Il Four Seasons a Firenze tra bontà, bellezza e novità

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C’è a Firenze un luogo che chi ama la cucina, la mixology e soprattutto la bellezza non può non viverlo almeno una volta nella propria vita, perchè offre un’esperienza di raro coinvolgimento, in un posto tra i più affascinanti in Italia se non al mondo, in cui si perde il senso del tempo, rapiti dall’accoglienza del personale e dalla varietà dell’offerta.

Stiamo parlando del Four Seasons, una macchina composta da tanti ingranaggi che necessitano di particolare attenzione e cura per garantire un passo che intende volare in alto. Paolo Levezzini, classe ’78, nato a Salsomaggiore, è il nuovo executive chef di questa meravigliosa realtà. Ha lavorato a Firenze per molto tempo, anni per lui importanti che lo hanno visto far parte della brigata di cucina dell’enoteca Pinchiorri, accanto allo chef Riccardo Monco.

L’attaccamento e la conoscenza dei prodotti made in Tuscany si ritrovano nelle pietanze che propone, piatti dal respiro nazionale ed internazionale che rivelano una ricerca regionale nella selezione delle materie prime, come le uova provenienti dalla Fattoria di Maiano, a pochi passi da Firenze. Ciò che rende particolare la sua cucina ed il suo modo di interpretare i prodotti è una filosofia di base che si potrebbe quasi definire minimalista, ma solo all’apparenza. Nelle ricette, infatti, si incontra un protagonista – massimo due – per un risultato che non confonde mail il palato e regala pietanze armoniche, leggiadre, cariche di ricerca e mai spinte all’accesso. La materia prima è più che riconoscibile, esaltata e mai esasperata, e si ritrova affiancata da complementi che danno un tocco in più senza mai parlare a voce alta.

Ne sono un esempio il Risotto leggermente affumicato e cavoli di stagione, un bellissimo e gustosissimo omaggio alla verdura invernale per eccellenza dove il riso e i cavoli si fondono armoniosamente insieme, impreziositi, ma non schiacciati, da una nota lieve di affumicatura. Oppure la Sella di agnello glassato alla camomilla, broccoli, aglio nero e misticanza di stagione, in cui impressi nella memoria restano la qualità e la cottura magistrale dell’agnello ed i suoi “accompagnatori”, discreti quanto basilari, oppure, ancora, gli Scampi del Tirreno crudi, radicchio tardivo, zenzero, ginepro ed arancia, un boccone di mare in cui la sapidità si miscela con la dolcezza del crostaceo, creando un leggero contrasto, armonico ed avvolgente.

 

Per chi non ha voglia di stappare una sola bottiglia, o magari due, c’è la possibilità di scegliere tra tre tipologie di pairing create dal sommelier Walter Meccia insieme al team di cucina. Davvero particolare quello che guarda ad aziende, zone vitivinicole e vitigni meno noti e da scoprire. Arrivano così a tavola alcune intriganti etichette come il sakè Houraisen Junmai Ginjo Wa abbinato al piatto Barbabietola, mandorle, alloro, e lo spagnolo Fedellos do Couto con la sua La Bastarda da uve Trousseau che abbraccia i Bottoni di grano saraceno e ricotta all’olio, bietola, pinoli e semi di canapa.

L’accoglienza è uno tra i tanti punti di forza del Four Seasons, con una squadra in sala capace di un servizio cucito su misura per ogni singolo cliente, cosa ormai rara da trovare anche in locati top. A dirigere questa bella orchestra c’è il nuovo Restaurant Menager Roberto Pennacchiotti, toscano al cento per cento, con alle spalle, come ultima esperienza, quella al ristorante Vitique a Greve in Chianti.

Per chi ai cocktail, quelli buoni davvero, non sa mai dire di no un pit stop all’Atrium bar diretto da Tommaso Ondeggia e Edoardo Sandri è doveroso. La scelta è ampia, tra classici e novità, ed è ben illustrata nel nuovo cocktail book 2022, che racconta, oltre alla miscelazione, anche l’atmosfera e la musica che l’avvolge il locale.

“Mix-Thology”, questo il nome della nuova cocktail list, si presenta a forma di vinile e  raccoglie musica originale registrata dal dj Marco Solforetti e dal Pianista Maurizio Tomberli, musicisti resident di Atrium Bar. Nel lato A del disco si incontrano i sei cocktail più iconici di Atrium Bar mentre nel lato B sei new entry. Su entrambi i lati sono incise le melodie che rappresentano al meglio l’Atrium Bar.

Abbiamo assaggiato una delle novità, ovvero il Discovery fatto con con Vodka Beluga, Drouin Calvados e Bitter alle Prugne. Servito nella coppa Martini, per chi adora il genere secco, forte, intenso e profumato, è uno splendido modo per cominciare la serata al Four Seasons.

Roberta Perna

Roberta Perna (perna@acquabuona.it): del cibo e del vino non potrei proprio farne a meno ed è così che sulle mie due più grandi passioni ho costruito il mio lavoro e la mia vita. Sono socia di Studio Umami (www.studioumami.com) e titolare di Roberta Perna (www.robertaperna.it), due agenzie specializzate nell’ufficio stampa, nella comunicazione e nell’ideazione ed organizzazione di eventi enogastronomici, sono giornalista pubblicista e sommelier diplomata Fisar. Collaboro da anni con diverse testate di settore come Bargiornale e Ristoranti Imprese del Gusto ed ho due blog, uno che si chiama Roberta Perna ed uno, fondato con altre colleghe giornaliste, “Alla nostra portata”. Insieme a Studio Umami organizzo Life of Wine, evento degustazione dedicato solo alle vecchie annate.

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