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L’arte di scegliere il momento giusto per aprire una bottiglia di bianco

Indovinare quando sia il momento giusto per aprire un vino è una vera e propria arte a se stante. Se non si conoscono, in generale, i dati concernenti i vini di quel produttore (metodi di vinificazione, longevità media) e, in particolare, le caratteristiche di quella annata e la longevità media dimostrata dai vini di quella tipologia in quel millesimo, il rischio è quello di sparare nel buio. Il vero esperto, forse, deve possedere un intuito paranormale.

Assaggi a tema libero

Una bella carrellata in flashback a suon di bianchi d'autore e sottili amarcord: una rassegna dal titolo "Soave vintage" ricca di sorprese, i Lugana fra Lombardia e Veneto, alcuni bianchi piemontesi fra Langa e Roero. E poi ritorno alla contemporaneità, con i nuovi Nobile di Montepulciano di Boscarelli.

I vini del mese e le libere parole. Giugno 2020: risvegli post isolamento

Dopo una lunga tregua forzosa ritorna la rubrica. E non poteva essere altrimenti, dal momento in cui sono finalmente e nuovamente praticabili i momenti condivisi. Con lo zoccolo duro della complicità esistenziale, con gli amici, con i volti, con i viaggi e con gli umori. Con le bottiglie bevute e non degustate. E con le libere parole.

5 sangiovese per 5 territori (pisani), a Pieve de Pitti

Caterina Gargari di Pieve de Pitti, bella realtà della provincia di Pisa, negli anni si è assegnata la complicata missione di conoscere palmo a palmo il suo territorio, soprattutto per comprendere e catalogarne le diverse espressioni del sangiovese, che vanno ad armonizzarsi nel Cerretello, un Chianti Superiore, e nel Moro di Pava, un Chianti Riserva. In una degustazione sono stati illiustrati i risultati della sua ricerca.

Il Pinot Bianco: nozioni di base e prontuario per l’uso

In un’epoca in cui si esagera su ogni cibo e bevanda, si idolatra ogni bruciapentole o cantiniere che passi per la strada, si tessono le lodi di ogni più sconosciuto vitigno locale (“ossignùr quant’è buono il vino da barbetta”, “ossignùr quant’è buono il vino da catalanesca”, ““ossignùr quant’è buono il vino da pugnitello”), il casto pinot bianco rimane misteriosamente ai margini del chiacchiericcio tra enomani. Eppure poche varietà sanno restituire con altrettanta fedeltà i caratteri della loro terra.

Tre servizi in cronaca

Tre pensieri che si accavallano: uno stimolo a non dimenticarsi mai del Dolcetto, magari nella sua veste più golosa e sbarazzina; una delle migliori versioni di Barbera provate da tempo; la favola del brutto anatroccolo trasposta nel vino, dove la regola aurea che recita “il vino nasce buono, poi magari può avere una fase di chiusura dove nasconde le sue virtù, poi con la maturità torna a essere espressivo”, a volte potrebbe essere disattesa, ma non per questo.......

Veneroso e i suoi fratelli. Le stagioni nuove della Tenuta di Ghizzano

Nei vini della Tenuta di Ghizzano c'è una misura nuova. Accoglie in sé naturalezza espressiva, introspezione, dettaglio sottile. Quando è il caso, schiettezza senza fronzoli. I vini appaiono più interiorizzati rispetto alle evidenze materiche dei loro esordi. Hanno un didentro dispiegato, mostrano senza vergogna la loro nudità, e con la nudità l’essenza. Sulle frequenze di un equilibrio più risolto, ti conquistano a una eleganza nuova.

Una terza via per il Sauvignon

Ogni appassionato di vino che si rispetti deve disprezzare, per stringenti obblighi sottoscritti all’atto della propria auto-investitura a “esperto di vini”, i vini varietali. I vini cioè che propongono in maniera troppo didascalica i loro marcatori aromatici tipici. Per gli stessi vincoli contrattuali è tenuto invece ad amare, onorare e rispettare sempre i vini “che esprimono il terroir”. Il sauvignon è davvero un caso a parte...

Tenuta di Artimino. Tra Carmignano, Chianti e Barco Reale … tanta storia

E’ una storia molto lunga quella della Tenuta di Artimino, che si svolge in una terra su cui le vicende del passato si spingono fino agli albori della civiltà etrusca; un territorio attraversato quindi da epoche diverse, ma sempre caratterizzato, in un modo o nell’altro, dalla produzione del vino, dall’arte e dall’ospitalità.

Diario di una quarantena: 15-28 aprile

Isolamento pesante di Lombardia. Ad alleggerirlo i pensieri e le letture di Ovidio e Sepulveda, Manganelli e Celan. Eppoi le visioni: Kevin Costner che fa il cow boy, l'impressionante forza d'urto di Warriors, i dieci film del cuore. Su tutto, il conforto di grandi vini, dallo Chambave al Vin Santo, dal Taurasi al Barolo. D'autore.

Il tappo, il topo, l’irregolare e il fiasco

Serata riflessiva sull'universo dei vini naturali, in compagnia di bottiglie dialettiche, "oblique", di nicchia. Per arrivare a dire che anche in un vino infiascato direttamente da una damigiana vi possa dimorare l'eloquenza di gesti e modi autenticamente genuini, la calorosa confidenza del ricordo e la certezza della sua origine

Tutte le certezze perdute, più – bonus – una buonissima bottiglia a 5 euro

Il vino non dà certezze. Ed è pur vero, a volte, come certe consuetudini vinose date per assodate ed incontrovertibili possano ammettere l'esatto contrario. D'altronde, può pure accadere che un tipico vino GDO da 5 euro si trasformi inaspettatamente in un Borgogna.

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