Le virtù e i benefici del tè

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Capita spesso, a proposito di tè, che sorgano curiosità riguardo alle molte proprietà benefiche di questa bevanda. Una discussione di questo tipo necessariamente ci porta ad una sorta di “vivisezione” biochimica che – devo ammettere – non mi esalta particolarmente. Ritengo infatti che sia sempre un peccato ridurre un’esperienza complessa come l’incontro con il tè ad un insieme di parametri quantitativi; vi è però da dire che in generale l’analisi, pur non esaurendo la totalità, riesce tuttavia a coglierne aspetti oggettivi, e che comunque si tratta di una comunicazione immediata accessibile a chiunque, indipendentemente dai percorsi di formazione culturale.

Dal punto di vista chimico il tè contiene molte sostanze; quelle che maggiormente lo caratterizzano sono: gli alcaloidi responsabili di un certo effetto stimolante sul sistema nervoso, i polifenoli che sono indubbiamente i più rilevanti per quanto riguarda la salute, gli oli essenziali che determinano l’aroma e il gusto della bevanda, un amminoacido con interessanti effetti sul sistema immunitario.

Gli alcaloidi sono una classe molto ampia di composti di origine vegetale che influenzano il sistema nervoso (ad esempio, le droghe appartengono a questa famiglia). Fino a non molto tempo fa si pensava che nel tè vi fosse un particolare alcaloide chiamato appunto teina, si è poi scoperto che si tratta in realtà dello stesso principio contenuto nel caffé: la caffeina. Oltre alla caffeina il tè contiene altri due alcaloidi: la teofillina e la teobromina, assenti nel caffé ma presenti (specialmente la teobromina) nel cacao. Le molecole di questi tre alcaloidi sono molto simili nella struttura (appartengono ad una stessa classe di composti chiamati metilxantine) ed hanno anche effetti analoghi. L’azione delle metilxantine sull’organismo si esplica inibendo un enzima che a sua volta degrada un ormone che agisce come messaggero per molti altri ormoni coinvolti nel metabolismo (come ad esempio l’adrenalina). L’effetto di questa complessa catena biochimica è quello di contrastare la stanchezza, aumentare la vigilanza e la rapidità di risposta cardiaca. In particolare la caffeina agisce sul sistema nervoso centrale (ritardando la sensazione di affaticamento), sul cuore e sulla respirazione; la teofillina e la teobromina provocano un certo rilassamento della muscolatura liscia, stimolano il cuore, hanno effetti diuretici e vasodilatatori.

Come tutte le sostanze, anche le metilxantine (e in particolare la caffeina) possono essere nocive se assunte in dosi elevate, ma si tratta di condizioni assolutamente non realizzabili in pratica. Per avere un effetto serio, rischiare cioè un avvelenamento mortale, una persona di 80 chili dovrebbe assumere in breve tempo circa 40 litri di tè (o equivalentemente 3 litri di caffé espresso)! Tuttavia, siccome l’effetto della caffeina è proporzionato alla massa corporea, sarà bene limitarsi nel far bere il tè ai bambini (proprio come solitamente non si dà loro il caffé). Osserviamo infine come sia esperienza comune che, sebbene la caffeina di una tazza di tè non sia tanto minore di quella di un espresso, gli effetti siano molto diversi, specialmente se si tratta di tè verde. Il motivo di ciò è da ricercarsi nei polifenoli che si legano chimicamente alla caffeina, rendendola immediatamente indisponibile e rilasciandola solo in tempi più lunghi. Per questo motivo non si verifica l’effetto eccitante intenso e breve, ma piuttosto uno stato di vigile attenzione che si protrae più a lungo, tanto che si può tranquillamente bere una tazza di tè verde la sera prima di andare a letto, senza per questo compromettere la tranquillità del sonno.

Veniamo adesso ai polifenoli. Si tratta di una classe molto ampia di composti prodotti dalle piante per le quali svolgono un’azione difensiva, sia per il loro potere antisettico, sia per il sapore sgradevole (i tannini appartengono a questa categoria di sostanze) che tiene lontani gli animali che volessero cibarsene. Come dice il nome, i polifenoli sono molecole formate dalla ripetizione di un gruppo fondamentale – appunto il fenolo – che ha una struttura simile a quella del benzene. Sono molti i polifenoli contenuti nel tè, e non vogliamo qui darne un elenco, più interessante è invece prendere in considerazione il loro comportamento chimico.

