Chianti Classico “annata”. Una selezione, fra ragione e sentimento

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Ecco qua, semplicemente, una raccolta ponderata degli assaggi più convincenti effettuati in seno alla tipologia Chianti Classico “annata”. Con un sottinteso:riguarda e comprende referenze uscite quest’anno sul mercato, principalmente derivanti dalla annata 2021, nel caso delle uscite “regolari”, e 2020 nel caso dei rilasci tardivi (fatto salvo un “tardivissimo” 2019).

Ora, se 2021 e 2020 possono essere teoricamente inquadrate come annate calde, è pur vero che le differenze riscontrate nei vini discendenti dall’una o dall’altra si percepiscono eccome, in termini di fisionomia e tono generale; ma mentre per la 2020 abbiamo già avuto occasione di poter apprezzare molte referenze della tipologia Riserva e persino qualche Gran Selezione, per la 2021 dobbiamo affidarci giocoforza ai vini d’annata per tentare di estrapolarne vizi e virtù, con la sensazione più che strisciante che non si sia trattato di un millesimo semplice da gestire, dal momento in cui i risultati nel bicchiere sono apparsi piuttosto ondivaghi e particolarmente influenzati dai luoghi di origine e dagli estri dei vinificatori, al contrario di una 2020 in generale molto appagante sul piano dell’equilibrio e della mera godibilità, dove puoi pescar bene da ogni distretto e dove ad emergere è una cifra espressiva cordiale, versatile e gradevolmente concessiva.

L’andamento stagionale del 2021 ha visto succedersi mesi estivi molto caldi e asciutti, e la generosità del tratto appare una dote intrinseca e connaturata nei vini. E se in generale la qualità del tannino non fa faville, a ben cercare (ma bisogna cercare con attenzione) è pur vero che possiamo rintracciare vini davvero interessanti quanto a tensione e slancio gustativo, al punto da risultare inattesi e sorprendenti. O per meglio dire, parzialmente sorprendenti, se teniamo in debito conto che il grosso dei problemi, in Chianti, ce li risolve (e ce li risolverà) la straordinaria variabilità dei terroir a disposizione, un vero e proprio laboratorio a cielo aperto che può ancora ben contrastare i cambiamenti climatici e le mutazioni di pelle, o di sostanza, a cui in altri lidi, anche blasonatissimi, stiamo assistendo di già.

Torno quindi a ripetermi: se oggi esiste un territorio in cui possiamo bere bene, anzi più che bene, già a livello di entry level, questi è il Chianti Classico. Alla felice constatazione -facilmente appurabile- contribuisce, fra le altre cose, l’interpretazione generalmente assunta dai produttori riguardo a questa tipologia, più interessata a disegnare vini calibrati e senza sovrastrutture che non ad imporre forzature più o meno evidenti in termini di densità, struttura e concentrazione, consentendo così di scoperchiare con chiara evidenza le diverse identità di luogo, rendendo oltremodo dinamico e stimolante il quadro d’insieme.

Avviso ai naviganti: i vini sono stati incasellati facendo riferimento al contesto territoriale e geografico di provenienza delle uve; i distinguo sono stati eventualmente indicati nel relativo commento. Abbiamo poi deciso di aggiungere il prezzo medio sugli scaffali d’Italia, per meglio inquadrare il target, certamente, ma soprattutto per sottolineare quanto la qualità e l’elevata dignità territoriale di un Chianti Classico siano in grado di non mortificare il portafogli né di compromettere le fondamenta etiche di un acquisto consapevole.

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BARBERINO – TAVARNELLE

IL POGGIOLINO – CHIANTI CLASSICO IL CLASSICO 2021 (€ 12)

Si muove con passo leggero, dimostrando un senso innato per le sfumature, il Chianti Classico della famiglia Pacini, che anche in questo millesimo, come già fu nel precedente, pone in risalto una florealità graziosa e un carattere spigliato, succoso, di sostanza e di dettaglio. Li associa ad un prezzo amorevole, e tanto fa.

FATTORIA LE MASSE – CHIANTI CLASSICO 2021 (€ 25)

Sempre più in evidenza la proposta di Robin Mugnaini, che elabora qui una delle referenze più coinvolgenti estratte dall’insidioso millesimo, grazie alla vivace espressività del frutto e alla chiara impronta naturale, che non si risolve in una rustica prestanza bensì in piacevolezza e spontaneità. C’è sapore, contrasto, polpa dolce e matura. E un sorso che nobilita l’ascendente artigianale nel nome e nel segno della sincerità.

