Il secondo diario del lockdown. 11- 24 novembre

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Mercoledì 11 novembre

Per le strade c’è odore d’autunno, quello del terriccio bagnato dalla rugiada mattutina. Sui selciati un manto di foglie colorate. Potrebbero essere squarci lirici se il presente non fosse ancora una volta adombrato dallo spauracchio del Covid-19. La temperatura dell’aria si è repentinamente abbassata.

A cena stappo il Lambrusco di Sorbara Giuseppe Giusti, prodotto per commemorare il mezzo secolo di amicizia tra la famiglia Morandi dell’Hosteria Giusti di Modena e la famiglia Paltrinieri dell’omonima cantina di Sorbara. Una tiratura limitata (1000 bottiglie e 100 magnum) per un frizzante rifermentato in bottiglia dal colore rosa brillante, quasi cipria, che profuma di fragoline di bosco e bergamotto, che allieta il palato con la sua carbonica continua e crepitante, che è un toccasana di contrasto, sapore, bevibilità.

Giovedì 12 novembre

Meteo grigio, velato.

Confluiscono sulla casella di posta elettronica una serie di comunicati stampa sulla Riserva 2015 del Brunello di Montalcino, considerata un’annata storica, una delle più grandi di sempre. Sui rossi è stata un’annata “da calcio di rigore” (la si poteva solo sbagliare) in tutta la Toscana, non solo a Montalcino, anzi in tutta Italia. Il 2016 sarà anche meglio.

Il governo pensa a un lockdown nazionale d’impronta soft. In Lombardia già l’abbiamo.

Il Barolo Ravera 1999 di Flavio Roddolo ha il fascino della vecchia scuola, un po’ rude, senza molte sfumature, ma con un carattere di ferro. Un che di ossigeno lo libera di leggere ruggini e diffonde nell’aria profumi di terriccio, humus, fiori secchi e fradici, foglie autunnali bagnate. La bocca è il trionfo della liquirizia, il tannino è farinoso e coriaceo.

Venerdì 13 novembre

Cielo coperto.

Campania e Toscana diventano regioni rosse insieme a Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Alto Adige e Calabria. Salgono a nove le regioni arancioni (Liguria, Emilia-Romagna, Friuli, Umbria, Marche, Abruzzo, Puglia, Basilicata, Sicilia). Rimangono gialle solo Trentino, Veneto, Lazio, Molise e Sardegna.

In Bronx Olivier Marchal torna sulle tracce di Braquo, soprattutto la prima, inarrivabile stagione (al cui confronto un film della durezza di 36 Quai des Orfèvres rischia di impallidire). Non si fanno più prigionieri. Esistono bravi caratteristi anche nel cinema francese e facce da galera tra i suoi poliziotti. Il discrimine tra il male che si annida tra le forze dell’ordine e quello che dilaga nella criminalità è sempre più incerto, sempre più labile.

Sabato 14 novembre

Giornata bigia.

Il governo comincia a preparare le regole per il Natale.

Gli ospedali sono vicini al collasso mentre l’indice di contagio scende a 1,4.

Di Ben-Hur – la versione da 212 minuti del 1959 diretta da William Wyler e interpretata, con fisica partecipazione, da Charlton Heston – colpiscono ancora oggi la leggendaria, impressionante corsa delle bighe e la rappresentazione indiretta (senza visione frontale) di Cristo.

Domenica 15 novembre

Meteo umorale.

Ragionamenti sulla futura distribuzione del vaccino anti-Covid.

La Cuvée des Guides della Cave du Mont Blanc radicalizza in chiave spumantistica (la lavorazione avviene a 2173 metri di quota, la cuvée sancisce la collaborazione tra la cantina e la Guide Alpine di Courmayeur) tutto il portato acido-minerale del prié blanc di Morgex. Ci sono i fiori di montagna, c’è la pietra focaia, c’è la roccia bagnata, c’è la grafite, c’è l’agrume candito come la freschezza citrina del limone e del pompelmo in un finale che è una rasoiata. Un’esperienza.

Lunedì 16 novembre

La giornata inizia con un cielo grigio-metallico piovoso per poi rischiararsi.

