Il Roero guarda lontano: degustazioni all’Azienda Pace

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Il fiume Tanaro separa le Langhe dal Roero, e se dovessimo pensarla come i francesi dovremmo dire che si debbono raccontare due storie diverse. La storia del Tanaro e di come fu deviato nel suo corso nelle ere passate ci è già stata raccontata in maniera avvincente  da Vincenzo Zappalà qualche anno fa e  quindi non mi dilungo, ma che del Roero si parli in Piemonte,  come di una zona meno  blasonata rispetto alle colline delle riva destra è un luogo comune difficile da scalfire. 

Eppure questo territorio si è dotato negli anni di una ampia e dettagliata descrizione delle Menzioni Geografiche Aggiuntive (MGA) raccolte in una carta che racchiude tutti i comuni della denominazione e che consente al consumatore e all’appassionato di distinguere versanti, suoli ed esposizioni delle numerose MGA descritte. Lavoro che ha coinvolto i produttori e i tecnici e che ha delimitato zone con qualità e tradizioni particolari che si possono ritrovare nei vini prodotti.

In linea di massima i terreni del Roero si distinguono da quelli di Langa per la maggiore presenza di sabbie e marne (terreni marnoso-arenari) che conferiscono ai suoli maggiore leggerezza ma anche maggiore permeabilità. Naturalmente si distinguono all’interno del territorio roerino diverse zone che si caratterizzano per particolari tipi di suolo come la zona di Canale, Priocca e Govone dove si riconoscono terreni marnosi gessosi – solforati con un contenuto di calcare relativamente basso per la zona (3-10%). Altre zone sempre con caratteristiche di terreni permeabili e marnosi possono arrivare anche al 50% di calcare.

Il clima risente della presenza delle alpi marittime e del Monviso, una congiuntura che riduce molto la piovosità di questa zona che risulta fra le più basse del Piemonte: molto spesso le precipitazioni annue non superano i 500/600 mm.  In questi casi la piovosità invernale e la presenza di neve sono le fonti primarie di ricarica delle falde e dell’accumulo idrico dei terreni.  La combinazione terreni sciolti/bassa piovosità pone così la vite in una situazione di scarsità idrica durante la fase estiva, che però è mitigata da massime estive non così elevate ( prova ne sia la presente annata 2022, in cui il termometro in zona Canale ha superato raramente i 30 °C). Per questo motivo siamo andati a trovare, in un pomeriggio di settembre, l’azienda Pace, condotta dai fratelli Pietro e Dino Negro che in quel di Canale, frazione  Loreto, stavano terminando le vendemmie del nebbiolo.

L’azienda nata all’inizio del secolo scorso ha avviato la sua avventura enoica negli anni ’70. Il padre dei due odierni proprietari, Giovanni, iniziò la costruzione della cantina, che oggi vediamo ben attrezzata e funzionale, producendo all’inizio circa 10000 bottiglie.  Oggi  l’azienda si è evoluta e dalla classica cascina piemontese che prevedeva oltre che alla vigna anche gli animali, assistiamo ad una specializzazione che ha portato l’estensione delle vigne dell’azienda a 26 ha.  Per la piattaforma ampelografica ci si affida alla tipicità e alla tradizione anche se, da qualche tempo l’azienda si è dotata di vigneti a pinot nero da cui si trae un metodo classico che pure abbiamo assaggiato.