CASTELLINA IN CHIANTI

CASTELLARE DI CASTELLINA – CHIANTI CLASSICO VIGNATORTA 2021 (€ 20)

Qualche lieve screziatura aromatica, sicuramente passeggera, non ne ha obnubilato la sostanza, che chiama a raccolta flessuosità, compostezza, souplesse. E anche un certo tasso di signorilità. Se pensiamo alle tirature poi, che veleggiano attorno ai 250mila flaconi, ci vien più facile realizzare che si tratti di un Chianti Classico muy affidabile, centrato e pure territoriale.

CASTELNUOVO BERARDENGA

CASTELL’IN VILLA – CHIANTI CLASSICO 2019 (€ 33)

Quasi mai associabile al mainstream, se ci attenessimo ai tempi di uscita sul mercato, il Chianti Classico della Principessa Coralia Ghertsos Pignatelli gioca una partita a sé anche in fatto di personalità, coniugando tenacità ed eleganza come solo lui sa fare, mostrando un profondo afflato sapido-minerale, una solidità di impianto che ti porta a immaginare un futuro all’altezza, e un’acidità dai risvolti agrumati che spinge e sorregge. Mirabile la compostezza, conclamata la razza.

GAIOLE IN CHIANTI

BADIA A COLTIBUONO – CHIANTI CLASSICO 2021 (€ 16)

Lo inseriamo a buon diritto sotto il cappello gaiolese, anche se con buone probabilità vi concorrono pure le uve provenienti dai vigneti di Vagliagli. E’ come sempre riconoscibile, grazie alla fragranza gentile, all’eloquio non urlato, alla modulazione nei toni, alla diffusione garbata ma efficace, dove il velo etereo non ne lede poi tanto la compostezza di passo e la dignità.

BARONE RICASOLI – CHIANTI CLASSICO BROLIO 2021 (€ 16)

Da vini come questo comprendi meglio, e fino in fondo, la rivoluzione in corso a casa Ricasoli, che da qualche stagione a questa parte sta proponendo vini con un respiro nuovo. Ma qui non stiamo parlando dei cru, stiamo parlando di una etichetta tirata in quasi mezzo milione di esemplari, e che però ti scombina ben bene i pregiudizi: brillantezza, nitore, una tipicità gaiolese fatta di sapore e sostanza, e una pienezza ricca di senso che non ti aspetteresti di incontrare in un vino così, ma c’è.

CASTELLO DI MELETO – CHIANTI CLASSICO 2021 (€ 16)

Ecco un altro esempio di realtà chiantigiana dimensionalmente importante che sta mettendo a frutto un periodo di bel rivolgimento stilistico, seguendo un approccio che coniuga gesti puliti con una enologia sempre più attenta a declinare l’identità di luogo. Hai un buon succo qui, e una discreta freschezza aromatica dai risvolti balsamici, per uno sviluppo gustativo nitido e risolto, senza sbrodolature o ridondanze, pulito ma non lezioso. Ti restituisce l’inappuntabile, ecco cosa fa, e un gusto chiantigiano a tutto tondo: con queste tirature, poi, è un bel traguardo.

MONTEROTONDO – CHIANTI CLASSICO VIGNA VAGGIOLATA 2020  (€15)

Lo standard qualitativo (soprattutto in termini di regolarità) assunto dalla proposta di Saverio Basagni balza agli occhi e fissa nuovi punti fermi nel panorama d’autore chiantigiano. Dai Monti del Chianti, giusto al confine con il versante valdarnese, i suoi rossi hanno acquisito la capacità di dettaglio dei vini che non scordi. Il Vaggiolata 2020, ad esempio, trae vantaggio dall’ottima trasparenza espressiva: è elegante, quasi raffinato, con una bella mineralità sottocutanea da mettere sul piatto dei ragionamenti, movenze “pinotteggianti” e una acidità portante a marcarne lo sviluppo. Un Chianti Classico armoniosamente stilizzato.

RIECINE – CHIANTI CLASSICO 2021 (€ 22)

Una delle anime belle di Gaiole e del Chianti tutto. Non ti inventi niente a parlare di Riecine, che continua senza colpo ferire a proporre vini di ineccepibile fattura e personalità, in grado di fondere corpo ed eleganza in un tutt’uno armonico e coinvolgente. Qui hai pienezza di frutto e di fiore, supportata dal garbo espositivo, e un profilo ampio, piacevole e bilanciato, dai tannini ben sfumati. Un vino che si porta in dote la generosità del millesimo, d’accordo, declinandola però con prevegole misura.