Le ipotesi governative per “salvare il Natale”.

Uno dopo l’altro si dimettono i commissari della Sanità in Calabria.

La Vernaccia di Oristano Flor 2007 Attilio Contini ha un acceso colore topazio e profumi di nobile marca ossidativa che incatenano i sensi: arbusti, gherigli di noce, frutta secca, mandorla sbucciata, combustioni, cumino, curry. Il palato è morbido-secco, alcolico, voluttuoso, inebriante, lunghissimo.

Il Moscato d’Asti Lamoscata 2017 Mongioia non smette di stupire: fiori e muschi, agrumi e menta, effervescenza fine, dolcezza temperata, freschezza aromatica, finale modulato e continuo. Quando si dice che il Moscato, il vero Moscato, non ha paura del tempo.

Martedì 17 novembre

Giornata di luce.

Quant’è buono il LEI di Bellenda! È un metodo classico Dry di Prosecco Superiore, un Conegliano Valdobbiadene Rive di Carpesica millesimato 2016 con diciotto mesi di sosta sui lieviti e sei in bottiglia. Ha un fascino antico e una precisione moderna, è profumato e gourmand, è avvolgente e sensuale, è gustoso, invitante, eclettico negli abbinamenti a tavola. È la sublimazione di una tipologia generalmente anodina – quella dal gusto morbido/abboccato prodotta con spumantizzazione in autoclave – riscattata da un metodo che finalmente le rende giustizia.

Il nome del vino mi ricorda l’omonimo film di Spike Jonze (in originale Her), dove Joaquin Phoenix s’innamora di un’intelligenza artificiale o, per meglio dire, della sua voce. Ebbene, il LEI coniuga la morbida avvenenza di Scarlett Johansson (premiata per questa sua “interpretazione” come miglior attrice al Festival del cinema di Roma, e ancora ci si chiede il perché) e l’affilata bellezza di Rooney Mara (futura compagna dello stesso Phoenix).

Mercoledì 18 novembre

Cielo limpido, giornata luminosa.

La Regioni pressano il Governo per avere meno indicatori con cui calcolare le zone rosse. Tutti sgomitano per ottenere più elasticità nei movimenti interni e nelle riaperture e incassare consensi.

Negli Usa Jeff Bezos apre la sua farmacia online con Amazon Pharmacy, il nuovo portale dove gli americani potranno acquistare prodotti farmaceutici dallo smartphone o dal computer. Dietro ricetta medica Amazon Prime li consegnerà a domicilio in due giorni con un prezzo scontato sul listino senza che il cliente debba ricorrere all’assicurazione sanitaria.

Con due bei gol di Belotti e Berardi l’Italia vince contro la Serbia e centra le final four della Nations League che si giocheranno in Italia nell’ottobre del prossimo anno.

Giovedì 19 novembre

Cielo limpido, giornata luminosa.

Viene arrestato il Presidente del Consiglio Regionale della Calabria. Questa regione non sembra conoscere pace.

Il premier Conte predica il buonsenso sul Natale: dovrà essere sobrio, senza veglioni, festeggiamenti, baci e abbracci.

Doppio sospetto (Duelles), diretto da Olivier Masset-Depasse e magnificamente recitato da Veerle Baetens e Anne Coesens, è un thrilling calibrato, insinuante, sinistro. Detiene il record di vittorie ai premi Magritte (l’equivalente belga dei nostri David di Donatello) con nove statuette su dieci candidature: film, regista, sceneggiatura, attrice protagonista a Baetens (e non si capisce perché non l’abbiano dato pure a Coesens, anche lei candidata), attore non protagonista, fotografia, colonna sonora, sonoro e montaggio. L’aggettivo più usato dalla critica per descriverne l’atmosfera, le implicazioni e la musica è stato “hitchcockiano”. Questo film ha poco di hitchcockiano, ma ormai tutti i thriller moderno-contemporanei vagamente sofisticati vengono chiamati così. Non se ne può davvero più dell’abuso cui è continuamente sottoposto questo aggettivo.

Venerdì 20 novembre

Sole invernale. Cielo terso. Vorrei essere tra gli anfratti delle Cinque Terre o le montagne della Valtellina, girare per le vigne e scattare fotografie sotto questa luce nitida e meravigliosa.

