla sola produzione, offrendo spuntini e mescita solo per un determinato periodo dell’anno, quando espongono una frasca di pino fuori della cantina (un retaggio dell’impero asburgico che permane in forme analoghe anche nelle osmize triestine e slovene).

Weinbau Obermann - picnic nelle vigneIn procinto di partire per una gita nella capitale austriaca, ho visitato il sito istituzionale di promozione turistica di Vienna, dove si trovano utili indicazioni su come raggiungere i vari vignaioli nei diversi quartieri collinari; tra questi, ho notato Weinbau Obermann, che annunciava un picnic nelle vigne proprio nei giorni in cui saremmo stati presenti. L’idea era allettante, la proposta semplice e carina: picnic con i vini aziendali, pane, salumi, formaggio e qualche dolce, immersi nelle vigne con vista su Vienna: perché no?

E così, un sabato di fine aprile, io e mia moglie ci lasciamo alle spalle la fermata della metro di Spittelau, e via con il tram 38, che attraversando ordinati quartieri ex operai, comincia a salire verso Grinzing, paesino-gioiello costellato di heuriger e di storia, visto che quassù Beethoven veniva a cercar riposo e quiete. Da qui partono strade verso la parte alta delle colline, fiancheggiate da vigneti e da ville splendide, e da qui parte anche il 38A, l’autobus delle colline, che sale su verso panorami mozzafiato. L’azienda che abbiamo scelto è una piccola realtà familiare, Weinbau Obermann, composta da Martin e Christiane Obermann. La loro casa è a Grinzing, ma i loro piccoli appezzamenti vitati sono sparsi nel circondario, per cui ci inerpichiamo per una ripida stradina fino a 300 metri d’altitudine, per poi ridiscendere lungo un morbido costone in una viuzza ancora più stretta, con sullo sfondo l’imponente presenza dei grattacieli e del cuore di Vienna. È già il tramonto. Un semplice cartello al margine di una vigna avvisa dell’evento. Sarà troppo tardi per presentarsi?

Picnic nelle vigne ObermannCi accoglie Christiane: “Non è mai troppo tardi per i nostri picnic, basta che non piova!” In mezzo ai filari hanno piazzato alcune balle di fieno e dei pancali, qualche ceppo come sedia, e tovaglie a quadri; gruppetti di amici chiacchierano tranquilli, e i bambini scorrazzano con i cani su e giù per la vigna. In una piccola tettoia di legno Martin e Christiane versano il vino e preparano i piatti. Ci ritroviamo in mezzo a una merenda campestre, con vista sulla capitale asburgica: stentiamo a crederci. Dal nostro stupore ci risveglia la vista dei salumi e la voglia di conoscere i vini di Obermann.
Eccoci quindi con un piatto di salsicce con le noci, formaggio, porchetta, e i nostri bicchieri da assaggiare:

Grüner Veltliner Steinberg 2012
Paglierino leggero, naso ricco giocato tra sentori di cipria e note marine, sapido e di buona persistenza. Piacevole e scorrevole.

Gemischter Satz 2011
Il bello del Gemischter è che ha sempre il dono della bevibilità, con quella bella freschezza minerale che lo caratterizza senza eccedere nella complessità. Mostra una leggera e piacevole nota dolce, che ne fanno un vino ottimo sia per il pasto, sia per l’aperitivo. Rispetto ad altre versioni assaggiate in Vienna, questo di Obermann non spinge verso sensazioni citriche o agrumate, ma preferisce esprimersi su piacevoli note floreali.

Riesling Sommeregg 2011
Naso elegante, non troppo proteso verso il lato minerale del vitigno, ma bevibile, semplice e concreto.

Thorsäulen Rot – Zweigelt 2010
Dal ricchissimo sito istituzionale di promozione del vino austriaco (consigliatissima una visita per vedere come dovrebbe esser fatta promozione del vino con sovvenzioni pubbliche) si apprende che questo vitigno è nato nel 1922 da un incrocio tra Blaufrankisch e St. Laurent, due autoctoni austriaci.
Graditissima sorpresa il vitigno zweigelt: il suo rubino è denso e l’unghia violacea, tipica del vino giovane e scalpitante; per le sue pirotecniche note fruttate e pepate, ricorda le caratteristiche del Verduno pelaverga, splendido vino piemontese ancora ingiustamente poco conosciuto. Fruttato e speziatissimo, ricorda il pepe e la confettura di ribes, e in bocca si rivela fresco e avvolgente, un vero piacere.

C’era in degustazione anche un rosato, il Grinziger Rosé, da blend di zweigelt e merlot ma, ahinoi, era già finito al nostro arrivo (buon segno…).

Zweigelt ObermannTra un cambio bicchiere e l’altro, abbiamo modo di scambiare due chiacchiere con Martin, che ci racconta della sua piccola azienda familiare e dei suoi 3 ettari di vigneti “vista Vienna”: qua il clima oscilla tra estati calde e inverni molto rigidi (il termometro può arrivare a -20). Fa agricoltura biologica e ci dice: “beh, lo faccio perché… quando sono sul trattore a fare trattamenti, è meglio anche per me!”, e organizza spesso questi picnic in vigna.

Il sole è ormai calato da un pezzo, i gruppi di persone se ne sono andati alla spicciolata, restano due o tre bambini irriducibili a scorrazzare tra un filare e l’altro, e un grosso cane che li guarda stremato. Cinquanta metri sotto di noi risalta un elegante campanile, e in fondo iniziano a brulicare le luci di Vienna e la ruota del Prater.

Non una gru in giro qua nelle colline: quel che c’era, è stato conservato, la ricchezza dei vigneti e dei boschi è rimasta tale, tenendo a bada la voglia di cemento. Oltre agli splendidi vini austriaci, ancora poco conosciuti da noi, ci portiamo dietro questa lezione di convivenza tra una grande metropoli e la sua corona verde.

Weinbau Obermann
Cobenzlgasse 102
1190 Wien
www.weinbauobermann.at

Per informazioni sul vino di Vienna:
www.austrianwine.com/our-wine/wine-growing-regions/wien-vienna

E in generale per il vino austriaco:
www.austrianwine.com

Informazioni enoturistiche su Vienna:
www.wien.info

galleria fotografica

 

 

Paolo Rossi

Paolo Rossi (p.rossi@acquabuona.it), versiliese, laureato in lettere, lavora a Milano nel campo editoriale. Nel vino e nel cibo ricerca il lato emozionale, libertario, creativo. Insegue costantemente la bottiglia perfetta, ben contento che la sua ricerca non sarà mai appagata.

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