Oddero Poderi e Cantine: da La Morra all’infinito, e oltre!

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oddero-2Eccola qui, Mariacristina Oddero, che porta il nome e prosegue al meglio la vita di una delle più celebri cantine di Langa. Il padre Giacomo, 85 anni, le ha lasciato le redini e la sorella è medico ed ha la sua vita. Ma ci sono già le nuove generazioni a tranquillizzarci. Dietro la calma e la sicurezza con cui racconta e spiega si intravede un’anima solida, di acciaio. In fondo porta sulle spalle “solo” oltre un secolo di storia ed è qui, a fronteggiare l’arena caliente della Fisar di Livorno, ribollente di corsisti e sommelier, coadiuvata da uno dei suoi direttori di corso Davide Amadei e dal ristoratore-degustatore Claudio Corrieri che si divide fra il suo In Vernice e le sessioni di degustazione per la guida dei vini d’Italia de L’Espresso.

oddero-1“Poderi e Cantine”, un nome significativo per una storia che, partita da La Morra, sembra fatta esclusivamente di scelte azzeccate e che hanno portato ad una prodigiosa accumulazione di vigneti nei cru fra i più mitici: dal Rocche dei Rivera di Castiglione Falletto al Vigna Rionda di Serralunga d’Alba, dal vigneto Mondoca nella località Bussia Soprana di Monforte d’Alba, al Gallina di Barbaresco… E qui arriva la prima “zampata” su chi l’ha preceduta: “vero, tante scelte intelligenti, ma quanti vigneti si sono anche lasciati sfuggire!”

Le prime bottiglie targate Oddero risalgono al 1878, oggi purtroppo penalizzate da un sughero, al tempo scarso e caro, inadatto per le lunghe conservazioni. Le uve, comunque, circolavano già nei mercati di Svizzera, Londra, in Francia. Poi una storia fortunata, si diceva, ma anche intelligente e visionaria: resistendo alle lusinghe della città e del lavoro in fabbrica (Fiat e Ferrero) con la sicurezza dello stipendio e delle ferie pagate, si continuò a guardare alla campagna. I vigneti magnifici che furono acquisiti a prezzi oggi impensabili hanno raggiunto la superficie di 35 ettari, convivono con i pregiati – e ultimamente anche redditizi – noccioleti, ed in parte sono certificati biologici. E qui arriva la seconda “zampata”: “io voglio vedere le carte, voglio vedere le certificazioni; di fumose qualifiche come quelle di vini naturali o altre menate non so che farmene”.

Oddero ha seguito sempre il solco della tradizione: niente uve internazionali (a parte un po’ di Chardonnay che finisce nel Langhe bianco) e niente scorciatoie come i rotomaceratori. Lieviti indigeni cum grano salis: “dipende dalle annate, altrimenti si rischiano drammatici blocchi delle fermentazioni”. Il rovere delle botti, rigorosamente grandi, è austriaco.

Assaggi

oddero-3Langhe Bianco Collaretto 2013
Da un uvaggio composto per metà da chardonnay (sopravvissuto dalle mode “internazionali” degli anni ’80) e riesling, mostra un olfatto fresco e pungente giocato sui registri dell’agrume (passa dal cedro iniziale al mandarino con l’innalzarsi della temperatura); la beva è nervosa e pimpante, più che potente o strutturata. Una velatura alcolica segna un finale dal retrogusto ammandorlato.

Barbera d’Alba Superiore 2012
Le uve vengono da vigneti nelle zone de La Morra e di Castiglione Falletto, con altitudini minori ma con esposizioni “da Barolo”. Il colore è porpora intenso, il naso ha bella finezza, ampiezza e persistenza con note di menta, pepe verde, spunti terrosi. In bocca il registro si sposta sul frutto rosso croccante, profuso con generosità in una beva pungente e freschissima. Finale saporito e sostenuto da tannino leggero “alla barbera”.

Nebbiolo d’Alba 2012
Colore assai nebbiolesco, rubino-granato dalle belle trasparenze; naso pieno di fiori secchi ed erbe officinali. Una freschezza di beva anticipa un finale ampio e dal tannino assai vibrante.

Barbaresco Gallina 2010
Da uno dei più bei cru di Neive arrivano le uve di questo vino dal naso suadente, maturo, ampio. In bocca entra denso e vallutato; alla beva si unisce poi una bella acidità a vivacizzare e a spingere il vino verso un finale scintillante e succoso.

Barolo 2011
È il “biglietto da visita” dell’azienda, il vino che rende particolarmente orgogliosi gli Oddero perché riesce a coniugare la qualità ad un cospicuo numero di bottiglie, compito assai meno semplice dello stupire con i cru “di nicchia”. In linea con l’idea diffusa una volta, secondo cui si doveva si ricercare il Barolo “aureo”, ideale, ottenuto mescolando opportunamente uve da vigneti diversi e calibrando il risultato a seconda delle rispettive caratteristiche, Questo vino è prodotto con uve del Bricco Chiesa di La Morra, del Bricco Fiasco e del Bricco Boschis di Castiglione Falletto. Bella levità ed eleganza sui toni mentosi al naso; scorrevole, spedito nel suo andamento di beva, riserva grandi energie per un finale percussivo, con una grande qualità tannica ed una scia aromatica di sottobosco.

Barolo Bussia Vigna Mondoca Riserva 2008
Un vino che porta il nome di una mezione geografica ufficialmente riconosciuta, e di una vigna di poco più di un ettaro. Affascinante a bicchiere fermo con i suoi cenni di incenso, è un vino potente, profondo ed anche austero, degno esponente di una annata classica per il Barolo; si compatta dopo l’ingresso in bocca cambiando passo e “tirando per la giacca”, e terminando coinvolgente e sapido in un finale stupefacente per qualità tannica.

Barolo Bussia Vigna Mondoca Riserva 2007
Grande potenza olfattiva, che gioca sui registri del frutto maturo e della liquirizia. In bocca è sorprendentemente leggero, succoso, assai largo e con un tannino vibrante che configura un finale quasi esplosivo.

Poderi e Cantine Oddero
Fraz. S. Maria 28
12064 La Morra (Cn) –
Tel. 0173.50618 – email info@oddero.it
www.oddero.it

Riccardo Farchioni

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