Non si respira in giro quel senso di solitudine provocato dagli spazi vuoti, dai negozi sbarrati, dall’aria pesante e cattiva, e quel dolore, quella paura, quella frustrazione chiusi nel perimetro domiciliare della scorsa primavera, né si sentono così tante ambulanze irrompere per le strade, almeno qui in provincia. Eppure i decessi non cessano di diminuire. Si ammalano e muoiono anche persone che conosco.

Il Sabbioneta Rosato Vén Crüd 2019 di Corte Pagliare Verdieri è un lambrusco di Sorbara fragrante, fresco, acido-sapido, di allietante frizzo carbonico.

Sabato 21 novembre

Un’altra giornata di luce. Limpida, intensa, azzurra.

Approvato il decreto Ristori ter.

«Il virus non scomparirà, sfrutta ogni crepa per riprodursi. Contro il contagio dovremo cambiare i comportamenti, lo stile di vita» (Maria Rosaria Capobianchi, direttrice del laboratorio di virologia dell’Istituto Spallanzani di Roma). Nella vita sociale la mascherina sarà la nostra seconda pelle.

Il Collio Bianco Vecchie Vigne 2015 Roncùs ha quell’introversione, quella pienezza, quello spessore, quell’umore territoriale tipico dei bianchi friulani che tendono però a flettere in verticalità.

Domenica 22 novembre

Un altro luminosissimo giorno di sole.

Il Torino fa sudare l’Inter, che va sotto di due gol a San Siro, poi rimonta e vince 4-2. Con tutti questi rocamboleschi saliscendi di prestazione non è possibile vederla come una seria candidata allo scudetto. «Non siamo ancora una grande squadra», sentenzia Lukaku nel dopopartita. Difficile non pensarla come lui.

Il totem Ibrahimović segna ancora. E che gol. Un’incornata di striscio dal limite dell’area che lascia di sale un difensore del calibro e della stazza di Koulibaly. Il Milan espugna il San Paolo con tre ceffoni al Napoli e un secondo gol dello svedese. Che però s’infortuna.  Ormai abituati agli stadi vuoti, i giocatori avranno un tuffo al cuore nel risentire il boato di cinquanta, sessantamila persone?

Il talento del calabrone di Giacomo Cimini porta con sé qualche congenito difetto della cinematografia nostrana, ma offre più di uno spunto d’interesse (la costruzione dell’intreccio, l’interpretazione di Sergio Castellitto, la Milano notturna), mentre Palm Spring – Vivi come se non ci fosse un domani di Max Barbakow, giocato sul loop temporale di Ricomincio da capo, è una commedia sopravvalutata.

Il Barolo Parussi 1997 di Conterno Fantino ha il respiro della menta e il dono della terra, senza grinze temporali e eccessi stilistici, con un tannino foderato e compatto.

Lunedì 23 novembre

Il telefono squilla poco, più che altro per sempre nuove offerte sulla telefonia fissa e/o mobile, per il cui primato è in corso una battaglia senza quartiere, o addirittura tace.

Il modo è tenuto a distanza di schermo. Viviamo interagendo su superfici bidimensionali. Il vino continua a essere un ancoraggio all’esperienza reale contro quella digitale.

Il Riserva Terre Arse 2003 Florio è un Marsala Vergine salmastro, asciutto, ossidativo-tostato, empireumatico-contrastato, acceso da sentori di frutta secca, sensazioni di arbusti e ardori di combustione. Mi piace berlo come aperitivo, secondo costume anglosassone, quanto lasciarlo a tavola per il pasto, specie con piatti a base di pesce. Offre un gusto antico e inebriante.

Martedì 24 novembre

In zona centrale di Milano guardo le due vetrine di Pupakiotti – Pet’s Amore, brand di abbigliamento di lusso e fashion design per cani, con un misto di incredulità e smarrimento.

Nel giorno in cui si è arrivati a superare la soglia dei 50.000 decessi complessivi per Covid, l’argomento principale del discutere nazionale è la chiusura delle piste da sci in Italia e in Europa provocate dall’affanno popolare e dagli affari invernali.