GREVE IN CHIANTI

MONTECALVI – CHIANTI CLASSICO 2020 (€ 20)

Il nuovo corso di Montecalvi sta sviluppandosi nel segno della naturalezza espressiva. I vini sono delicati, infiltranti, puri, ed acquisiscono il loro speciale slancio grazie anche al contenuto morigeratissimo di solfiti. Ad emergere la spontaneità, il candore e la facilità di beva, che in questo 2020 appaiono armonicamente raccordate in una trama contrastata e freschissima, dinamica e dalle desinenze floreali, a cui accosteresti volentieri un pensiero struggente.

PODERE CAMPRIANO – CHIANTI CLASSICO 2020 (€ 18)

Da una delle più piccole cantine del Chianti Classico, giusto alle porte di Greve, il rispetto delle tradizioni e lo spirito artigianale concretizzano vini sentimentali e profondamente grevigiani, per quanto riescono a fondere in compendio armonico polpa e densità, acidità e tannini. Il Chianti Classico 2020 si muove brillantemente nel solco di un registro stilistico sottrattivo; è puro e nature, floreale e “mineraloide”, e si avvantaggia di un eccellente equilibrio alcolico, ciò che ne agevola la godibilità in un quadro di confortante sincerità espressiva.

TERRENO – CHIANTI CLASSICO 2020 (€ 20)

Se da qualche stagione, nei vini di Sofia Bebban Ruhne, stiamo registrando una maggiore caratterizzazione, sia in termini di messa a fuoco che di disegno, una nota di merito dobbiamo accreditarla anche a questo 2020, che alla pienezza del frutto e all’apparente generosità del tratto contrappone una tensione interna in grado di reggere perfettamente il sorso, consentendo di scoperchiare dettagli e sottotraccia lì per lì inaspettati.

LAMOLE

I FABBRI – CHIANTI CLASSICO LAMOLE 2021 (€ 22)

Il Chianti “d’annata” di Susanna Grassi porta tatuato à l’interieur il suo territorio d’altura. E’ dritto, succoso, poco estrattivo, e si muove sulle punte. Da un lato fa della schiettezza il suo nome: diretto, essenziale senza risultare disadorno; dall’altro è prodigo di dettagli minuti, sapido e affusolato, ed è quel lato lì che porta dritto dritto alla immedesimazione.

PODERE CASTELLINUZZA – CHIANTI CLASSICO 2020 (€ 25)

La micro-realtà lamolese della famiglia Coccia non può che suscitare empatia. Qui tutto riacquista il giusto peso, con la dimensione familiare che si riflette appieno in una gamma di vini accordati, dallo spirito artigianale, profondamente legati alla loro terra in ragione di una mancanza assoluta di sovrastrutture. Altro non fanno se non trasmettere una sensazione di autenticità e candore, questo è. Nel Chianti Classico 2020 hai pirite e sottobosco al naso, e un bel disegno al gusto, a delineare un profilo nobilmente austero che trasfonde compostezza senza inutili svolazzi o ridondanze materiche.

PANZANO IN CHIANTI

LE CINCIOLE – CHIANTI CLASSICO 2020 (€ 25)

Versione in spolvero (gli capita di sovente, a ben vedere) per il Chianti Classico di Luca Orsini e Valeria Viganò, un vino che vive di contrasti epperò misurato, di compassata finezza, sciolto e signorile quanto più prende aria, con tanta acidità a supporto e una sensazione prevalente che non può trattenere, dal momento in cui tradisce un’idea concretissima di saldezza e di futuro.

RADDA IN CHIANTI

ARILLO IN TERRABIANCA – CHIANTI CLASSICO SACELLO 2021 (€ 17)

Gli impulsi fattuali della nuova proprietà si svelano in una serie di vini sicuramente raccordati -e raccordabili- alla classicità, e un buon esempio in tal senso è costituito da Sacello ’21, dove la pulizia e la linearità del disegno traducono invero disinvoltura e spigliatezza, una spigliatezza quasi leggiadra di stampo floreale, per un vino sottopeso ma aggraziato.

