Bianchirpinia 2012: le nuove annate di Greco e Fiano

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AIELLO DEL SABATO (AV) – Anche quest’anno ho avuto il piacere di tornare a calcare le terre irpine grazie all’invito degli amici della Miriade&Partners, la giovane azienda di comunicazione che promuove da tempo questo straordinario (ma assai poco “glamour”) territorio del vino italiano. Bianchirpinia 2012 è andata a colmare un vuoto nel calendario delle rassegne enologiche nazionali, che ai grandi bianchi della provincia di Avellino  non sembrava  aver lasciato degno spazio. Raccogliendo allora l’eredità di eventi passati meno specifici ed esaustivi, l’edizione di quest’anno ha portato una importante ventata di novità.

Innanzi tutto la collocazione temporale: gli assaggi prematuri dei bianchi d’annata sono un “malcostume” italico che non di riesce a scardinare dalle abitudini dei consumatori e dei ristoratori. E anche noi “guidaioli”, per questioni editoriali, siamo costretti a sentire questi vini a pochi mesi dall’imbottigliamento, quando sono ancora muti, introversi e un po’ tutti uguali. Riprovarli a novembre è tutta un’altra storia! Le differenze iniziano a marcarsi, i vini si fanno più leggibili, gli equilibri e le gerarchie sono più definiti, gli assaggi più piacevoli. Fiano e Greco sono vini dal passo lungo, capaci di evolvere per anni: spesso implorano un minimo di attesa per iniziare a dialogare col bicchiere! E quindi l’assaggio autunnale sembra un atto dovuto e di rispetto verso il DNA dei vitigni e verso il lavoro, sempre più serio e scrupoloso, che fanno i vitivinicoltori irpini. Non si tratta più di una “anteprima” (perché molti di questi vini sono già sul mercato da mesi) ma di un vero e proprio “approfondimento”, che, parere personale, ho trovato assai più gratificante!

Altra bella e rara conferma è stata poi la disponibilità e lo spirito collaborativo con cui le 41 aziende partecipanti si sono messe in gioco, non limitandosi all’invio dei campioni ma fornendo supporto logistico e organizzativo, occupandosi in prima persona di cene conviviali e visite guidate che hanno  arricchito e completato il programma, donandogli un tocco di calore e di familiarità che solo qui e in pochi altri luoghi riesco ogni anno a trovare. Nonostante il momento indiscutibilmente delicato, tra difficoltà commerciali e incognite di sviluppo, l’Irpinia del vino si è fatta ancora una volta trovare pronta, ogni giorno più consapevole della sua vocazione agricola ma anche delle sue tradizioni di accoglienza per i viaggiatori più sensibili al fascino di una terra impervia, nascosta, isolata ma assolutamente unica.

Ma passiamo ai vini. Sotto esame c’era la vendemmia 2011 di Greco di Tufo e Fiano di Avellino, anche se le aziende hanno proposto alcuni cru ed affinamenti di annate precedenti, senza trascurare qualche sporadica sortita verso altre tipologie di bianchi locali, come la Falanghina o la Coda di Volpe.

Nonostante l’andamento climatico non certo facile la forza del fresco terroir irpino, con le sue escursioni termiche, i vitigni a maturazione tardiva, la piovosità che consente un vitale accumulo di risorse idriche, è uscita fuori e la batteria di Fiano e Greco assaggiati sono stati considerati dai numerosi giornalisti presenti tra le migliori riuscite del millesimo a livello nazionale. A livello generale si è trattato quindi di assaggi molto gratificanti, in cui i campioni sotto la sufficienza sono stati veramente pochissimi: una conferma ulteriore della vocazione bianchista di questo territorio! Non me ne vogliano gli amici di Taurasi o i fan dell’aglianico, ma quando penso all’Irpinia è la mineralità, la tensione, la profondità e succosità di questi grandi bianchi a farmi “salivare”: vini che, a differenza dei rossi conterranei, che restano a mio avviso più difficili e “da appassionati”, hanno una “trasversalità” che li rende affascinanti ed intriganti per gli “intenditori” ma al contempo piacevoli e assolutamente comprensibili a tutti.

Vi lascio con la lista delle 41 aziende partecipanti e con qualche commento su alcune aziende che mi hanno particolarmente impressionato.

>Per il Greco di Tufo metterei la cantina Di Marzo su tutte, per un semplice motivo: entrambi i vini presentati, il Franciscus e lo Scipio 2011, con preferenze altalenanti per l’uno o per l’altro, hanno raccolto unanimi apprezzamenti. Una doppietta da paura!  Restando in tema calcistico, cito allora il grande Sabino Loffredo (azienda Pietracupa) che ha presentato come al solito un Fiano e un Greco 2011 da applausi. Terza doppietta nei miei tabellini per Tenuta Ponte, con due vini (anche qui Fiano e Greco 2011) di estrema naturalezza e godibilità. Tra i Greco non mi lascerei sfuggire poi quelli di Di Prisco, di Vadiaperti e di Bambinuto. Sui Fiano la mia sintesi diventa più difficile, perché di vini buonissimi ne ho trovati davvero molti! Per non far torto a nessuno faccio allora una carrellata di nomi con cui andare sul sicuro: tra i 2011 Ciro Picariello, Fonzone Caccese, Pietracalda di Feudi San Gregorio (e già!), Alimata di Villa Raiano, Particella 928 di Tenute del Barone; trai 2010 Rocca del Principe e Molettieri, il Paladino di Colli di Castelfranci e il Don Peppe di Vigna Guadagno, e uno straordinario Vigna della Congregazione di Villa Diamante. Prosit!

Le foto sono di Sara Marte di lucianopignataro wineblog

Le quarantuno aziende partecipanti:

Antica Hirpinia
Azienda Agricola Pierluigi Zampaglione
Bambinuto
Benito Ferrara
Calafè
Cantine Dell’Angelo
Cantine del Barone
Ciro Picariello
Colli di Castelfranci
Colli di Lapio
Contrada Vini
Contrade di Taurasi
D’Antiche Terre
Di Marzo
Di Prisco
DonnaChiara
Feudi di San Gregorio
Fonzone
Fratelli Urciuolo
Joaquin
La Marca Vini
La Molara
Masseria Murata
Mastroberardino
Montegloria
Montesole
Pietracupa
Rocca del Principe
Salvatore Molettieri
Sella delle Spine
Tenuta Cavalier Pepe
Tenuta Ponte
Tenuta Sarno
Terredora
Torricino
Vadiaperti
Vesevo
Vigne Guadagno
Villa Raiano
Villa Diamante
Villa Matilde

Franco Santini

Franco Santini (santini@acquabuona.it), abruzzese, ingegnere per mestiere, giornalista per passione, ha iniziato a scrivere nel 1998 per L’Ente Editoriale dell’Arma dei Carabinieri. Pian piano, da argomenti tecnico-scientifici è passato al vino e all’enogastronomia, e ora non vuol sentire parlare d’altro! Grande conoscitore della realtà vitivinicola abruzzese, sta allargando sempre più i suoi “confini” al resto dell’Italia enoica. Sceglie le sue mète di viaggio a partire dalla superficie vitata del luogo, e costringe la sua povera compagna ad aiutarlo nella missione di tenere alto il consumo medio di vino pro-capite del paese!

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