È stagione di cachi. Colorato, esotico, polposo, sensuale, è un frutto che ho sempre amato.

Mercoledì 25 novembre

Mentre sto per consegnare questo pezzo, arriva la notizia della morte di Diego Armando Maradona. In questo 2020 di ricorrenze, anniversari, compleanni e morti illustri, ha esalato l’ultimo respiro per un arresto cardiocircolatorio, nella sua casa di Tigre, in Argentina, dopo l’operazione alla testa, che aveva già lasciato il mondo con il fiato sospeso, e dopo aver da poco compiuto il suo sessantesimo compleanno, quello che da molti è considerato il più grande calciatore di sempre. Più grande anche di Pelé.

Maurizio Crosetti scrive: «Quante volte si è perso Diego, quante volte l’avevamo perduto, anche di vista. Maradona ricoverato, Maradona ingrassato, Maradona operato, Maradona tossico, Maradona dopato, Maradona alcolizzato, Maradona disintossicato, Maradona operato al cervello. E poi, ancora, Maradona con il bypass gastrico per salvarlo dalla bulimia (2005) una prima e una seconda volta (2015). Maradona e la cocaina, Maradona e l’efedrina, Maradona che sforna figli come gol». Ora se ne è andato per sempre. Ci rimarranno nella memoria le sue gesta, le sue ribellioni, i suoi eccessi, le sue follie. Soprattutto i suoi gol.

Quelli con la maglia del Napoli, della cui città e del cui mondo si sentiva figlio: il pallonetto da trenta metri contro il Verona, uccellando Giuliani, che poi sarebbe diventato il portiere del Napoli, vincendo con Maradona anche uno scudetto; la punizione impossibile, all’altezza dell’area piccola, contro la Juventus, rendendo vano il volo di Tacconi; lo stop di petto e il tiro al volo contro l’Inter, fulminando Zenga, giusto per citare quelli che mi vengono in mente in questo momento.

E con la Nazionale, dal tocco beffardo che fece piovere ridda di critiche sulla testa di Giovanni Galli, che dal quel momento non fu più lo stesso, al mondiale messicano del 1986 (vogliamo anche ricordare il cross per l’incornata di Caniggia che punì la maldestra uscita di Zenga nella maledetta semifinale che rovinò le notti magiche d’Italia 90?), fino alla rete del secolo e della storia, entrata nella leggenda del calcio, sempre a Messico 86, contro l’Inghilterra, nei quarti di finale: lo slalom impressionante di Maradona che, partendo della sua metà campo, salta i giocatori inglesi come birilli, compreso il portiere. Come tutti, ricordo dov’ero: a fare merenda sul divano di casa (la partita era di pomeriggio), che rimase a mezza altezza tra la mano e la bocca, spalancata per la sorpresa e la meraviglia.

Adiòs, Pibe de Oro.

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Massimo Zanichelli

Milanese di nascita, apolide per formazione, voleva diventare uno storico dell’arte (si è laureato con una tesi sull’anticlassicismo pittorico rinascimentale), ma il virus del vino contratto più di una ventina d’anni fa tra Piemonte e Toscana lo ha convertito ad un’altra causa, quella del wine writer, del degustatore professionista e del documentarista del vino. Ha firmato la guida I Vini d’Italia dell’Espresso fin dalla sua nascita (2002-2016) e la rubrica sul vino del settimanale l’Espresso per molti anni. Ha curato le pubblicazioni di Go Wine, ha scritto per le riviste «Ex Vinis», «Grand Gourmet» e «Mood», redatto il Nuovo repertorio Veronelli dei vini italiani (2005) e I grandi cru del Soave (2008). Di recente ha pubblicato “Effervescenze. Storie e interpreti di vini vivi” (Bietti, 2017) e ” Il grande libro dei vini dolci italiani” (Giunti, 2018). Tra i suoi documentari: Sinfonia tra cielo e terra. Un viaggio tra i vini del Veneto (2013), F for Franciacorta (2015), Generazione Barolo – Oddero Story (2016), Il volto di Milano (2016), Nel nome del Dogliani (2017).

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