L’effetto più importante e di maggiore interesse per la salute è sicuramente quello che riguarda i radicali liberi. Questi ultimi sono frammenti molecolari che, avendo perso un elettrone, si comportano come agenti ossidanti chimicamente molto attivi. Essi pertanto reagiscono con le strutture molecolari della cellula creando spesso altri radicali e innescando in tal modo pericolose catene di reazioni che vanno ad interferire con il normale metabolismo. I polifenoli contrastano efficacemente i radicali liberi cedendo loro l’elettrone mancante (cioè comportandosi da agenti riducenti) e in tal modo neutralizzandoli. Vi è anche un altro modo in cui i polifenoli contrastano i radicali liberi: inibendone la formazione che viene favorita dalla presenza di ioni metallici; l’azione dei polifenoli consiste appunto nel neutralizzare tali ioni legandosi ad essi mediante la formazione di complessi molecolari. Questa azione di contrasto dei radicali liberi è della massima importanza nel ritardare l’invecchiamento cellulare e nella prevenzione di molte tipologie di tumore. La funzione anticancro del tè è da ascrivere particolarmente ad una classe di polifenoli, le catechine, presenti soprattutto nel tè verde. Inoltre i polifenoli agiscono positivamente anche sul sistema cardiocircolatorio inibendo la formazione di placche arteriosclerotiche, abbassando la pressione sanguigna e contrastando la tendenza delle piastrine ad addensarsi. Infine, i polifenoli sembrano avere anche un benefico effetto antinfiammatorio.

Gli oli essenziali non hanno particolari effetti sulla salute, ma sono responsabili delle fragranze che distinguono i vari tipi di tè. Attenzione a non confondere questi oli con quelli che vengono artificialmente aggiunti ai prodotti più commerciali per ottenere i tè aromatizzati; si tratta di sostanze unite a posteriori alle foglie che non hanno niente a che vedere con il gusto naturale del tè. Come anche non deve essere confuso con l’autentico olio essenziale estratto dai semi della Camellia Sinensis (utilizzato nella medicina tradizionale cinese) il prodotto abbondantemente usato in cosmetica e pubblicizzato come Tea Tree Oil, che invece – a dispetto del nome – viene estratto da una pianta che non ha niente a che vedere con quella del tè.

Veniamo infine alla teanina, l’amminoacido contenuto nel tè. Vi sono concrete evidenze del fatto che questo composto interagisce positivamente con il sistema immunitario, favorendo l’attivazione delle cosiddette cellule killer, capaci di individuare e distruggere gli agenti patogeni.

Questi sono alcuni dei vantaggi che il tè porta alla nostra salute e dei meccanismi biochimici sottostanti a questa azione positiva. Non è un caso che quando venne introdotto in Europa, nel XVI secolo, il tè era considerato una pianta officinale, e la scienza è in grado oggi di confermare quello che già da secoli era noto all’antica saggezza orientale.

Immagini tratte da lem.ch.unito.it, www.cucinacinese.net, www.my-personaltrainer.it

Alessandro Cordelli

4 COMMENTS

  1. Davvero interessante!

    Ti aggiungo una nota di colore a proposito della diffusione del tè in Europa e più precisamente in Inghilterra. Nelle Tea house popolari il tè veniva preparato una volta al giorno in un grosso recipiente e poi “rabboccato” di quando in quando durante la giornata e riscaldato all’occasione. Già questo fa storcere la bocca, ma la cosa più interessante è che le foglie di tè venivano mescolate con sostanze a bassissimo costo come… la cacca di pecora (e qui mi si accappona la pelle!).
    Non credo che a quel punto avesse più nessun effetto curativo! 😉

  2. …quella del rabboccamento è un usanza abbastanza diffusa; in Cina i meno abbienti si fanno durare le stesse foglie per tutto il giorno in una specie di scatolina con il coperchio aggiungendo di tanto in tanto dell’acqua calda, ma la la “correzione” con sostanze – diciamo così – non convenzionali sembra terribile anche a me!

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