Tornando ai vitigni presenti in azienda, una buona parte delle superfici è dedicata all’arneis, poi abbiamo nebbiolo, barbera, favorita, il sauvignon blanc e il già citato pinot nero. L’agricoltura praticata in azienda è come la definirebbero in Francia “agriculture durable“, un’agricoltura che ha a cuore la fertilità dei suoli, la conservazione delle riserve d’acqua, la diminuzione dei trattamenti e la ricerca di un equilibrio con l’ambiente circostante.  Con queste premesse ci accingiamo ad assaggiare assieme a Vincenzo Zappalà,  i vini dell’Azienda Pace in compagnia dei due fratelli. Il primo proposto è il Metodo Classico che nasce dai vigneti  di pinot nero posti in località Mompellini e dal nebbiolo vinificato precocemente in rapporto 40/60. Dopo la produzione della cuvée,  sosta 36 mesi in bottiglia per poi, eseguita  la sboccatura, essere messo in commercio.  Alla vista è giallo paglierino scarico con bolla molto fine e persistente, il profumo fruttato e e si distingue per una bella freschezza e cremosità. Il finale lievemente salino accompagna una buona pulizia finale della bocca. Il secondo vino assaggiato è una  Langhe DOC Favorita 2021. Dal colore giallo paglierino lievemente verdognolo, limpido, si distingue per il profumo floreale con note lievemente agrumate che in bocca sia  accompagnano ad una nota fruttata e lievemente ammandorlata. Apriamo la carrellata dei vini a base di Arneis , vitigno principe del Roero che rappresenta anche un peculiarità dell’azienda Pace.

Iniziamo con il Roero Arneis 2021 che appare limpido e brillante giallo paglierino scarico con riflessi dorati. Naso alla prima sulfureo, poi si distingue per la freschezza floreale che ricorda i fiori di mandorla. Note anche di ginestra e frutta bianca. In bocca la sapidità e la freschezza si impongono, ritorna però la nota floreale a completare la gamma aromatica. Buona persistenza finale. A seguire, il Roero Arneis Riserva 2020: qui si inizia a intravedere quello che sarà il futuro di questi vini nati dall’uva arneis. Se il colore è giallo paglierino medio con riflessi dorati, il naso inizia ad evolvere verso le note di frutta secca: albicocca, susina, giuggiola e note sfumate idrocarburiche. In bocca si espande in ampiezza e ritroviamo la sapidità e la struttura di un bianco di rango. Bella beva e ottimo vino.

Il vini successivi sono dedicati al padre dei fratelli Negro: Giovanni veniva distinto dai compaesani come Giovanni di Pace che nel dialetto diventa Giuan de pas da cui il nome sull’etichetta. Assaggiamo il Roero Arneis Giuan de Pas 2015. Giallo paglierino carico, il naso si espande in chiare note idrocarburiche che si accompagnano ad altre speziate e vegetali (menta, anice stellato, nocciola, miele) e fruttate in un complesso olfattivo che ricorda certi riesling. In bocca è morbido e ampio con un sottofondo di sapidità che rimane anche nel finale. Un vino vivo e coinvolgente. La prova del tempo non fa che rendere ancora più intrigante la degustazione: Il 2012 ma ancor di più il 2011 di Giuan de Pas Roero Arneis sfoderano un panorama olfattivo che, sempre accompagnato da note idrocarburiche, spazia dalla liquirizia alla polvere da sparo, dalla ginestra al miele e affascinando e sorprendendo per la freschezza in bocca e la bella sapidità che fa di questi vini una vera scoperta. 

Passando ai rossi base nebbiolo l’assaggio del  Roero 2017 Riserva ci ha veramente convinto  ponendoci dinnanzi un nebbiolo di razza che partendo dal colore rosso rubino medio e agli aromi di frutta rossa matura, di tabacco e spezie si evolve in bocca in una  lunga freschezza che si unisce ad una tannicità viva ma  fine. Un bel nebbiolo. Si conclude così, troppo presto, vista l’ampia gamma di vini dell’azienda, la nostra visita all’ Azienda Pace che ci convince sempre di più che la tipicità e la chiarezza di obiettivi porteranno il Roero alla notorietà e alla considerazione che merita.


Azienda Vitivinicola Pace
Cascina Pace, Frazione Madonna di Loreto 52 – Canale (CN)
Tel. Dino 3286465504
Tel. Pietro 3384323245
dinonegropace@gmail.com
https://www.pacevini.com/

Lamberto Tosi

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