CASTELLO DI ALBOLA – CHIANTI CLASSICO 2021 (€ 16)

La caratterizzazione, nei vini di Albola, è ormai un’evidenza; parlano il linguaggio dell’autenticità, mostrando una encomiabile aderenza territoriale, lì dove freschezza aromatica e dinamica gustativa concretizzano fedelmente una fisionomia raddese d’altura. In questo caso, se vogliamo cogliere il pelo nell’uovo, a mancargli è la dimensione del vino importante, ciò che probabilmente non è neanche il suo fine; ma la croccantezza e la succosità del sorso ne fanno un assaggio divertente e piacevole. Ah, si parla di tirature super significative.

CASTELLO DI VOLPAIA – CHIANTI CLASSICO 2021 (€ 23)

In estrema ed ingenerosa sintesi, uno dei Chianti Classico 2021 più esaltanti dell’intero panorama, grazie alla seduzione aromatica – irresistibilmente elegante-, al perfetto bilanciamento alcolico, allo slancio e alla tensione. Un Chianti Classico dinamico, verticale e affusolato, che chiude lunghissimo su struggenti rimandi floreal-minerali. Un conseguimento da tenere a mente e un felice traguardo espressivo per la famiglia Mascheroni Stianti.

ISTINE – CHIANTI CLASSICO 2021 (€ 18)

Angela Fronti firma uno dei Chianti Classico ’21 più completi dell’anno, che noi rubrichiamo come raddese anche se presumibilmente, nella sua paletta, ci sta anche il sangiovese proveniente dal vigneto di Gaiole. Possiede proporzioni, succo, lena, slancio e rifiniture di pregio. Di irreprensibile linearità e giustezza, corre dritto alla meta dopo un percorso gustativo ampio, rotondo e fruttato, di ineludibile naturalezza e corroborante sapidità.

MONTERAPONI – CHIANTI CLASSICO 2021 (€ 30)

Instradati come sempre da una consistente dote di acidità, i vini di Michele Braganti riescono a focalizzare con accecante nitore le peculiarità di un luogo appartato e microclimaticamente particolare quale è Monteraponi, dove l’evocativa essenzialità, la snellezza e l’innata eleganza sono approdi consueti. Qui c’è pure un finale lungo, dettagliato e saporito, a certificarne il lignaggio.

PODERE TERRENO ALLA VIA DI VOLPAIA – CHIANTI CLASSICO 2020 (€ 16)

Ecco un’azienda rivitalizzata negli intenti dalla nuova proprietà e da tenere sicuramente d’occhio da qui al futuro. Intanto già si propone con un 2020 di bella misura, succoso, proporzionato, ineccepibile, di bell’equilibrio alcolico e buon sale sottocutaneo. In bocca è ampio e melodioso, la beva è irresistibile, e poi l’ascendente floreale richiama sensualità e seduzione.

TENUTA DI CARLEONE – CHIANTI CLASSICO 2020 (€ 26)

Un “manico” che percepisci in ogni referenza, se ti accosti ai vini di Carleone. Sean O’ Callaghan elabora vini in sottrazione, dalle fondamenta eleganti, puri e incorrotti per come si presentano. Qui frutto e freschezza vanno a braccetto in perfetto equilibrio; il sorso è sottile, di gran beva ed estrazione calibratissima. E’ quando complessità e istinto si confondono, e tu non sai che scegliere. Nota a margine: fisionomia e temperamento sono quelle di un autentico raddese, anche se ci sta che una quota parte del sangiovese provenga anche dai vigneti di Vagliagli e Gaiole.

VAL DELLE CORTI – CHIANTI CLASSICO 2020  (€ 23)

Nel solco di una impronta stilistico-espressiva che ha fatto la storia recente del Chianti, il 2020 di Roberto Bianchi associa ampiezza e distensione in un sorso dall’eloquio rilassato ma prodigo di dettagli, la cui eleganza premurosa è scandita dalle note di erbe aromatiche e violetta.

SAN CASCIANO IN VAL DI PESA

CIGLIANO DI SOPRA – CHIANTI CLASSICO 2021 (€ 21)

I vini di Maddalena Fucile, oltre alla visibilità, stanno acquisendo in fretta focalizzazione stilistica; qui è una veracità di stampo artigianale a fare il paio con una spontaneità e un grip gustativo che non lasciano indifferenti. Sono vivaci, reattivi, di materia fremente e senza troppe briglie. Il 2021 conserva ritmo e spigliatezza in un contesto succoso, da cui emergono ricordi ancora vinosi per rammentarne la sostanziale gioventù.

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FERNANDO PARDINI

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